Miami, troppo per Charlotte
Hornets, colpo a Orlando

Continua la marcia di Miami, dopo aver battuto i Thunder, e di Houston, al settimo successo in otto partite grazie ai canestri decisivi di Harden. Riprende il cammino di New York, con JR Smith decisivo in assenza di Anthony e Felton, e di Golden State, mentre San Antonio stoppa Toronto. Se New Orleans ferma a 11 la striscia di sconfitte consecutive, continua l'incubo di Brooklyn (10 perse su 13), Washington (8 di fila) e Charlotte (16 di fila).

Match sotto canestro fra Irving e Okafor. Reuters

Washington Wizards–Cleveland Cavaliers 84-87 (tabellino)
Un "canestro più fallo" di Thompson a 24"' dalla fine decide la sfida tra le due peggiori squadre a Est, che arrivavano alla sfida con 9 vittorie in coppia. Per la prima volta in stagione i Cavs infilano due successi consecutivi nonostante l'assenza di Varejao (ginocchio) e nonostante il calo nella ripresa di Irving: dopo un primo tempo da 20 punti, la stellina di Cleveland nell'ultimo minuto sbaglia quattro tiri liberi su sei, ma è da una sua penetrazione che nasce lo scarico realizzato da Thompson. Partito dalla panchina per punizione dietro Mack per un ritardo alla seduta di tiro, Crawford sbaglia a due secondi dalla fine la tripla dell'overtime, dopo aver sbagliato dieci secondi prima un tiro in sospensione. Per Washington buon impatto di Nenè, mentre Beal (0/5) perde ma non di tanto la sfida con l'altro rookie Waiters (3/11): ancora senza Ariza, Booker e Wall, per i Wizards è l'ottava persa di fila, sconfitta numero 23 in 26 gare.

Washington: Okafor 17 (8/14, 1/2), Crawford 17 (7/10, 0/5, 3/3 tl), Nenè 16, Webster 12. Rimbalzi: Webster e Okafor 10. Assist: Mack 7.
Cleveland: Irving 26 (5/14, 3/9, 7/11 tl), Thompson 15, Gee e Gibson 10. Rimbalzi: Thompson 12. Assist: Irving 8.

Per Dwyane Wade 29 punti. Reuters

Charlotte Bobcats-Miami Heat 92-105 (tabellino)
La sedicesima sconfitta di fila di Charlotte, sulla strada del record di 26 di Cleveland due anni fa, arriva contro gli Heat campioni e affatto stanchi dopo il successo sui Thunder a Natale, al sesto successo consecutivo. Senza Mullens, Gordon e Thomas, anche stavolta i Bobcats incassano più di 100 punti, puniti dal 12/23 da tre di Miami che, pur priva di Allen per la botta alla spalla destra rimediata su un blocco dell'ex compagno Perkins il giorno prima, trova un 4/6 da Chalmers e un 3/5 da Battier. LeBron James sfiora la tripla doppia e resta (abbondantemente) oltre i 20 punti per la partita di regular season numero 31 di fila, ma brilla soprattutto Wade (anche 9 rimbalzi e 5 assist): dopo il ritorno dei Bobcats dal -19 al -2, sull'85-88 a 5' dalla fine è lui ad aprire un break di 10-2 che, poi esteso dalla lunetta, ha dato l'89-102 a 100" dal termine per sigillare il successo Heat, alla prima gara di un giro di quattro trasferte.

Charlotte: Walker 27 (5/12, 4/8, 5/7 tl), Sessions 19, Warrick 18, Henderson 14. Rimbalzi: Biyombo 10. Assist: Walker 6.
Miami: Wade 29 (9/18, 1/1, 8/10 tl), James 27, Chalmers 17, Bosh 14. Rimbalzi: James 12. Assist: James 8.

