Ancora Miami e sono 25
New York già ai playoff

Il ritorno di Bryant e Gasol coincide con la sconfitta casalinga dei Lakers contro Washington, in forma, trascinata da John Wall e dalle triple dell'exAriza. E' da copione il successo su Detroit in crisi (10° k.o. di fila) che dà a Miami il 25°successo consecutivo per estendere la clamorosa striscia vincente, ma non era da copione la gara quasi perfetta di LeBron James (12/15). Carmelo Anthony segna 37 punti nel successo Knicks a Toronto ma Indiana resta avanti tenendo a stecchetto l'attacco di Milwaukee, mentre più in basso cadono sia Atlanta che Boston, battute da Portland e Dallas che ancora vorrebbero continuare a sperare nei playoff. In vetta a Ovest perde solo Memphis, a sorpresa a New Orleans sotto i colpi di Davis e Lopez, mentre la ripartenza di Oklahoma City a Orlando è pareggiata dagli Spurs, che tengono stretto il primato della conference ma sono costretti all'overtime da Utah nel giorno del rientro di Tony Parker, già miglior realizzatore dei texani. Facile successo di Houston su Cleveland, anche Minnesota ha vita facile a Phoenix.

Toronto Raptors-New York Knicks 94-99 tabellino
New York (41-26) conquista la qualificazione playoff a 15 giornate dalla fine della regular season. Lo fa a Toronto (26-43) con una prestazione da 37 punti di Carmelo Anthony che ne certifica definitivamente il pieno recupero. Ma la notizia in casa dei Knicks, ancora privi di Chandler (collo), oltre agli altri lunghi Stoudemire, Thomas e Wallace, è l'affidabilità nel reparto di Kenyon Martin, che chiude con 19 punti, 9/10 al tiro e 11 rimbalzi, di cui 5 in attacco. Senza Andrea Bargnani fino al termine della stagione e perso a gara in corso per dolori alla schiena un Rudy Gay fin lì da 4 punti con 2/7, i canadesi raccolgono la sconfitta numero 11 nelle ultime 15 nonostante un super Anderson da 35 punti, di cui 20 nel terzo quarto. Sempre avanti anche in doppia cifra, anche per i canestri di Anderson New York vede rientrare i padroni di casa fino all'82-84 a metà quarto periodo. Da qui in poi però in tre minuti DeRozan, Anderson e Ross sbagliano da fuori, Lowry si fa stoppare da sotto e i Knicks scappano con l'11-2 per l'84-95 a 2'53'' dal termine da cui i Raptors torneranno al massimo sul 94-97 a 13'' dal termine, prima che un libero di Melo chiuda la pratica. Per New York giornata da 28/49 da due e 10/22 da tre, per Anthony è la sesta miglior prestazione offensiva stagionale.
Toronto: Anderson 35 (5/7, 6/11, 7/8 tl), DeRozan 18, Valanciunas 10. Rimbalzi: Valanciunas 7. Assist: Lowry 10.
New York: Anthony 37 (12/23, 2/8, 7/11 tl), Martin 19, Smith 14. Rimbalzi: Martin 11. Assist: quattro con 3.

Orlando Magic-Oklahoma City Thunder 89-97 tabellino
L'orgoglio di Orlando (15-52) rischia di tendere una brutta trappola a Oklahoma City (53-16), che dalla lunetta nel finale porta a casa il successo che la tiene a due successi e mezzo di distanza dagli Spurs primi a Ovest. Scesi in campo anche senza Vucevic per una botta rimediata martedì a Indiana e perso già nel secondo quarto Afflalo per un infortunio al tendine destro, i Magic hanno il massimo in carriera da un Harkless da 25 punti, 9 rimbalzi, 4 recuperi e 4 stoppate, frenati dal 3/17 di Harris e meglio con O'Quinn in campo che con Nicholson. Proprio O'Quinn con 7 punti in 4' aveva tenuto Orlando fino in fondo aggrappata a un match sempre equilibrato, fino all'88-89 a 2'26'' dalla fine. Qui è solo l'8/10 ai liberi della coppia Durant-Westbrook, meno intraprendente del solito ma entrambi autori poco prima di una tripla a testa nonostante il pessimo 5/21 di squadra da oltre l'arco, a decidere il match dalla lunetta, a fronte degli errori casalinghi. Thunder a +16 di plus/minus con in campo un Martin da tre triple.
Orlando: Harkless 25 (9/15, 2/3, 1/1 tl), Nelson 16, Udrih 13, O'Quinn 11, Harris 10. Rimbalzi: Harris 15. Assist: Nelson 10.
Oklahoma City: Durant 25 (5/11, 2/3, 9/11 tl), Westbrook 19, Martin 15, Ibaka 14, Collison 11. Rimbalzi: Ibaka 13. Assist: Westbrook 9.

