Ben Gordon riparte dai Bobcats
"Qui c'è tanto talento"

Ben Gordon, ex guardia dei Detroit Pistons

Il 26 giugno 2012, due giorni prima del draft Nba, i Bobcats hanno centrato il primo colpo del precampionato, acquistando dai Detroit Pistons la guardia Ben Gordon e una futura prima scelta in cambio dell’ala Corey Maggette. "Con questa trade abbiamo risolto due esigenze fondamentali per la costruzione di questa squadra – aveva dichiarato quel giorno Rod Higgins, presidente delle basketball operation -. L’acquisto di un talento giovane ma di provata esperienza come Ben Gordon e di una futura prima scelta ci consente di portare a casa il tiratore da tre punti di cui avevamo bisogno e, allo stesso tempo, di assicurarci un’ulteriore risorsa che potrà tornarci utile per continuare a migliorare la squadra in futuro". E anche se Gordon ha ammesso che non è stato facile essere ceduto per la prima volta dopo otto anni nella Nba, sa di avere un’opportunità che è pronto a sfruttare al meglio, come ha dimostrato il 29 giugno scorso, tre giorni dopo la definizione della trade, quando si è recato a Charlotte: nel draft Nba del giorno prima i Bobcats avevano scelto Michael Kidd-Gilchrist alla numero 2 e Jeffery Taylor alla numero 31. Gordon ha trascorso buona parte della mattinata con loro, per conoscere meglio i suoi nuovi compagni di squadra e lo staff di Charlotte. In quella circostanza, il giocatore ha spiegato di aspettare con impazienza il debutto: "Questa è una squadra con moltissimi giovani di talento. Non vedo l’ora di cominciare e spero di avere un impatto positivo sui miei compagni di squadra: vorrei sfruttare al meglio questa opportunità".

LA "UCONN CONNECTION" — Con l’acquisto di Gordon, il backcourt dei Bobcats può contare su due ex giocatori di UConn che hanno entrambi conquistato il titolo nazionale Ncaa. Insieme all’ex Charlotte Emeka Okafor, Gordon ha trascinato gli "Huskies" al trionfo nel 2004, mentre la guardia Kemba Walker, che si appresta a disputare la sua seconda stagione nella Nba, ha conquistato l’anello universitario con UConn nel 2011. Gordon sembra particolarmente contento di avere la possibilità di giocare insieme a Walker: "Conosco lo stile di gioco di Kemba, che è cresciuto a New York come me- ha spiegato il giocatore -. Abbiamo frequentato la stessa università, per questo sono impaziente di allenarmi con lui: mi piacerebbe aiutarlo a diventare un giocatore migliore. Condividerò con lui alcune delle esperienze che ho vissuto in questi otto anni nella Nba e sono convinto che Walker sarà pronto ad ascoltarmi e a lavorare con la massima intensità: credo che imparerà molto in fretta".

RECUPERARE LA FORMA — Gordon ha chiuso le sue tre stagioni a Detroit con una media di 12.5 punti a partita nel 2011-12, la seconda più bassa della sua carriera dopo gli 11.2 punti a partita segnati dal giocatore nel 2010-11: i Bobcats sperano che il giocatore possa recuperare lo stato di forma degli anni di Chicago, quando Gordon tenne una media di 24.7 punti a partita tra il 2004 e il 2009. A Charlotte Gordon avrà numerose opportunità per tornare ad essere quel tiratore di notevole impatto visto durante l’esperienza ai Bulls: lo scorso anno i Bobcats hanno tirato con il 29.5% dalla linea dei tre punti, peggior percentuale della Nba. Nessun giocatore della squadra ha saputo far meglio di Maggette, che ha chiuso con il 36% dall’arco e solo il rookie Kemba Walker è riuscito ad andare più di 200 volte alla conclusione da tre punti, tirando con il 30.5%. È superfluo specificare che Charlotte stia cercando un giocatore in grado di illuminare la scena dalla lunga distanza. Nel 2011-12, Gordon ha tirato con il 42.9% (63 su 147) dall’arco e ha sfiorato il suo massimo in carriera dalla lunga distanza: aveva fatto meglio solo nel 2005-06, quando con i Bulls aveva tirato con il 43.5% da tre (166 su 382). Tuttavia, le 147 conclusioni dalla lunga distanza nel 2010-11 sono la cifra più bassa nella carriera di Gordon, ben lontana dalle 234 conclusioni del 2009-10, addirittura 224 i tentativi in meno rispetto ai 371 dei cinque anni di Chicago. La speranza è che Gordon possa tornare alle cifre per lui abituali grazie al nuovo sistema di gioco di Mike Dunlap, coach dei Bobcats. "Avrò sicuramente più possibilità di giocare nel modo che più mi piace e di essere efficiente come desidero - ha spiegato il giocatore durante la sua prima visita a Charlotte -. Sarà un nuovo inizio per me: dovremo lavorare molto, ma sono pronto a lottare insieme ai miei compagni e a offrire il mio contributo".

COSA PUÒ DARE GORDON — Anche se nella prossima stagione le sue conclusioni da fuori saranno sicuramente un’arma in più per i Bobcats, Gordon non è solo un tiratore o un realizzatore: è anche in grado di creare opportunità per i suoi compagni di squadra e, se necessario, può giocare anche da playmaker. Nelle otto stagioni disputate nella Nba, Gordon ha tenuto una media di 2.8 assist e 2.7 rimbalzi. Con una percentuale in carriera dell’85.9% ai liberi, il giocatore è una garanzia dalla linea della carità e per questo diventa automaticamente la miglior opzione dei Bobcats, in particolare dopo la partenza di D.J. Augustin e Corey Maggette. Gordon ha ancora benzina nel serbatoio: anche se lo scorso 4 aprile ha compiuto 29 anni, ha giocato più di 40 minuti in quattro partite, con un record stagionale di 45 punti in 41 minuti di gioco il 21 marzo 2012, nella sconfitta dei Pistons a Denver per 116-115.