Anderson al tiro. Reuters

Orlando Magic–New Orleans Hornets 94-97 (tabellino)
Peggiore squadra a Ovest, New Orleans interrompe a 11 la serie di sconfitte consecutive, andando a vincere a Orlando nella gara da ex di Ryan Anderson. Primatista di triple e giocatore più migliorato della scorsa stagione, in estate Anderson aveva preferito la migliore offerta Hornets: alla quinta gara partendo dalla panchina, chiuderà con 15 punti dopo averne segnati 25 nelle quattro precedenti uscite. Con sole 8 perse e un buon 36/64 da due, New Orleans torna a un successo che mancava dal 3 dicembre grazie al massimo stagionale di Lopez e di Vasquez, che è decisivo: Orlando era entrata nell'ultimo minuto e mezzo avanti 94-93 con due liberi di Redick poi, dopo il vantaggio realizzato dal playo Hornets, ha sbagliato due tiri con Afflalo, uno con Vucevic e ha perso palla con Moore. Dopo i due liberi della staffa di Vasquez, i Magic hanno avuto sulla sirena la tripla dell'overtime, ma Vucevic dall'angolo, su scarico di Redick raddoppiato, ha mandato sul ferro. Vano il massimo stagionale di Nelson, si fa sentire la perdurante assenza di Davis. In casa Hornets invece si avvicina il rientro di Gordon.

Orlando: Nelson 28 (7/9, 4/8, 2/2 tl), Vucevic 19, Redick 12, Moore 10. Rimbalzi: Vucevic 9. Assist: Nelson 10.
New Orleans: Lopez 29 (9/10, 11/12 tl), Vasquez 27, Anderson 15, Davis 12. Rimbalzi: Davis 11. Assist: Vasquez 8.

Atlanta Hawks–Detroit Pistons 126-119 d2ts (tabellino)
Nell'ultimo mese i Pistons avevano vinto solo con le peggiori squadre a Est, Cleveland e Washington, ma ad Atlanta sfiorano quella che sarebbe stata la terza vittoria consecutiva, abdicando solo dopo due supplementari. Gli Hawks rischiano di buttarla ripetutamente: sul +22 nell'ultimo quarto si fanno rimontare dai 26 punti in coppia nel quarto periodo di Bynum e Villanueva, che chiuderanno con quattro triple ciascuno, così come due a testa arrivano da Prince e Daye (8 punti e 11 rimbalzi) nel 14/27 di squadra da oltre l'arco. Proprio Daye a 4" dal termine dei regolamentari aveva infilato la tripla del 100-101, poi Horford va in lunetta e fa solo 1/2, mandando le squadre all'overtime. Qui è Josh Smith (aveva cominciato 13/18, poi ha sbagliato gli ultimi 7 tiri) con un tiro in sospensione a centro area a sbagliare allo scadere il tiro del successo degli Hawks. Ci pensa Teague, padrone in regia data l'assenza di Devin Harris, che nel cuore del secondo supplementare segna 7 punti di fila che, completati da una tripla di Korver (fin lì 1/10 al tiro) valgono il 120-114 della sicurezza. Per Atlanta è l'ottavo successo nelle ultime 12 uscite. Detroit trova 85 dei suoi 119 punti dalla panchina ma chiude sconfitta per la settima volta nelle ultime nove partite.

Atlanta: Smith 31 (12/22, 1/3, 4/8 tl), Horford 22, Williams 18, Teague 17, Morrow 16. Rimbalzi:1 Smith e Horford 10. Assist: Teague 11.
Detroit: Bynum 31 (9/20, 4/6), Drummond e Stuckey 16, Villanueva e Prince 14, Monroe 10. Rimbalzi: Drummond 12. Assist: Stuckey 11.