Indiana Pacers-Milwaukee Bucks 102-78 tabellino
Super Tyler Hansbrough non fa rimpiangere a Indiana (43-26) la terza gara consecutiva di assenza di David West, che per problemi alla schiena salterà anche la partita di stasera con Chicago, la cui assenza si somma a quella di lunga data di Granger. I Pacers mantengono una gara di vantaggio sui Knicks terzi grazie al massimo stagionale di 22 punti (con 12 rimbalzi) di Hansbrough, 17 di media nelle ultime tre gare. A Milwaukee non basta approfittare delle 5 palle perse di George e prendere ben 22 rimbalzi d'attacco, quasi tutti (20) intorno al quartetto Sanders-Henson-Dalembert-Daniels, con questi ultimi titolari per le assenze di Mbah a Moute e Ilyasova. I Bucks non possono andare lontano in una giornata da 28/82 da due e 3/19 da tre: 1/17 Jennings con 0/7 da tre, 1/11 Redick, 2/11 Daniels e 3/10 Sanders, la cui espulsione dopo 4' della ripresa per doppio fallo tecnico fa alzare la bandiera bianca. Arriva nel cuore di un buco nero da 7 minuti senza segnare in un terzo quarto da 11 punti (minimo stagionale) di Milwaukee, che qui vede sfuggirsi la partita di mano con un 16-1 dal 51-47 al 67-48 prima di toccare anche i 26 punti di divario nel quarto periodo. Per i Bucks è la quinta sconfitta in sette partite.
Indiana: Hansbrough 22 (8/14, 6/7 tl), George 20, Hibbert 11, Pendergraph Green e Augustin 10. Rimbalzi: Hansbrough 12. Assist: George 6.
Milwaukee: Ellis 22 (7/15, 2/7, 2/5 tl), Dalembert 19, Daniels 8. Rimbalzi: Dalembert 13. Assist: Ellis 6.

Atlanta Hawks-Portland Trail Blazers 93-104 tabellino
Portland (33-36) non si arrende all'idea di non fare i playoff e, al quarto successo in sei gare, va a fare il colpo sul campo di Atlanta (38-31). Capaci di tenere i padroni di casa a soli 17 punti nel quarto periodo, è doppia la matrice del successo dei Blazers, dominanti in area con 32 rimbalzi del trio Aldridge-Hickson-Leonard e ispirati dalla lunga distanza, con le 9 triple in coppia delle guardie titolari Lillard-Matthews nel 10/18 di squadra. Intorno a un Teague da 21 punti con 7 assist e 8/11 al tiro, gli Hawks hanno più quantità che qualità da Smith e Horford e solo 3/15 dalla lunga distanza dei titolari. I padroni di casa volano a +11 nel terzo quarto e, ripresi dalle triple di Matthews (arrivano nella ripresa nove dei dieci canestri ospiti dalla lunga distanza), tengono fino all'89-90 a 4'46''. Da qui in poi però segneranno solo con due entrate a canestro di Teague: Portland piazza l'8-0 per entrare negli ultimi due minuti sull'89-98 che la carestia di Atlanta non scalfisce. Per gli Hawks il quarto posto di Brooklyn si allontana a due successi e mezzo, ma resta un successo di vantaggio su Chicago sesta e uno e mezzo su Boston settima a Est.
Atlanta: Smith 24 (9/17, 0/4, 6/10 tl), Teague 21, Horford 15. Rimbalzi: Horford 17. Assist: Teague 7.
Portland: Matthews 28 (5/9, 5/8, 3/3 tl), Lillard 22, Aldridge 20, Hickson 15. Rimbalzi: Aldridge 13. Assist: Batum 7.

