Miami inciampa, i Clippers no
San Antonio show con Houston

Blake Griffin, in volo come i Cli ppers. Ap

In Nba è la notte della caduta a sorpresa di Miami, che a Detroit paga l'assenza della propria difesa più che quella di Wade. Sale a 16 il numero di successi consecutivi dei Clippers, che ribadiscono il miglior record Nba. Sono 17 invece le sconfitte consecutive dei Bobcats, contro cui riparte Brooklyn dopo il licenziamento di coach Avery Johnson. Torna al successo Washington, squadra con il peggior record, che dopo 8 k.o. di fila riparte contro Orlando. Dopo una rimonta da -27, i Knicks ancora senza Anthony e Felton cadono a Sacramento all'ultimo secondo. Sesto successo in sette gare per i Lakers, con la difesa e senza chiedere gli straordinari a Bryant. San Antonio vince la scoppiettante sfida texana fermando il momento magico di Houston. Indiana e Golden State continuano a macinare successi..

Indiana Pacers–Phoenix Suns 97-91 (tabellino)
Ferma da sei giorni per il posticipo della prevista partita con Chicago, Indiana riparte da dove era rimasta. Il quarto successo consecutivo dei Pacers, e settimo nelle ultime otto partite (dal 9 dicembre ha perso solo a Milwaukee, arriva con lo sprint finale. Sull'85 pari a 4' dalla fine Phoenix (tornata anche dal -16 ma condannata al quarto k.o. consecutivo dal 2/14 da tre) sbaglia 5 attacchi di fila, soprattutto con Telfair che l'aveva guidata fin lì. Indiana la punisce con un 8/10 dalla lunetta e un paio di canestri di West, tra cui quello del vantaggio a 3'16'' dal termine. Confermatasi miglior difesa Nba per punti subìti, i Pacers dall'altra parte si alimentano con 16 rimbalzi d'attacco (12 del trio Hibbert-Mahinmi-West) e con l'8/16 da tre (3 di Hill, 2 a testa per Green e George). Settima sconfitta esterna consecutiva per i Suns, striscia perdente in trasferta più lunga degli ultimi tre anni.
Indiana: Hill 22 (6/9, 3/4, 1/1 tl), George 15, West 14, Hansbrough 12, Stephenson 10. Rimbalzi: Hibbert 14. Assist: Stephenson 5.
Phoenix: Telfair 19 (7/14, 1/6, 2/2 tl), Gortat 15, Scola e Brown 12, Dudley 11, Beasley 10. Rimbalzi: Gortat 10. Assist: Telfair 6.

Washington Wizards–Orlando Magic 105-97 (tabellino)
Dopo otto sconfitte di fila e 23 nelle prime 26 partite di stagione, Washington torna ad assaporare il successo ritrovando grazie alla panchina (25/42 al tiro e 57 punti dal trio Temple-Crawford-Seraphin) il proprio attacco, che era ultimo in Nba a 88,6 punti di media, scesi a 84,8 durante la striscia perdente. È il relax difensivo a tradire Orlando, che da 12 partite non subiva più di 100 punti, e per cui i Wizards si confermano bestia nera: nel precedente di una settimana prima avevano perso Glen Davis per un infortunio alla spalla sinistra per un fallo di Okafor, e da allora non ha più vinto, raccogliendo nella capitale la quarta sconfitta consecutiva. Affidandosi ai soli Afflalo, Redick e Nelson, 65 punti in tre ma con 34/54 al tiro, i Magic staccano la spina troppo presto, pensando a una giornata facile dopo il 25-8 di vantaggio con cui hanno iniziato la gara. Washington recupera con le seconde linee (Crawford e Temple su tutti) e, ancora senza Ariza, Price e Wall, trovano anche da Nenè una serata da 7/11 con 9/10 ai liberi e 11 rimbalzi. I Wizards tentano la fuga con un 12-0 a metà terzo quarto costruito sulle perse di Ayon e Nelson per il 78-63 a 2'20'' dalla fine del terzo quarto. Ripresi sull'83-80 a 10' dal termine, piazzano il colpo di grazie con un nuovo break di 9-0 in due minuti firmato dai lunghi Nenè e Seraphin a punire una striscia da 0/4 da tre in quattro minuti dai Magic.
Washington: Crawford 27 (8/11, 3/5, 2/2 tl), Nené 23, Seraphin 17, Temple 13, Beal 11. Rimbalzi: Nenè e Okafor 11. Assist: Temple e Crawford 6.
Orlando: Afflalo 26 (8/15, 1/6, 7/7 tl), Redick 23, Nelson 16. Rimbalzi: Vucevic 11. Assist: Nelson 8.

