Sopresa Orlando, Clippers al palo
Miami incanta, scivolone Atlanta

Orlando chiude a sorpresa la serie di 13 vittorie casalinghe consecutive dei Clippers: i californiani perdono così anche il miglior record della lega sbagliando all'ultimo secondo il tiro del supplementare, dopo una partita in cui avevano sempre guidato nel punteggio. Miami e Indiana, contro Sacramento e Charlotte, sono le uniche big che non si fanno sorprendere in una notte in cui cade invece l'alta borghesia Nba rappresentata da Atlanta, Houston e Memphis, tutte beffate da squadre in difficoltà come Washington (che accoglie così il debutto stagionale di John Wall), Philadelphia e Dallas.

Los Angeles Clippers–Orlando Magic 101-104
Redick e McRoberts nel finale, ma anche Afflalo (massimo in carriera eguagliato) e Vucevic, trascinano Orlando per sovvertire il copione già scritto di una gara a cui i Magic arrivavano dopo 10 sconfitte consecutive, mai vincenti dopo l'infortunio a Glen Davis del 19 dicembre, e i Clippers col miglior record Nba e il record franchigia aperto di 13 successi casalinghi consecutivi. La beffa per i californiani arriva sulla tripla del possibile overtime sbagliata sull'ultimo tiro da Crawford, insieme a Barnes protagonista negativo del finale, al termine di una gara tutta all'inseguimento per Orlando, rientrata solo a 4' dalla fine sul 95-95 dopo essere stata a -8 fino a un minuto prima. Sul 99 pari i Magic prendono due rimbalzi d'attacco, con McRoberts e Vucevic, e al terzo tentativo arriva il primo vantaggio della serata a 42'' dalla fine della partita: Redick (4/8 da tre, nel buon 11/25 di squadra) fa saltare Barnes sulla finta e infila la tripla del 99-102 che scava il solco poi gestito da là alla fine. Paul, che in una serata anche da 4 recuperi e soprattutto 16 assist è il migliore dei Clippers insieme a un Griffin da 30 punti, ricuce subito sul -1. Per i californiani tutto oare volgere al meglio quando Odom stoppa Nelson a 17'' dal termine, ma di là Redick completa la gran serata subendo il fallo in attacco di Crawford. Sull'ultimo assalto Magic, Redick raddoppiato fa uscire la palla per McRoberts, che pesca Vucevic solo sotto canestro per il 101-104 a 8'' dalla fine. Palla ai padroni di casa: in una confusa ultima azione in cui riceve il consegnato da Griffin, Crawford tira per l'overtime con la mano in faccia di McRoberts, ma l'imbattibilità casalinga dei Clippers (che durava dal 26 novembre) si spegne sul ferro. Per Orlando lo Staples Center si conferma terra di conquista, dopo aver già vinto in casa Lakers il 2 dicembre. In casa californiana, da segnalare il debutto stagionale di Grant Hill, a meno due da quota 1000 partite Nba giocate: in sei minuti ha chiuso con 2 punti con 0/3 dal campo, 2/2 ai liberi e 2 rimbalzi.
LA Clippers: Griffin 30 (15/21, 0/1), Crawford 13, Jordan Paul Green e Barnes 10. Rimbalzi: Griffin 8. Assist: Paul 16
Orlando: Afflalo 30 (7/16, 3/3, 7/8 tl), Redick 21, Vucevic 18, Nelson 11. Rimbalzi: Vucevic 15. Assist: Nelson 9.

Washington Wizards–Atlanta Hawks 93-83
Washington festeggia il debutto stagionale della sua stella John Wall dopo l'intervento al ginocchio di settembre mettendo insieme per la prima volta in stagione due vittorie consecutive. Wall è già decisivo, perché sul rientro di Atlanta sul 77-83 di Horford a 5' dalla fine, su 6 suoi punti costruisce l'8-1 per il 91-79 della fuga decisiva a 2'10'' dal termine: la point-guard Wizards chiude la gara del rientro con 5/11 da due, 4/5 dalla lunetta, 2 rimbalzi, 4 assist, 3 perse, 2 falli, +6 di plus/minus in 21 minuti. Al quinto ko nelle ultime sei gare, Atlanta oggi è vulnerabile, andando sul campo della squadra col peggior record Nba a segnare solo 83 punti, col 38,5% al tiro e il 64% dalla lunetta, con 16 palle perse e solo 24 punti (con 7/27) dalla panchina. In attesa di Orlando prima di un giro di cinque gare a Ovest, Washington vede la luce in fondo al tunnel anche per i rientri di Booker, Martin e Ariza, godendosi anche il contributo ormai consolidato di Price e del rookie Beal. Ripresa con questa sconfitta anche da Brooklyn al quarto posto, Atlanta rischia di scivolare adesso alla quinta posizione a Est.
Washington: Price 16 (6/8, 0/4, 4/4 tl), Beal 16 (5/13, 1/3, 3/ 4 tl), Webster 15, Wall 14, Okafor 10. Rimbalzi: Nenè e Okafor 10. Assist: Wall 4
Atlanta: Teague 19 (5/7, 1/3, 6/7 tl), Horford 16, Smith 11. Rimbalzi: Horford 12. Assist: Harris 5.