Miami Heat–Detroit Pistons 103-89 tabellino
Serve un LeBron James ai limiti della perfezione per affossare la squadra meno in forma della Nba, Detroit (23-47) alla decima sconfitta consecutiva, sul campo della più in forma (54-14), Miami al 25° successo di fila, seconda serie vincente più lunga nella storia della Nba a -8 dal record ogni epoca dei Lakers '71/72 (33). Anche a -11 nel primo tempo, intorno al 12/15 al tiro di James, come sempre anche miglior assistman e rimbalzista dei suoi, gli Heat corrono in contropiede approfittando col trio Wade-Cole-Chalmers (anche tre triple), 11 recuperi in tre, approfittando delle 22 palle perse dei Pistons (7 di Calderon). E' così che Miami chiude con 30/53 da due e 8/15 da tre, in scioltezza nel finale di una ripresa da soli 35 punti subiti. Ancora senza Knight per la distorsione alla caviglia, i Pistons ottengono solo un 3/10 da due e 1/5 da tre per Stuckey in quintetto al suo posto, spremendo solo 3/18 al tiro dalla panchina invece normalmente produttiva, con solo 4 punti della coppia Villanueva-Bynum. Alla lunga non bastano i 18 rimbalzi d'attacco (6 di Monroe e 5 di Singler) per mascherare il 41% al tiro. Eppure i Pistons erano ancora avanti 67-68 a un minuto dalla fine del terzo quarto ed è qui che subiscono l'8-0 della prima spallata Heat alla partita. Restata fino a -5 fino a 8' dal termine, Detroit soccombe restando tre minuti senza segnare: sull'onda di 5 recuperi in 5 minuti Miami infila il break di 11-0 per toccare il 92-76 della fuga a metà quarto periodo.
Miami: James 29 (11/14, 1/1, 4/6 tl), Wade 19, Chalmers e Battier 11, Cole 10. Rimbalzi: James 8. Assist: James 8.
Detroit: Monroe 23 (10/19, 3/5 tl), Calderon e Singler 18, Stuckey 11. Rimbalzi: Monroe 15. Assist: Calderon 7.

New Orleans Hornets-Memphis Grizzlies 90-83 tabellino
La corsa dei Grizzlies (46-22) verso il terzo posto a Ovest si ferma dove non ti aspetti, ovvero sul campo degli Hornets (24-46) che erano ultimi nella conference. Robin Lopez e la prima scelta assoluta Anthony Davis infilano insieme la giornata super contro una delle migliori coppie di lunghi della Nba, Gasol-Randolph, assistiti pochissimo dalla panchina. Davis chiude con 18 punti, 8/14 al tiro, 15 rimbalzi di cui 5 in attacco; Lopez alla fine è il top scorer con 23 punti, 9/12, 10 rimbalzi di cui 6 in attacco con 4 stoppate. Dieci dei suoi punti arrivano consecutivamente a metà terzo quarto, quando Memphis è ancora a -1 nel momento in cui New Orleans avvia un break di 13-2 a cavallo degli ultimi due periodi, sigillato a 9'17'' dalla fine dalla tripla del 76-60 di un Anderson meno incisivo del solito per problemi di falli. E' un super Conley da 11 punti in tre minuti con tre triple a trascinare di peso di nuovo i Grizzlies in partita fino all'83-81 a 2'35'' dalla fine, ma qui l'unico canestro da tre della partita di Vasquez e ancora Robin Lopez (stoppa Gasol e poi dall'altra parte segna ancora su rimbalzo d'attacco) danno ai padroni di casa il +7 della sicurezza a 1'10'' dal termine. Memphis chiude con un modesto 27/63 da due e 3/10 da tre, raccogliendo solo 6 punti con 0/10 da chi dalla panchina non si chiamasse Bayless. Reduci dal successo all'overtime sui Thunder, per i Grizzlies è la terza sconfitta nelle ultime cinque gare, praticamente le ultime tre trasferte, e nell'equilibratissima lotta per la griglia playoff basta questo per tornare momentaneamente al quinto posto, con solo una vittoria di ritardo dai Nuggets terzi e mezza dai Clippers quarti.
New Orleans: Lopez 23 (9/12, 5/7 tl), Davis 18, Vasquez 12, Gordon 11. Rimbalzi: Davis 15. Assist: Vasquez 9.
Memphis: Conley 20 (2/6, 3/7, 7/9 tl), Gasol 16, Randolph 14, Bayless 12. Rimbalzi: Randolph 9. Assist: Conley e Gasol 4.