Cleveland Cavaliers–Atlanta Hawks 94-102 (tabellino)
Atlanta vendica la sconfitta interna di un mese fa con Cleveland che, avanti 94-93 a 3' dalla fine, sbaglia i successivi 5 tiri ed è condannata da Teague, Horford e da una tripla di Korver per il 9-0 finale Hawks. Si chiude così a due la mini-striscia vincente dei Cavs, ancora privi di Varejao e in una giornata da 41,9% al tiro, che al ritorno in casa tornano anche a perdere nonostante un Irving strepitoso con 4 triple, 4 recuperi e 5 assist. Decisivo però è il suo dirimpettaio, Teague, che al massimo in carriera di 27 punti guida gli Hawks al terzo successo di fila (dopo aver perso tre delle quattro gare precedenti), alla prima partita di una serie di 8 gare su 11 in trasferta. Gli Hawks ringraziano il 13/24 da tre (54,2%) costruito su triple di Williams e 3 a testa per Korver e Teague, propulsori del motore a trazione posteriore di Drew, ed è con loro che vincono.
Cleveland: Irving 28 (8/13, 4/7), Waiters 18, Zeller 12, Gee e Miles 10. Rimbalzi: Thompson 8. Assist: Irving 5.
Atlanta: Teague 27 (8/13, 3/6, 2/2 tl), Williams 16, Horford 14, Tolliver 13, Korver 11. Rimbalzi: Horford 11. Assist: Teague 8.

LeBron, destra, fermato fallosamente da Tayshaun Prince. Ap

Detroit Pistons–Miami Heat 109-99 (tabellino)
Perfino gli Heat campioni, seppur privi di Wade, sospeso una gara per il calcio all'inguine a Sessions di due giorni prima, si devono arrendere al momento positivo di Detroit, che nelle ultime quattro gare ha perso solo all'overtime a Indianapolis. Non basta a Miami un Bosh da 11/17 e il solito LeBron James (anche 6 recuperi), perché tradisce Allen quando servirebbe (3/13) e soprattutto la difesa: dopo nove gare, di cui 8 vinte, a 90,7 punti subìti di media e mai oltre i 97, stavolta concedono ai Pistons una giornata con il 58,1% dal campo. A far volare Detroit è il 12/19 da tre e una panchina da 64 punti sui 109 di squadra. Sull'onda del successo sfiorato con i Pacers, protagonisti sono ancora Bynum e Villanueva, sono loro a guidare il secondo quarto casalingo da 41-20 per rimontare l'inizio da 11/14 al tiro e 32-17 degli Heat. E sono ancora loro due che piazzano un 9-0 in due minuti quando a 10' dalla fine Miami era tornata 81-77, dopo essere affondata 67-52 in 4' senza segnare a inizio ripresa. Sotto 105-97 a due minuti dalla fine, quando sbagliano tre tiri in fila con James, Bosh e Allen gli Heat alzano bandiera bianca.
Detroit: Bynum 25 (7/12, 3/4, 2/3 tl), Villanueva 18, Singler 12, Daye e Prince 11, Drummond 10. Rimbalzi: Drummond 10. Assist: Bynum 10.
Miami: James 35 (13/18, 2/4, 3/4 tl), Bosh 28, Allen 9. Rimbalzi: Bosh 9. Assist: Cole e James 5.