Milwaukee Bucks–Brooklyn Nets 108-93 (tabellino)
Dopo la brutta figura con Cleveland, Milwaukee riparte con la sua trazione posteriore e costringe Brooklyn alla decima sconfitta in tredici gare a dicembre, con coach Avery Johnson sulla graticola. I Nets erano senza Deron Williams per un infortunio al polso riportato cadendo sul parquet il giorno prima con Boston e Watson al suo posto ha chiuso con 2/12. Come nell'altro precedente stagionale, dà spettacolo la coppia composta da Ellis (anche 6 recuperi) e Jennings, che chiude con 45 punti e 6/7 da tre, tra i cinque Bucks mandati in doppia cifra. Brooklyn è frenata dal misero 38,6% al tiro con 4/21 da tre, ma tra viaggi in lunetta e rimbalzi d'attacco (8 di Lopez sui 15 totali) torna fino all'84-80 a 8' dalla fine: da qui però per 4' segna solo un paio di canestri con Lopez, così le triple di Ilyasova, Ellis e Dunleavy danno l'allungo a Milwaukee.

Milwaukee: Jennings 25 (6/11, 3/4, 4/4 tl), Ellis 20, Ilyasova e Dunleavy 17, Sanders 12. Rimbalzi: Sanders 12. Assist: Ellis 7.
Brooklyn: Lopez 21 (9/18, 3/5), Blatche 14, Johnson 13, Bogans 11. Rimbalzi: Wallace 12. Assist: Wallace 8.

Memphis Grizzlies–Philadelphia 76ers 89-99 (tabellino)
I Grizzlies hanno perso la loro difesa: dopo la peggior sconfitta stagionale con Houston, in cui hanno concesso 121 punti (rispetto ai 90,5 di media) e il 53,7% al tiro, cadono in casa coi Sixers lasciandoli tirare con il 52,1% su azione, 9/16 da tre. Senza Gay, fuori per "ragioni personali" dopo il minimo stagionale di 6 punti contro i Rockets, Memphis si ferma a uno sterile 38,9% al tiro, compensato solo in parte dal lavoro in area di Gasol e Randolph. Philadelphia, che aveva perso le ultime sei gare fuori casa, si sblocca così alla seconda partita di una serie di otto partite di fila in trasferta. Nonostante le tante perse di Turner e Holiday, i Sixers si godono il massimo stagionale di Hawes, in dubbio per problemi alla schiena, e di Wright, partito in quintetto al posto dell'infortunato Richardson. Perse sei delle ultime sette partite, Philadelphia scappa con un 13-0 nel giro di due minuti e mezzo, sul 73-75 a inizio quarto periodo, firmato da due triple di Ivey e una di Nick Young.

Memphis: Randolph 23 (9/17, 1/1, 2/2 tl), Gasol 18, Pondexter 13, Conley 10. Rimbalzi: Randolph 9. Assist: Gasol 8.
Philadelphia: Wright 28 (3/3, 5/8, 7/8 tl), Hawes 20, T.Young e Holiday 13, N.Young 12. Rimbalzi: Hawes 9. Assist: Turner e Holiday 9.

Minnesota Timberwolves–Houston Rockets 84-87 (tabellino)
Da nove anni i Wolves non vincevano sei gare di fila in casa e non ci riescono neanche stavolta, per colpa di James Harden. L'ex Thunder segna 17 punti nel quarto periodo, 15 degli ultimi 17 di squadra da metà periodo in poi, tra cui gli ultimi tre canestri dei Rockets, due decisivi in entrata a 39" e a 11" dal termine. Perso Pekovic a metà secondo quarto e tradita da Love (3/14 con 0/7 da tre e 5 perse), Minnesota era stata anche a +14 e comunque butta via l'84-83 di Kirilenko con cui era entrata negli ultimi due minuti, cominciando a sparare a salve da tre con Shved e appunto Love, e con una persa di Barea a 31" dal termine. Ancora Shved, allo scadere, sbaglierà la tripla dell'overtime, quinto errore sui sette tentativi da oltre l'arco della sua serata. Dietro a un Ridnour da 3/10, Rubio segna 8 punti (2/5) con 2 assist in 21 minuti. Nel giorno del ritorno di McHale nella sua Minneapolis, i Rockets si confermano tra le squadre più in forma in Nba (sette vittorie nelle ultime otto gare) anche imparando a vincere in maniera diversa rispetto ai 106 punti di media stagionale e ai 118,8 nelle ultime quattro uscite: fin qui sempre sconfitti nelle cinque gare in cui erano rimasti sotto i 100 punti, tengono a 84 punti e al 38,1% al tiro i Wolves, che nelle loro ultime cinque partite casalinghe viaggiavano a 101,4 di media.

