LeBron sfiora la perfezione
Bene Oklahoma e New York

LeBron James a canestro nella vittoria contro Charlotte. Reuters

Una prestazione quasi perfetta di LeBron James, con 13/14 al tiro, e una grande giornata dei Big Three evita a Miami brutte sorprese contro i Bobcats ultimi in Nba. Charlotte era alla pari con Washington, che però approfitta delle assenze di Paul e Griffin per estendere la crisi dei Clippers. Vita facile per Oklahoma City su Dallas, stavolta senza overtime, e per New York su Detroit. Utah ha bisogno di un supplementare con Sacramento, colpo di Portland a Minneapolis mentre Philadelphia marcia sui ruderi di Orlando priva di tutti i suoi giocatori di riferimento.

Philadelphia 76ers–Orlando Magic 78-61
Solo un miracolo poteva evitare a Orlando la decima sconfitta di fila, e la numero 21 nelle ultime 23 partite, viste le assenze: fuori anche Redick (spalla destra) oltre a Nelson (avambraccio), Afflalo (polpaccio), Davis (piede sinistro rotto), Dequan Jones (piede sinistro) e Al Harrington (ginocchio destro). E l'aria da infortuni colpisce anche i Sixers, che perdono a gara in corso Thaddeus Young per un infortunio al tendine del ginocchio sinistro che potrebbe costargli un paio di settimane di assenza. E' la nota stonata della quarta vittoria in cinque partite di Philadelphia, ancora senza Richardson oltre a Bynum, che per risalire approfitta del positivo frangente di calendario, fatto di impegni casalinghi contro squadre non irresistibili: dopo Washington e Sacramento arriva la terza vittoria di fila, che mancava da novembre. Stavolta per i Sixers arriva la seconda miglior prestazione per punti concessi da quando esistono i 24'', ma Orlando con questo personale non può andare oltre il 33,8% al tiro, con 1/12 da tre e brutte percentuali diffuse: 2/12 McRoberts, 2/10 Ish Smith, 3/10 l'atteso ex Vucevic. In queste condizioni neanche ci si accorge della giornata da 17 errori su 20 tiri da oltre l'arco di Phila, oltretutto solo 5 volte in lunetta, capace di fare sua la partita solo con un 24-7 in 12' tra l'inizio della ripresa e l'inizio del quarto periodo per la fuga 68-48 a 8' dalla fine.
Philadelphia: Hawes 21 (8/14, 1/3, 2/3 tl), N.Young 15, Holiday 13, Allen 10. Rimbalzi: Hawes 14. Assist: Holiday 14.
Orlando: Moore 18 (9/13, 0/4), Nicholson 11, Harkless 10. Rimbalzi: Vucevic 14. Assist: Turkoglu 6.