Brooklyn Nets–Charlotte Bobcats 97-81 (tabellino)
Servivano i Bobcats alla sconfitta consecutiva numero 17 per far tornare al successo i Nets dopo 10 sconfitte su 13 nel mese di dicembre, guidati da PJ Carlesimo coach ad interim dopo il licenziamento di Avery Johnson: dietro alla prima scelta Phil Jackson, i principali candidati sono Stan Van Gundy e l'assistente Rockets Kelvin Sampson. Di fronte al patron Prokhorov tornato appositamente dalle vacanze sulle nevi del Canada, Deron Williams e compagni hanno ritrovato innanzi tutto la propria difesa dopo un dicembre da 108 punti subìti di media. La prima reazione di Brooklyn al cambio in panchina è il 29-11 nei primi 10' di gara, approfittando di un inizio di Charlotte tra 13 errori sui primi 16 tiri. Dopo essersi dichiarato estraneo all'avvicendamento tecnico, Deron Williams segna 17 dei suoi 19 punti nel primo tempo, e nel complesso i “Big Three” Nets segnano 61 punti sui 97 di squadra, con un trascinante Lopez. Hanno gioco facile contro i Bobcats spuntatissimi in attacco, con il 38,4% al tiro, con 2/10 di Walker, 3/10 di Gordon e 1/6 di Kidd-Gilchrist: rientrati al massimo a -11, sono giocoforza crollati fino al 66-38 di inizio ripresa.
Brooklyn: Lopez 26 (9/12, 8/8 tl), Williams 19, Johnson 16. Rimbalzi: Evans 13. Assist: Wallace 6.
Charlotte: Warrick 13 (4/10, 5/6 tl), Sessions 12, Gordon 10. Rimbalzi: Haywood 8. Assist: Henderson 4.

New Orleans Hornets–Toronto Raptors 97-104 dts (tabellino)
Dopo una breve interruzione, si riparte. Vale per Toronto, che dopo aver chiuso a San Antonio una serie di cinque successi di fila è tornata di nuovo alla vittoria, per niente scontata dopo 15 k.o. nelle precedenti 17 gare fuori casa. E vale per New Orleans, che aveva appena evitato a Orlando di eguagliare il record franchigia di 12 perse di fila ma raccoglie così la sconfitta numero 11 nelle ultime 12 partite casalinghe, nonostante un supera Davis da 25 punti. Sono 8 suoi punti a firmare il 13-2 in 2'20'' con cui New Orleans rientra dall'83-70 di metà quarto periodo per allungare la vita agli Hornets che, con una tripla di Anderson a 8'' dalla fine dei regolamentari e una stoppata di Lance Thomas sul tentativo di tiro vittoria di DeRozan, porta la gara all'overtime. Qui però New Orleans comincia sbagliando cinque dei primi sei tiri, soprattutto con Vasquez e Davis, di un supplementare chiuso poi a 2/11, crollando 93-100 dopo 4' sotto i canestri di Lowry, al rientro dopo sette gare di assenza. Per i Raptors, al primo successo contro una squadra della Western Conference dopo 10 sconfitte, ancora assenti Valanciunas e – per l'ottava gara di fila – Andrea Bargnani.
New Orleans: Davis 25 (11/20, 3/3 tl), Vasquez 20, Anderson 17, Rivers 11, Roberts 10. Rimbalzi: Anderson 12. Assist: Vasquez 14.
Toronto: DeRozan 30 (8/19, 1/3, 11/13 tl), Lowry 17, Anderson 16, Davis 13, Johnson 12. Rimbalzi: Johnson 8. Assist: Lowry 8.

Omer Asik, di Houston, circondato dalla difesa Spurs. Afp

San Antonio Spurs–Houston Rockets 122-116 (tabellino)
Fuochi d'artificio nella sfida texana tra il primo e il secondo attacco più prolifico della Nba. L'ultima volta che Spurs e Rockets si erano trovati finì 134-126 ma con un supplementare, stavolta bastano le alte percentuali da una parte e dall'altra, anche se alimentate dalle 43 perse totali della partita. E' proprio così che San Antonio orienta il match a proprio favore. Sul 101-97 a 11' dal termine l'11-0 Spurs in tre minuti arriva sull'onda di un frangente da 5 perse e 0/2 al tiro dei Rockets (soprattutto per gli errori di un Lin fin lì molto positivo): in una partita a così alti ritmi realizzativi, sbagliare 7 possessi di fila è fatale a Houston, che cade 112-97 a 8' dal termine e non rientrerà più oltre il -10, interrompendo così una striscia di 5 vittorie di fila e 7 nelle ultime 8 gare. Sprecati i possessi in più conquistati a rimbalzo d'attacco con una brutta giornata dalla lunetta (15/26) e tirando da tre (11/32) un po' peggio degli Spurs (12/24, con 5 a testa di Green e Ginobili), i Rockets cedono così sulla distanza dopo aver tenuto dopo il primo quarto (41 punti) e il primo tempo (69) più prolifici della stagione di San Antonio, che trova 84 punti dai suoi Big Three.
San Antonio: Parker 31 (11/18, 0/1, 9/10 tl), Duncan 30, Ginobili 23, Green 17. Rimbalzi: Splitter 6. Assist: Parker 10.
Houston: Harden 33 (7/18, 3/4, 10/13), Parsons 24, Lin 21, Douglas 14. Rimbalzi: Asik 10. Assist: Lin 8.