Minnesota: Barea 18 (5/8, 2/6, 2/2 tl), Shved 16, Williams 9. Rimbalzi: Love 12. Assist: Ridnour 4. Houston: Harden 30 (9/17, 2/5, 6/6 tl), Parsons 12, Delfino 11. Rimbalzi: Asik 17. Assist: Parsons 5.

Battaglia fra Green, Pietrus e Duncan. Ap

San Antonio Spurs–Toronto Raptors 100-80 (tabellino)
Si interrompe a San Antonio la sorprendente serie di cinque vittorie consecutive dei Raptors, ancora privi dei titolari Bargnani, Lowry e adesso anche Valanciunas, per la frattura a un dito della mano destra riportata venerdì. Chiuso un periodo da 12 partite su 16 fuori casa, gli Spurs raccolgono la settima vittoria interna consecutiva, volando nei 23' con Ginobili in campo (+27) e dando parzialmente seguito (8/19) al buon periodo da tre punti che nell'ultima partita, con Dallas, era valso il record franchigia di 20 triple. Vinto a sorpresa l'unico precedente stagionale, Toronto non perdeva dal 12 dicembre, seppur in una striscia di calendario amico e con quattro gare su cinque in casa. Ma senza tre titolari e con DeRozan tenuto a 3/9 al tiro, i canadesi pescano dalla panchina tutti i loro quattro uomini in doppia cifra e 53 punti su 80 totali. Restano in gara fino al 57-53 a 4' dalla fine del terzo quarto, trovandosi nel giro di pochi minuti sotto 70-55 prima di entrare nel quarto periodo.

San Antonio: Duncan 15 (6/11, 3/4), Ginobili 14, Parker 13, Splitter e Diaw 10. Rimbalzi: Leonard 10. Assist: Parker 7.
Toronto: Johnson 12 (6/8), Anderson 12 ( 3/6, 2/4), Lucas e Ross 11. Rimbalzi: Davis 7. Assist: Calderon 10.

Phoenix Suns–New York Knicks 97-99 (tabellino)
Per New York ci pensa JR Smith. Senza Felton (frattura a un dito della mano destra) e Anthony (iperestensione al ginocchio) dopo la battaglia di 24 ore prima a Los Angeles, i Knicks tornano subito al successo. Squadra che più di tutte cerca la conclusione della lunga distanza, lo fanno ritrovando il tiro da tre punti: erano a 31,2% nelle ultime cinque gare (di cui tre perse), ben sotto il 39,5% stagionale, e stavolta chiudono con 9/22 (40,9%), grazie anche al 5/8 di un super Kidd. La firma però è di JR Smith, non solo top scorer ma anche match winner coi due canestri decisivi. Phoenix, alla terza sconfitta consecutiva, riprende nel finale i Knicks con Telfair e Brown e concrezizza con due liberi di Dudley (al massimo in carriera) il vantaggio 97-95 a 34" dal termine. Qui decide JR: dopo un errore a 53"' dal termine, Smith inventa il jumper del pari dai 6 metri a 10" dal termine, poi dopo una persa di Telfair (anche per la deflection di Kidd su un tentativo di passaggio a Gortat), sull'ultima rimessa Kidd pesca sulla sinistra vicino alla linea di fondo Smith, che si alza in sospensione per il canestro della vittoria. Privi di Dragic da fine primo tempo dopo un flagrant foul proprio di Smith, male i Suns con O'Neal in campo, molto meglio con Gortat. New York attende di chiudere questo giro a Ovest venerdì a Sacramento poi valuterà il rientro di Stoudemire dopo l'intervento al ginocchio sinistro.