Houston Rockets-Cleveland Cavaliers 116-78 tabellino
Non si ferma l'ascesa di Houston (38-31), che con la quarta vittoria in cinque gare mette a distanza di sicurezza i Lakers, lontani due vittorie e mezzo, e ha ora nel mirino il sesto posto a Ovest di Golden State, lontano solo mezza lunghezza (39-31). Spremuta dall'aver quasi fermato la striscia degli Heat, non si dimostra quasi mai un'avversaria competitiva Cleveland (22-47) che all'assenza di Irving, oltre a quella di lunga data di Varejao, somma anche quella di Waiters per i problemi al ginocchio destro. Lo 0/9 al tiro di Gibson (di cui sei triple) è il simbolo della giornata da 36% al tiro con 4/20 da tre dei Cavs, alla quinta sconfitta di fila e nona nelle ultime undici partite. Dietro a certe percentuali Houston può mascherare le proprie 22 palle perse e macinare senza opposizioni il proprio 34/48 da due, arricchito poi da dieci triple: non c'è mai partita, così si può risparmiare leggermente Harden. Tra le note liete, il 6/7 con 6 rimbalzi e 3 recuperi (ma anche 5 perse) in 22' di Thomas Robinson. Ora i Rockets sono chiamati alla prova di maturità: domani sfida texana con gli Spurs primi a Ovest, poi la settimana prossima sequenza da far tremare i polsi con avversarie del calibro di Pacers, Grizzlies e Clippers.
Houston: Harden 20 (2/4, 3/5, 7/9), Robinson 15, Parsons e Asik 13, Beverley e Anderson 11, Motiejunas 10. Rimbalzi: Smith 13. Assist: Lin 6.
Cleveland: Livingston 14 (5/10, 4/5 tl), Ellington 13, Gee 11. Rimbalzi: Thompson 8. Assist: cinque con 2.

Dallas Mavericks-Boston Celtics 104-94 tabellino
Abbracciato con un'ovazione sul campo che fu suo, Jason Terry chiude il revival a Dallas con una modesta serata da 8 punti e la quinta sconfitta nelle ultime sette partite (36-32) che allontana i Celtics, settimi a Ovest, a un successo e mezzo di distanza dagli Hawks quinti, mantenendo due gare di vantaggio sugli sconfitti Bucks ottavi. Più per l'orgoglio che per effettive speranze di playoff combattono ancora i Mavs (33-36), allontanati dai 3 k.o. nelle cinque precedenti gare a due successi e mezzo di distanza dall'ottavo posto dei Lakers, con 13 gare ancora da giocare. I texani ritrovano Marion dopo otto partite di assenza per l'infortunio al polpaccio sinistro e, oltre a un diligente ma incisivo Mayo e al solito Nowitzki, si godono il massimo stagionale di Wright vicino a canestro. Dal 17 pari, Dallas scappa con un 13-2 per finire il primo quarto, tenendo da lì in poi e per gran parte della gara un vantaggio intorno alla doppia cifra: aggrappati a un Garnett tuttofare, i Celtics pagano il 41.6% al tiro con 4/12 di Bradley e 3/11 di Crawford. Ma proprio con gli assoli croce e delizia di quest'ultimo, Boston torna sul -6 nel quarto periodo, prima che 9 punti in 5' nel miglior momento della partita di Pierce e i canestri al suo fianco di Green ricuciano sul 97-92 a 1'51'' dal termine. Qui è Mayo a scrivere la parola fine con la tripla del 100-92 a 81'' dalla fine con il successivo recupero su Pierce.
Dallas: Wright 23 (11/16, 1/2 tl), Nowitzki 22, Carter 19, Marion 11, Mayo 10. Rimbalzi: Marion 13. Assist: Mayo 9.
Boston: Garnett 16 (5/10, 6/6 tl), Bass 16 (4/9, 8/8 tl), Pierce 16 (3/4, 2/3, 4/5 tl), Green 10. Rimbalzi: Garnett 12. Assist: Garnett 5.