Utah Jazz–Los Angeles Clippers 114-116 (tabellino)
Sull'ultimo tiro dell'ex Foye trema la striscia vincente dei Clippers, che però prosegue e aggiorna il record franchigia a 16 successi consecutivi. Decisivo il gran finale di un Chris Paul da urlo, 29 punti di cui gli ultimi 7 dei californiani, con il tiro in sospensione del +3 a 23'' dalla fine e i due tiri liberi del 116-114 a 2'' dal termine. Sull'ultimo possesso Foye si appoggia a Barnes cercando il contatto ma sbaglia la tripla, dopo il 5/8 fin lì da oltre l'arco per alimentare il 9/15 finale dei Jazz che, alla terza partita di fila senza Mo Williams (con Burke in regia le cose migliori anche stavolta), perdono la sesta gara delle ultime otto e la terza di fila in casa. Utah era stata anche avanti fino al 74-55 dopo 4' della ripresa, tradita però dallo 0/6 al tiro con due perse in cinque minuti, soprattutto con Foye e Jefferson, su cui Paul e soci hanno costruito il 12-0 per tornare in gara fino al punto a punto finale. I Clippers faticano perché traditi dal 30,4% e dai “soli” 25 punti della panchina più produttiva della Nba (3/11 del miglior marcatore Crawford), appoggiandosi così al 33/41 dalla lunetta, all'asse tra Griffin (7/10 al tiro e 8/9 ai liberi) e Paul e a quello che Jordan (5 rimbalzi d'attacco) e Butler hanno costruito intorno a loro. Domenica rivincita a campi invertiti.
Utah: Foye 28 (3/4, 5/9, 7/8 tl), Jefferson 22, Hayward 17, Millsap 12, Burks 11. Rimbalzi: Jefferson 8. Assist: Tinsley 5.
LA Clippers: Paul 29 (8/13, 0/5, 13/14 tl), Griffin 22, Jordan 16, Butler 14, Crawford 12, Green 10. Rimbalzi: Griffin 13. Assist: Paul 6.

Sacramento Kings–New York Knicks 106-105 (tabellino)
Da due settimane i Knicks non mettono in fila due successi di fila e così succede anche a Sacramento, puniti dopo una rimonta furibonda dal canestro da tre sulla sirena di James Johnson. Eroe nella partita precedente a Phoenix coi due canestri decisivi, stavolta dopo una partita ancora sontuosa JR Smith sbaglia due tiri nell'ultimo minuto e i Kings possono festeggiare la terza vittoria nelle ultime cinque partite, la terza di fila in casa. Alla lunga New York paga la perdurante assenza degli infortunati top scorer Anthony e Felton. Dopo due gare di esclusione, i californiani hanno da Cousins una serata da 5/14 al tiro ma anche 10 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi. E' lui a 15'' dalla fine a rubare palla a Kidd sul -2, poi dall'altra parte New York concede due rimbalzi d'attacco a Sacramento finché sulla sirena la palla arriva nelle mani di James Johnson che, con Chandler che gli lascia due metri di spazio, segna la tripla frontale della vittoria Kings. Alla quinta gara senza Evans, Sacramento gioca a “fare i Knicks” con una giornata da 15/30 da tre (sei uomini col almeno due triple) con cui esalta una circolazione di palla che frutta 28 assist su 39 canestri: i Kings costruiscono così uno strepitoso primo tempo da 71 punti, buttato via con una ripresa da 35. Scappati 68-41 poco prima del riposo con 15 punti in 9' di Fredette, i californiani affogano in quattro minuti con 1/10 al tiro e sei perse (disastroso proprio James Johnson) a fine terzo quarto, quando grazie anche a 4 stoppate in due minuti di Camby i Knicks piazzano il 15-2 per tornare fino all'87-83 di inizio quarto periodo. Messa la testa avanti con la tripla del 95-96 di Kidd a metà ultimo quarto, New York entra addirittura sul 101-105 negli ultimi 2'50'', trovando da Copeland e Novak, oltre che Smith, molto più di quanto avevano dato i titolari Brewer, Thomas e l'ex sassarese e pesarese White. Poi però per sei attacchi di fila i Knicks vanno a vuoto per gli errori e le perse soprattutto di Kidd e Smith fin lì trascinanti. E si espongono alla beffa finale.
Sacramento: Thornton 18 (3/6, 2/6, 6/6 tl), Johnson 17, Cousins e Fredette 15, Thomas 11, Brooks 10. Rimbalzi: Cousins 10. Assist: Cousins 5.
New York: Smith 28 (10/22, 1/3, 5/5 tl), Copeland 23, Chandler 21, Kidd 16, Novak 11. Rimbalzi: Chandler 18. Assist: Prigioni 9.