Phoenix: Dudley 36 (6/9, 5/8, 9/9 tl), Gortat 13, Telfair e Brown 11, Beasley 10. Rimbalzi: Gortat 9. Assist: Brown e Telfair 4.
New York: Smith 27 (11/23, 0/4, 5/6 tl), Kidd 23, Chandler e Copeland 14. Rimbalzi: Chandler 12. Assist: Kidd 8.

Utah Jazz–Golden State Warriors 83-94 (tabellino)
Golden State riparte, dopo aver buttato via il +14 nel quarto periodo nella gara poi persa all'overtime contro i Lakers. Alla seconda gara senza Mo Williams (in sua assenza però erano 4-1 in stagione), i Jazz rimediano la terza sconfitta in 12 gare casalinghe per colpa di una giornata da 38,6% al tiro, e solo 4/17 da tre, che li mette molto presto fuori dai giochi. I Warriors, che avevano perso due delle ultime tre partite dopo aver vinto 10 delle precedenti 12, scappano con un bel 9/18 da tre, cesellato poi dal 19/20 dalla lunetta. Lo firma il solito trio composto da Curry (che aveva aperto la serata con 11 punti idi fila), Thompson e Jack (reduce dal massimo in stagione): con loro tre in campo insieme arriva il break di 10-0, sul 32-37 di metà secondo quarto, da cui Utah non si riprenderà più. Rientrata al massimo a -9, finirà sotto anche 66-88 a metà quarto periodo. Per i Warriors sorpresa è l'undicesimo successo (su 17 gare) in trasferta, quanti nell'intera scorsa stagione.

Utah: Jefferson 18 (8/15, 2/2 tl), Millsap 14, Kanter 10. Rimbalzi: Jefferson 10. Assist: Tinsley 4. Golden State: Curry 23 (3/11, 4/7, 5/6 tl), Lee 18, Thompson e Jack 15. Rimbalzi: Biedrins 12. Assist: Curry 7.

Paul Aldridge in azione. Ap

Portland Trail Blazers–Sacramento Kings 109-91 (tabellino)
Nell'ultima partita Sacramento aveva battuto a domicilio i Blazers pur facendo a meno di Cousins, sospeso per motivi disciplinari. Reintregrato il lungo dopo una sola gara di assenza, coach Smart aveva avvertito che poteva comunque continuare a fare a meno di lui e così è stato, ma con esito opposto, nel rematch a campi invertiti. A Portland decide la maggiore qualità della franchigia dell'Oregon, che chiude con il 50,6% al tiro (rispetto al 40,7% Kings) e anche 17 rimbalzi d'attacco (5 a testa per Hickson e Aldridge) per cancellare le palle perse e tenere alto il numero dei possessi. Bene soprattutto con Thomas, Garcia e Hayes dalla panchina, Sacramento tiene fino al 44-40 a 5' dal riposo, ma qui si fa schiacciare in testa per quattro azioni di fila (due con Lillard e due con Hickson) perdendo contatto con la partita: Portland, che aveva perso entrambi i precedenti stagionali, scappa fino al 57-42 prima del riposo e poi addirittura 91-65 sul finire del terzo quarto.

Portland: Aldridge 28 (11/20, 0/1, 6/7 tl), Batum 18, Hickson e Lillard 17, Barton 14. Rimbalzi: Hickson 14. Assist: Lillard 11.
Sacramento: Salmons 19 (3/6, 3/4, 4/4 tl), Thomas 12, Thompson 11. Rimbalzi: Hayes 9. Assist: Brooks 5.