Washington Wizards–Los Angeles Clippers 98-90
In casa della squadra che aveva il peggior record della lega, continua il crollo verticale dei Clippers orfani di Chris Paul e nell'occasione anche di Blake Griffin: “Vediamo come si sente domani”, dirà coach Del Negro senza svelare i tempi di recupero dal problema al tendine del ginocchio sinistro del suo lungo, che interrompe così una serie di 197 gare giocate consecutivamente, la più lunga dopo Westbrook. Per i Clippers è la terza sconfitta su quattro a metà di questo giro di otto trasferte, partita numero 11 delle ultime 13 senza Paul (ginocchio, tempi di rientro ancora indefiniti) e soprattutto la settima sconfitta nelle ultime 9 partite. Ne approfitta Washington, buffa squadra che ha un record migliore con le squadre vincenti (8-22) che con quelle perdenti (4-13), per rialzare la testa dopo che quattro k.o. di fila avevano annullato l'effetto del ritorno di John Wall dall'infortunio di inizio stagione. Stavolta il regista Wizards piazza un paio di zampate nel finale di una partita in cui ci aveva messo del suo con 6/18 al tiro nel 30/72 di squadra, compensato dal lavoro a rimbalzo d'attacco di Okafor e Nenè e dalla super giornata di Webster da oltre l'arco (5/6 per guidare i suoi al 58,3% totale). Sull'80-79 a metà quarto periodo, lo strappo casalingo arriva approfittando di tre perse in fila ospiti (Bledsoe, Hill e Crawford) con un 7-0 firmato da una tripla di Ariza su rimbalzo offensivo di Nenè e da un jumper di Temple, completati da un paio di canestri proprio di Wall per il 91-81 a 2'27'' dal termine. I Clippers pagano il 4/17 da tre (tolto Crawford, sbagliano 9 tiri su 10 da dietro l'arco) e soprattutto la valanga di perse: 5 di Odom titolare, 4 di Bledsoe e Butler, 20 in tutto.
Washington: Webster (1/4, 5/6, 4/4 tl), Nenè e Temple 15, Wall 13, Ariza 10. Rimbalzi: Okafor 14. Assist: Wall 8.
LA Clippers: Crawford 28 (7/13, 3/7, 5/6 tl), Bledsoe 17, Butler 15. Rimbalzi: Jordan 22. Assist: Bledsoe 9.

Doppia marcatura di Detroit su Carmelo Anthony. Reuters

New York Knicks–Detroit Pistons 99-85
New York completa con la quinta vittoria consecutiva un ciclo di cinque gare casalinghe consecutive per tornare a un passo dagli Heat primi a Est. L'esordio di Calderon, fin qui rimandato da problemi di visto, non basta ai Pistons a invertire la tendenza stagionale di larghe sconfitte con i Knicks, completando un periodo di sei sconfitte in otto gare per Detroit. La partita neanche inizia, perché con tre triple e un 11-0 New York scappa subito 20-6 dopo 7', cui con un nuovo 11-0 firmato da Smith e Stoudemire vola 33-13 dopo due minuti del secondo quarto. Una nuova sfuriata di triple (14 alla fine, su 34) guidata da Anthony, completata dai giochi a due tra Felton e Chandler e ancora dai canestri da sotto di Melo, vale il 57-31 prima del riposo. A gara chiusa, gli ospiti torneranno a -12 a 4' dalla fine prima che le triple di Smith (5/13 in tutto) e Novak ristabiliscano ancora le distanze. Chandler chiude con almeno 20 rimbalzi la terza gara consecutiva, come ai Knicks non succedeva dai tempi di Willis Reed 43 anni fa. I Pistons mancano a partire da Knight, che chiude con 2/10 di cui 1/6 da tre nel giorno da 3/13 di squadra.
New York: Anthony 27 (7/12, 3/5, 4/4 tl), Stoudemire 20, Smith 16. Rimbalzi: Chandler 20. Assist: Felton 9.
Detroit: Calderon 15 (6/8, 1/4), Stuckey 14, Bynum e Monroe 13. Rimbalzi: Monroe 10. Assist: Stuckey 4.

Miami Heat–Charlotte Bobcats 99-94
Tornata a casa (dove ha ora un record di 19-3) dopo aver giocato in trasferta 10 delle ultime 12 gare e di fronte alla squadra col peggior record Nba, Miami deve soffrire fino alla fine con Charlotte. La spunta in volata trovando 74 punti dei suoi 99 dai Big Three (31/51 al tiro, 10/30 il resto della squadra) e soprattutto una giornata da 13/14 al tiro di LeBron James, per un 93% che è il suo top in carriera. Eppure i Bobcats a 9' dalla fine erano a +3, crollati con un 10-0 per l'83-74 a 5' dal termine che però non chiude i giochi. Charlotte ha la palla della parità ancora a 2'30'' dal termine ma Allen ruba palla a Walker e Cole riprende una palla dopo essersi fatto stoppare da Taylor. Di nuovo a -2 a 1'16'' dal termine, Mullens perde di nuovo palla e, come Walker, sbaglierà poi una tripla nell'ultimo minuto per ricucire quando però ormai gli Heat hanno due possessi di vantaggio. Dopo lo spavento dell'uscita in barella di Kidd-Gilchrist nell'ultima gara per una botta alla testa, con tempi di recupero ancora incerti, Charlotte perde la gara numero 12 delle ultime 14, ma deve arrendersi ai più forti nel testa-coda a Est sebbene Sessions prosegua il suo buon momento.
Miami: James 31 (13/14, 5/6 tl), Bosh 23, Wade 20. Rimbalzi: Wade 12. Assist: James 8.
Charlotte: Sessions 18 (4/8, 0/1, 10/10 tl), Gordon 16, Henderson e Mullens 12, Walker 11, Taylor 10. Rimbalzi: Biyombo e Mullens 9. Assist: Gordon 4.