Golden State Warriors–Philadelphia 76ers 96-89 (tabellino)
Dopo aver perso due delle ultime tre partite, Golden State torna in carreggiata battendo i Sixers, al 7° k.o. in 9 gare. Con un Curry a soli 11 punti con 1/4 da tre, i Warriors stavolta non brillano ma, più che sul tiro da tre (41,2% con 4/7 di Thompson) costruiscono il successo dalla lunetta (21/26) e soprattutto su una difesa eguaglia il minimo stagionale di punti concessi di due giorni prima. Pur giocando più palloni per le 18 perse californiane, grazie anche all'aggressività di Thaddeus Young e Turner, gli ospiti si fermano al 40,2% al tiro con il solo Allen sopra il 50%, chiudendo con 5/20 da tre punti. Così Phila – ancora senza l'ex Richardson – non può che affondare 72-52 a metà terzo quarto. Rientrerà fino a -4 a metà del quarto periodo, quando però 8 punti in fila di Lee chiudono la porta in faccia ai Sixers per il 92-80 della staffa a 2'53'' dal termine con Landry.
Golden State: Lee 25 (9/19, 7/9 tl), Jack 16, Landry 15, Thompson 14, Curry 11, Barnes 10. Rimbalzi: Lee 12. Assist: Curry e Jack 6.
Philadelphia: Holiday 21 (6/15, 1/4, 6/7 tl), T.Young 19, N.Young 13, Allen 11, Turner 10. Rimbalzi: T.Young 10. Assist: Holiday 10.

J.J. Hickson contro il trio Lakers Howard-Hill-Bryant. Reuters

Los Angeles Lakers–Portland Trail Blazers 104-87 (tabellino)
Interrotta a Denver la striscia di cinque vittorie consecutive, i Lakers dimostrano di aver trovato consistenza ripartendo subito, e facendolo con un'apprezzabile prestazione difensiva. Reduci da sei vittorie nelle ultime sette partite, i Blazers sono tenuti a 87 punti, limitando a 2 punti e 0/7 al tiro un Hickson che veniva da nove doppie doppie di fila, a 4/17 con 3 perse il rookie delle meraviglie Lillard e a 0/5 da tre Batum nel giorno da 3/19 di squadra. Complice l'assenza di Matthews, Aldridge così è tutto solo contro i gialloviola, che stavolta non hanno bisogno di chiedere gli straordinari a Bryant: dopo i 40 punti e la sconfitta di Denver, stavolta resta sotto i 30 punti dopo averli superati per 10 partite di fila, perché sono altri a pensarci. La miccia come sempre l'accende un Nash da 6 punti con 3/7 ma 10 assist: nel secondo quarto nasce sull'asse tra lui e Gasol (anche 9 rimbalzi e 5 assist per il catalano) oltre che sui liberi a segno di Howard (6 rimbalzi d'attacco, sui 16 di squadra) il break di 12-0 che affonda 60-40 Portland a 2'47'' dal riposo. Gli ospiti tornano al massimo a -12 a inizio ripresa, prima del colpo di grazia ancora con Gasol sul 93-66 di inizio quarto periodo.
LA Lakers: Bryant 27 (8/12, 1/6, 8/11 tl), Howard 21, Gasol 15. Rimbalzi: Howard 14. Assist: Nash 10.
Portland: Aldridge 26 (12/17, 2/2 tl), Barton e Lillard 11, Batum 10. Rimbalzi: Hickson 8. Assist: Batum 8.