Jordan e i nuovi Bobcats
"Serve mentalità vincente"

Michael Jordan, 49 anni, proprietario di Charlotte dal 2010. Ap

A metà della scorsa stagione, Michael Jordan non riusciva più a nascondere la propria frustrazione per le disastrose prestazioni dei Bobcats. Non volendo, però, che la gente vedesse quanto era arrabbiato, il proprietario di Charlotte si alzò dal suo posto in fondo alla panchina della squadra per recarsi nel suo salottino vip riservato situato ben sopra il campo. Tuttavia, non si arrese in quel periodo e tantomeno vuole farlo adesso. L'ultra-competitivo Jordan ha dichiarato che, nonostante abbia visto la sua squadra "toccare il fondo" durante la peggior stagione della storia dell'Nba, ha preso "un impegno a lungo termine" per far sì che la sua squadra diventi da franchigia disastrata un club vincente. E sa bene che non sarà un cammino facile e breve. "Siamo una squadra da playoff? Seriamente, non possiamo avere questo tipo di aspettative - ha dichiarato Jordan -. Dobbiamo però imboccare la strada giusta. Non sono per nulla felice del record negativo dell'anno scorso. È davvero frustrante". Charlotte aveva chiuso la stagione a 7-59, la peggior percentuale di vittorie (10.6%) della storia dell'Nba.

NUOVO CORSO — Jordan, sei titoli Nba da giocatore con Chicago, crede di aver trovato l'uomo giusto per invertire la tendenza: il nuovo coach Mike Dunlap. Il tecnico ha adottato un approccio senza fronzoli ed è ripartito dai fondamentali, cosa che Jordan riteneva mancasse da tempo a Charlotte. "Abbiamo saltato queste fasi per anni - dice Jordan -. Non abbiamo una stella che possa trascinare la squadra, perciò dobbiamo imparare a giocare insieme. Ecco quel che mi piace di Dunlap: ritornerà ad insegnare i fondamentali di questo sport. Buoni passaggi, uso dei pivot, tagliafuori, corsa, come gestire la palla e come fare dei buoni tiri. Tutte cose che avevamo perduto". Jordan ha dichiarato che la vera sfida è stata far accettare il cambiamento ai giocatori, specialmente per quanto riguarda le sessioni fiume di allenamento di Dunlap da tre-quattro ore. In settimana Jordan ha notato quella che lui percepiva come "resistenza" da parte di alcuni giocatori nei confronti dei metodi di Dunlap, perciò li ha radunati dopo una sessione di allenamento per una bella strigliata. Il proprietario ha detto loro di condividere la filosofia di Dunlap e di essere pronto ad allontanare chiunque avesse dei dubbi sul tecnico. Jordan ha poi dichiarato di aver notato un cambiamento nell'atteggiamento a partire dal giorno successivo. "Voglio stabilire una certa mentalità in questa squadra e far capire che, nonostante arrivi gente nuova, nessuno può considerarsi più importante della squadra - dice Jordan -. Ci si può solo adattare o meno. Guardate le squadre ben affermate, hanno tutte una mentalità vincente". Jordan ha dichiarato che una volta stabilita questa mentalità, sempre più grandi nomi del mercato dei free agent vorranno approdare a Charlotte. "L'anno scorso abbiamo avviato il percorso di azzeramento della squadra per provare a ricostruirla - dice Jordan -. E questo è un altro passo verso il nostro obiettivo, prendere un coach giovane che condivide la nostra idea di squadra che vogliamo in futuro e che sia capace di creare il giusto feeling tra i free agent in arrivo e i giocatori già in rosa".

volti nuovi — I Bobcats hanno aggiunto un po' d'esperienza alla giovane rosa durante l'offseason prendendo il centro Brendan Haywood (scaricato da Dallas), arrivando a Ben Gordon tramite scambi e acquistando il free agent Ramon Sessions dai Lakers. Nonostante i tre siano considerati giocatori di livello, nessuno può essere ritenuto giocatore franchigia, né tantomeno assumere il ruolo che Jordan ricopriva nei Bulls. A Jordan piacerebbe avere una stella in squadra e se quel tipo di giocatore dovesse diventare disponibile o nel mercato dei free agent o tramite scambi, e se volesse approdare a Charlotte, Jordan ha dichiarato che muoverebbe mari e monti per un acquisto del genere. "Se trovassimo un giocatore che rientra nei nostri piani e il cui acquisto fosse sensato, certo che aprirei il portafoglio, senza ombra di dubbio - dice Jordan -. Ma non credo che finire in luxury tax per poi lottare per l'ottavo posto nei playoff avrebbe senso; bisogna spendere, sì, ma in maniera oculata".

obiettivi — Jordan non ha fissato un numero minimo di vittorie per considerare questa una stagione positiva. Si è limitato a dire a Dunlap di aspettarsi che a febbraio la squadra giochi molto meglio di quanto stia facendo ora. "Il nostro successo a lungo termine si basa su molte cose - spiega Jordan -. Primo, come si adatteranno i giovani al processo di rifondazione che stiamo affrontando. Sapremo solo a fine stagione quali buchi dovremo riempire perché dovremo rinnovare alcuni contratti chiave", Gerald Henderson e Byron Mullens diventeranno infatti free agent. "Cominceremo affrontando queste situazioni - dice Jordan -. Ma è difficile per me dire adesso che entro due-tre anni saremo una squadra da playoff. Diciamo che ci spero". Per il prossimo anno, i Bobcats dovrebbero avere molto spazio nel salary cap e Jordan spera che le regole del nuovo accordo collettivo impediscano ai giocatori di andare in quelli che chiama "mega-squadroni", creando più equilibrio nel campionato. Comunque sia, Jordan e i Bobcats hanno ancora molta strada da percorrere, ma il patron guarda oltre. "Al momento non mi vedo fuori da questo sport - dice -. Io sono competitivo di natura e voglio vincere. E vi garantisco che voglio invertire la rotta il prima possibile, ma ovviamente ci vorrà del tempo. Ho preso un impegno che vorrei tramandare ai miei familiari o ai miei figli. Voglio rimanere a Charlotte".