Indiana Pacers–Charlotte Bobcats 96-88
Senza il top scorer Paul George, ammalato, i Pacers ripartono dalla propria difesa – la meno battuta in Nba con 89,1 punti subìti di media – per infilare la sesta vittoria nelle ultime sette partite, decima interna consecutiva, vendicando la sconfitta patita coi Bobcats nella seconda partita stagionale. Dall'80-78 a 5'26'' dalla fine Charlotte perde contatto con quattro errori al tiro e una palla persa che nel giro di tre minuti le fanno subire il 7-0 firmato da Hill e Stephenson per l'87-78 a 2'43'' dal termine, difeso infine dai 7 punti in un minuto di Augustin. Dalla panca dei Bobcats, abitualmente prolifica, stavolta arrivano 35 punti di cui 21 dal solo Gordon, mentre Sessions chiude con 2/11. Trascinata dalla tripla doppia essenziale di West, Indiana vince pur in una giornata da 42,7% al tiro (ma 11/28 da tre), iniziata con uno 0/10, grazie anche agli 11 recuperi (4 di Stephenson) e ai 17 rimbalzi d'attacco (8 di Hibbert e 6 di West).
Indiana: Hill 19 (4/10, 3/7, 2/2 tl), Augustin 18, Stephenson 17, West 14. Rimbalzi: West 12. Assist: West 10
Charlotte: Gordon 21 (8/13, 1/1, 2/3 tl), Walker 16, Warrick 13, Henderson 12. Rimbalzi: Kidd-Gilchrist 8. Assist: Sessions 6.

Philadelphia 76ers–Houston Rockets 107-100
Si apre la crisi di Houston, che alla terza sconfitta di fila cade laddove pensava di rialzarsi, in casa dei Sixers in difficoltà. Sul 96-93 di metà quarto periodo i Rockets smettono di segnare su azione fino all'ultimo minuto, sbagliando 12 attacchi di fila, con 0/8 da tre e 4 palle perse, accumulando errori con Parsons (6 perse sulle 16 di squadra), Delfino e Lin (2/13 al tiro). Philadelphia comincia così con un successo di prestigio un periodo da 12 gare in casa su 13 in cui spera di rimettersi in moto, dopo aver perso 13 delle 16 partite precedenti, 12 in trasferta. Contro il basket a viso aperto di Houston, i Sixers (27esima squadra Nba con 92,2 di media e da sei gare sotto i 90) chiudono con 107 punti, dopo averne tenuti solo 84,2 nella serie di cinque sconfitte consecutive da cui venivano. Thaddeus Young vicino a canestro dà qualità, Jrue Holiday sul perimetro dà un'esuberanza cui aggiunge anche 4 recuperi, e tanto basta contro i Rockets fermi a 8/32 da tre punti.
Philadelphia: Holiday 30 (10/19, 1/3, 7/7 tl), T.Young 18, Richardson 16, Turner 10, Hawes 10. Rimbalzi: T.Young 12. Assist: Holiday 9.
Houston: Harden 23 (8/10,2 /9, 7/8 tl), Parsons 23, Asik e Delfino 16. Rimbalzi: Asik 10. Assist: Harden 6.

Detroit Pistons–Utah Jazz 87-90
Il quinto successo dei Jazz nelle ultime sette partite arriva con la suspense finale. Avanti 75-88 a 3'26'' dalla fine, da qui in poi Utah si spegne sbagliando tre tiri, perdendo quattro palloni e facendo solo 2/4 dalla lunetta. Reduce da cinque successi nelle ultime sei gare, Detroit ci crede e costruisce un 12-0 su 8 punti in fila di Bynum. All'ultimo assalto i Pistons arrivano anche a tirare per l'overtime ma Knight, cui arriva la palla dopo il tiro negato a Daye dalla difesa Jazz, manda la tripla sul ferro: addosso a lui la difesa di Carroll, fallosa secondo il coach di Detroit Lawrence Frank, che ha protestato alla fine perché voleva il fallo. Anche a +15 prima del riposo, i Pistons erano crollati in un terzo quarto da 25-11 sotto i colpi di Jefferson (dieci punti nel parziale), frenati da una serata da 6/16 da tre e 17 perse (7 di Monroe). Oltre al play Mo Williams, i Jazz erano per la terza gara di fila anche senza l'ala Marvin Williams, fermo per un'infiammazione al ginocchio.
Detroit: Knight 16 (5/9, 2/7), Bynum 13, Monroe 12. Rimbalzi: Monroe 11. Assist: Bynum 4
Utah: Jefferson 20 (10/18), Millsap e Foye 17, Burks 12. Rimbalzi: Jefferson 10. Assist: Watson 6.

