Nba, Lakers-Chicago 90-81, Belinelli 11 punti, Oklahoma City-Boston 91-79

Il successo di Oklahoma City su Boston ha aperto il programma domenicale della Nba. Lakers ottavi a Ovest dopo la vittoria su Chicago. Per Marco Belinelli 11 punti.

Marco Belinelli e i Bulls respinti dai Lakers. Reuters

Los Angeles Lakers-Chicago Bulls 90-81
I Lakers (33 vinte-31 perse in stagione) producono una prestazione difensiva di tutto rispetto, superano i Bulls (35-28) e si affacciano finalmente in zona playoff, insediandosi all’ottavo posto della Western Conference. Marco Belinelli resta sul parquet per ben 43’ e chiude con 11 punti e quattro assist. Partenza con il freno a mano tirato per i rimaneggiati Bulls (assenti Kirk Hinrich, Taj Gibson e Rip Hamilton, oltre al lungodegente Derrick Rose) che vanno a sbattere contro i centimetri di Dwight Howard sotto canestro e faticano dal perimetro. I Lakers non fanno molto meglio, ma riescono a restare davanti grazie ai rimbalzi offensivi di Howard. Kobe Bryant fatica a carburare e Metta World Peace fa spazientire il pubblico di L.A. ostinandosi a tentare conclusioni dalla lunga distanza (0/4 da tre nel primo tempo). Dall’altra parte Belinelli e Nate Robinson tengono i Bulls in scia e nel secondo quarto Chicago trova finalmente un po’ di ritmo in attacco. Carlos Boozer da sotto porta avanti i Bulls a metà frazione, Bryant pareggia i conti dal perimetro e dopo 11 errori consecutivi dalla lunga distanza i Lakers trovano finalmente, grazie a Jodie Meeks, la loro prima tripla della gara. Prima del riposo lo Staples Center assiste al terzo fallo (peraltro decisamente dubbio) di Howard e a uno splendido assist no look di Marco Belinelli a Joakim Noah degno del miglior Steve Nash. I Lakers così vanno negli spogliatoi all’intervallo avanti 44-40 dopo aver tirato con un disastroso 2/17 dalla lunga distanza. Nash cambia marcia all’inizio del terzo quarto e decide di prendersi i suoi tiri. Risultato: 10 punti per il canadese nei primi cinque minuti della ripresa e Lakers a +11. I padroni di casa piazzano un parziale di 12-0 e arrivano al +18 che sembra poterli mettere al riparo da brutte sorpresa, l’attacco dei Bulls però dopo aver fatto confusione per buona parte del terzo periodo, si risveglia nel finale e gli ospiti tornano sotto segnando otto punti consecutivi. I Lakers diventano prevedibili in attacco e in cinque minuti di gioco mettono a referto un solo tiro libero, pochissimo, ma i Bulls non fanno molto meglio. La penetrazione di Beli e il layup di Boozer comunque rimettono il risultato in discussione e portano Chicago al -8. I canestri di World Peace e Howard però riportano i padroni di casa a distanza di sicurezza, i Lakers così mettono al tappeto i Bulls.
L.A. Lakers: Bryant 19 (6/12, 1/4), Nash 16, Howard 16. Rimbalzi: Howard 21. Assist: Bryant 9.
Chicago: BELINELLI 11 (4/13, 1/2), con 2 rimbalzi, 4 assist e 2 recuperi in 43’. Robinson 19 (6/11, 2/8), Noah 18. Rimbalzi: Noah 17. Assist: Robinson 8.

Kevin Durant, 24 anni, faro dei Thunder. Reuters

Oklahoma City Thunder-Boston Celtics 91-79
L’ottima difesa dei Celtics (34 vinte-28 perse in stagione) crea diversi problemi ai Thunder (47-16). Oklahoma City fatica per tre quarti di match ma alla fine trova comunque il modo di portare a casa il successo. Reduce da cinque vittorie consecutive, Boston arriva a Oklahoma City con la ferma intenzione di tenere il ritmo il più basso possibile. Obbiettivo centrato, almeno nel primo tempo. La truppa di Doc Rivers, infatti, limita al minimo sindacale il letale contropiede dei padroni di casa e difende con grande disciplina. Il problema per Boston però arriva dal numero troppo elevato di turnover. Nove palle perse nel solo primo quarto favorisco i Thunder che però approfittano solo in parte dell’autolesionismo della squadra ospite. Kevin Durant parte con il piede giusto, Russell Westbrook, invece, deve pagare dazio all’asfissiante marcatura di Avery Bradley e in attacco così Okc punge solo a sprazzi. Kevin Garnett e Paul Pierce tengono Boston in scia ma all’inizio del secondo quarto i campioni in carica della Western Conference provano l’allungo. Un redivivo Derek Fisher spinge la squadra di casa al parziale di 12-2 che la porta al +11. Sale in cattedra Pierce e i Celtics tornano sotto. Garnett non riesce a ritrovare ritmo al tiro, gli ospiti comunque limitano i danni, soprattutto grazie alla loro ottima difesa, e risalgono, arrivando all’intervallo con un ritardo di cinque lunghezze. Oklahoma City fatica a scardinare la difesa di Boston anche nel terzo quarto. Durant e compagni provano ad alzare il ritmo ma gli ospiti concedono pochissimo. Buon per i Thunder che in attacco Pierce non riceva grande collaborazione. Garnett in particolare continua a fare fatica e fallisce 10 conclusioni dal campo consecutive. Al termine del terzo quarto i padroni di casa sono avanti 68-65 ma tutto basta un’accelerazione a Oklahoma City per cambiare le sorti di una gara fino a quel momento equilibrata. I padroni di casa aumentano l’intensità e segnano 11 dei primi 13 punti dell’ultima frazione, prendendo così possesso del match. I Thunder inseriscono il pilota automatico, ma Jason Terry li risveglia con due triple consecutive, riportando Boston al -8 a 2’10’’ dalla sirena. Ci pensa Ibaka a rimettere le cose a posto, missione compiuta quindi per Oklahoma City.
Oklahoma City: Durant 23 (6/12, 0/4), Westbrook 15. Rimbalzi: Durant 11. Assist: Perkins 5.
Boston: Pierce 20 (4/7, 2/5). Rimbalzi: Bass 13, Garnett 11. Assist: Pierce 6.