Oklahoma City Thunder–Dallas Mavericks 112-91
Dopo aver avuto bisogno dei supplementari in entrambi i precedenti stagionali, stavolta i Thunder mettono le cose in chiaro da subito per ipotecare il successo nella riedizione dello scontro playoff con Dallas. I Mavs durano poco, per la prima volta in stagione privi di Carter ammalato oltre a Kaman, che spremono solo un 3/11 dalla gara del rientro di Nowitzki dopo due assenze per un problema agli adduttori, frenati dallo 0/4 da tre di Mayo nella giornata da 3/16 di squadra da oltre l'arco. Oklahoma City ha una gara chirurgica da Martin, 17 punti in 22' (4/7, 3/5) e, prima di far riposare tutti i titolari nel quarto periodo, chiede solo 11 tiri a Durant dopo la botta alla schiena subita nell'ultima partita. Il top scorer è Westbrook nella sfida con l'ex compagno a Ucla Collison, i cui problemi di falli in avvio segnano l'inizio della fine per i texani. Dal 22 pari di fine primo quarto, i Thunder scappano con un 9-0, cui aggiungono un 25-8 in 6' del secondo quarto per scappare 61-34 quando mancano ancora tre minuti al riposo, toccando infine anche il +33 nel quarto periodo.
Oklahoma City: Westbrook 24 (8/15, 0/1, 8/9 tl), Durant 19, Martin 17, Ibaka 12. Rimbalzi: Durant 10. Assist: Westbrook 7.
Dallas: Marion 23 (9/12, 1/2, 2/2 tl), Jones 15, Nowitzki e Crowder 10. Rimbalzi: Wright e Brand 7. Assist: Mayo 6.