Dallas Mavericks–Memphis Grizzlies 104-83
Texas proibito per Memphis, che dopo il -25 a Houston di un mese fa torna anche da Dallas con una sconfitta più pesante di quanto dica lo scarto finale. Da un mese non riuscivano a mettere in fila due successi i Mavs, che 48 ore prima con Sacramento avevano sfatato il tabù overtime per chiudere una serie da dieci sconfitte in undici partite. Nowitzki festeggia anche con un 3/3 da tre punti (11/17 di squadra) la sua settima gara di fila in doppia cifra dopo il rientro, ormai in grado di dare un contributo solido, nel giorno in cui il proprietario Cuban ha detto pubblicamente che il tedesco non sarà ceduto. In una giornata di ottima gestione della palla (solo 9 perse, per 26 assist su 39 canestri), Dallas non ha bisogno di chiedere gli straordinari a Carter (8 punti e 5 assist) e dopo le strigliate delle settimane scorse di Carlisle gioca una partita dominante contro i Grizzlies: reduce da quattro successi consecutivi, l'ultimo dei quali di grande prestigio con San Antonio, Memphis si arena in una giornata da 38,1% al tiro e 61,5% ai liberi, con Arthur unico a mettere in campo una certa energia (4 rimbalzi d'attacco sui 10 di squadra) e una prestazione moscia da Randolph (3/7) e Gasol (3/8), 14 punti e 10 rimbalzi in due prima di guardare dalla panchina l'ultimo quarto. La partita a quel punto è già chiusa, durata solo i primi dieci minuti fino al 21-18: poi un 9-0 dà la doppia cifra di margine ai texani a inizio secondo quarto, dilatandola ripetutamente fino al +16 prima del riposo, a +20 già tre minuti dopo l'intervallo e fino a +30 già prima della fine del terzo quarto, toccando infine il 102-68 prima di spegnere il motore nel finale.
Dallas: Marion 20 (7/10, 2/3), Nowitzki 17, Kaman 14, Mayo 11, Collison e Brand 10. Rimbalzi: Brand 9. Assist: Collison 6
Memphis: Gay 12 (4/9, 1/2, 1/2 tl), Arthur 11, Selby 10. Rimbalzi: Arthur 9. Assist: Bayless 5.

Sacramento Kings–Miami Heat 99-128
A Miami serviva una vittoria da grande squadra per ripartire dopo aver perso tre delle ultime quattro partite, in cui segnava 88,8 punti di media e non aveva mai toccato quota 100. Questa vittoria arriva a Sacramento con il massimo stagionale di 128 punti segnati, alimentato dall'exploit da tre punti di Mario Chalmers, che con 10/13 da oltre l'arco eguaglia il record franchigia di Brian Shaw. Alla quarta sconfitta consecutiva, tutte sopra i 110 punti subìti, in questo momento i Kings sono una facile vittima anche per gli Heat che avevano vinto solo 7 delle prime 15 trasferte stagionali: più che alle faccende di campo, in questo momento a Sacramento si guarda al cambio di proprietà in divenire, con la cordata pronta a entrare che ha detto in giornata che terrà la squadra a Sacramento. Con un divario in doppia cifra da subito, a +22 al riposo e col tassametro che continua a correre nel terzo quarto, di fatto non c'è mai partita, con i Kings frenati dal 29/69 da due col solo Isaiah Thomas a mettere insieme il suo massimo in carriera di 34 punti ma un po' fine a se stesso, mentre di là Miami esalta la propria circolazione di palla con 35 assist, 37 triple tentate, più 11 recuperi (5 di LeBron James) e altrettante stoppate per costruire dalla difesa tiri ad alta percentuale (28/43 da due). In casa Kings, 11 punti con 4/11, 8 rimbalzi, 4 assist e 3 perse per Cousins, mentre Evans si ferma a 8 punti con 2/9 al tiro, 7 rimbalzi, 2 assist e 3 perse in 25'.
Sacramento: Thomas 34 (7/14, 6/8, 2/3 tl), Cousins e Johnson 11, Robinson 10. Rimbalzi: Robinson 10. Assist: Thomas 5
Miami: Chalmers 34 (2/3, 10/13), James 20, Bosh 16, Miller 12, Wade 11, Allen 10. Rimbalzi: Haslem 8. Assist: Wade e James 7.