Minnesota Timberwolves–Portland Trail Blazers 98-100
Portland le tenta tutte per perdere la quinta trasferta di fila, ma Minnesota manca il tiro dell'overtime quando sulla sirena Cunningham non prende neanche il ferro, rovinando la sua miglior gara dell'anno e lasciando i Wolves la settima sconfitta nelle ultime otto partite. In controllo dal primo quarto, estendendo il vantaggio con un 20-4 a fine terzo periodo per entrare sul 58-77 nell'ultimo quarto e ancora avanti 82-95 a 4' dalla fine, i Blazers devono passare dal brivido finale per festeggiare il quinto successo nelle ultime sette gare che li porta a un passo (25-23) dall'ottavo posto a Ovest di Houston (26-23). Sono 8 punti in 1'30'' di Cunningham, già reduce dal 9/9 della partita precedente, che ispirano il 10-2 che fa tornare i Wolves 90-95 a 2'11'' dal termine con Barea. E di nuovo Cunningham ruba palla per offrire al portoricano il contropiede del -1, confermato ancora da Cunningham – in risposta a un canestro dai 6 metri di Aldridge – a 21'' dal termine su assist di Rubio per il 98-99: con 10 assist nel quarto periodo, del suo massimo in carriera eguagliato di 14, il regista catalano è la mente di una rimonta di cui Cunningham è il braccio. Qui Portland sbaglia addirittura tre degli ultimi quattro tiri liberi: si aggrappa prima alla stoppata su Rubio di Aldridge (che poi però fa 0/2 dalla lunetta) e infine ringrazia l'airball all'ultimo assalto del protagonista di giornata Cunningham, che aveva fatto saltare sulla finta Aldridge. Stavolta traditi da Shved, oltre a Derrick Williams, i Wolves sbagliano 10 dei loro 13 tiri da tre punti. Protagonisti mancati da una parte Kirilenko, che si infortuna nel secondo quarto al quadricipite destro, e dall'altra Batum, che soffre ancora i problemi al polso con una gara da 4 punti e soprattutto 7 palle perse (5 a testa anche di Lillard e Matthews, 4 di Hickson ancora sottotono in trasferta). Ringraziando anche Minnesota che le lascia un bel 34/52 da due punti, Portland ringrazia oltre a Aldridge ancora il super rookie Lillard (9/15 da due) e dà il bentornato a Matthews, uomo da 4/8 da tre.
Minnesota: Cunningham 23 (11/17, 1/2 tl), Barea 17, Rubio 15, Pekovic 13, Ridnour 10. Rimbalzi: Pekovic 11. Assist: Rubio 14.
Portland: Aldridge 25 (12/17, 1/5tl), Matthews 22, Lillard 21. Rimbalzi: Aldridge 13. Assist: Lillard 6.

Utah Jazz–Sacramento Kings 98-91 dts
Solo un rush finale, concluso con un autorevole overtime, salva i Jazz contro una delle peggiori squadre Nba in trasferta come Sacramento, sconfitta 21 volte in 26 gare fuori casa. I Kings sono avanti 75-82 a 4'26'' dal termine prima che due errori di Thomas, due di Thompson e uno di un disastroso Salmons offrano su un piatto d'argento a Utah il 9-0 per l'84-82, pareggiato da due liberi di Evans entrando nell'ultimo minuto, quando ancora Evans a 16'' dal termine e Jefferson con un airball sulla sirena sbagliano per entrambe il tiro della possibile vittoria. Al supplementare i Kings cominciano con 3 punti nei primi quattro minuti e mezzo, Utah segna 4 dei primi 6 tiri e approfitta degli errori ancora di Evans e Salmons per il 94-87 che la rende imprendibile sotto la guida di Foye alla nona gara di fila in doppia cifra. Fredette, 3 perse e 0/5 totale tra cui tre errori da oltre l'arco nel giorno del ritorno nello Utah dopo il college a Brigham Young, completa lo 0/10 da tre insieme a Salmons e Evans nella giornata da 3/20 di squadra per i californiani. Ma nonostante il ritorno all'abulia di Cousins (10 punti e 6 rimbalzi) e la prosecuzione delle difficoltà offensive (40,2% al tiro nell'occasione e 81,5 punti di media nelle ultime quattro gare), Sacramento si tiene in partita approfittando dei 15 rimbalzi d'attacco e della valanga di perse dei Jazz, ben 20. Beneficiando alla lunga della maggiore profondità, con tre dei sei uomini in doppia cifra usciti dalla panchina (e Burks al massimo stagionale), Utah celebra la nona vittoria nelle ultime dieci gare casalinghe, grazie anche a un frangente di calendario da 10 gare su 12 a Salt Lake City per tamponare le assenze di Hayward, Mo Williams e Watson.
Utah: Foye 20 (3/7, 3/5, 5/6 tl), Jefferson 15, Burks e Millsap 14, Favors 13, Carroll 13. Rimbalzi: Jefferson 12. Assist: Foye 6.
Sacramento: Thompson 23 (9/18, 5/8 tl), Evans 20, Thomas 17, Cousins 10. Rimbalzi: Thompson 10. Assist: Evans e Thomas 3.