San Antonio Spurs-Utah Jazz 104-97 dts tabellino
Pur ritrovando un Tony Parker già top scorer, fuori da tre settimane e otto partite per una distorsione alla caviglia, San Antonio (53-16) ha bisogno di un supplementare per consolidare il primo posto a Ovest contro i Jazz (34-35) alla sconfitta numero 11 nelle ultime 14 partite. E' questo recente crollo che potrebbe impedire l'accesso playoff a Utah, lontana un successo e mezzo dall'ottavo posto dei Lakers: dovessero agguantarli, gli avversari al primo turno sarebbero proprio gli Spurs. I texani raccolgono l'ottava vittoria nelle ultime dieci partite, e la numero 25 nelle ultime 30 gare, ma col fiatone. Utah ha solo 2/10 da Hayward e un 17/46 complessivo dai quattro lunghi in una giornata da 42.7% totale al tiro, ma le triple di Mo Williams, Foye e di un brillante Burks dalla panchina alimentano il 47.1% da oltre l'arco, la cui perla però è la tripla dall'angolo sinistro allo scadere dei tempi regolamentari di Marvin Williams che manda la partita al supplementare. San Antonio abbaia ma non morde a lungo, ha 6/10 da tre in coppia con Leonard e Green, ha un Duncan poco brillante (4/13) ma di grande quantità (miglior rimbalzista e assistman dei suoi, più 11/13 dalla lunetta) e infine un Ginobili da 5 punti con 2/9 e 5 perse. Ma l'unica tripla a segno delle cinque tentate dall'argentino arriva sul 95 pari dopo due minuti di overtime per dare il via al 9-2 con cui gli Spurs conducono in porto il match, approffittando del fatto che i Jazz – per gli errori di Mo Williams e non solo – restano senza canestri dal campo per gli ultimi tre minuti del supplementare.
San Antonio: Parker 22 (8/13, 6/8 tl), Leonard 21, Duncan 19, Green 15. Rimbalzi: Duncan 16. Assist: Duncan e Parker 5.
Utah: Mo Williams 23 (7/13, 2/4, 3/5 tl), Jefferson 18, Burks 14, Millsap 11. Rimbalzi: Jefferson 13. Assist: Mo Williams 8.

Phoenix Suns-Minnesota Timberwolves 86-117 tabellino
Minnesota (24-43) passeggia a Phoenix (23-47) contro i Suns tornati ultimi da soli a Ovest sull'onda di una serie da otto sconfitte nelle ultime dieci gare, le ultime nove delle quali giocate senza Gortat. La sua assenza, sommata a quella dell'influenzato O'Neal (influenza anche per Dudley), sguarnisce completamente tra i lunghi i padroni di casa: i Wolves chiudono l'area e costringono Phoenix a tirare da fuori, chiudendo con 4/22 da tre e 32/73 da due, prevalentemente dalla media distanza (2/12 Johnson, 1/9 Marcus Morris), più un indicativo 10/21 ai liberi. Rubio orchestra i sette uomini in doppia cifra di Minnesota tra cui a sorpresa non ci sono Shved e Barea dalla panchina, ma è il 40/67 da due a far vincere sul velluto gli ospiti, scappati con un 18-4 in avvio sul 29-14 già durante il primo quarto, e avanti 67-39 al riposo con l'impatto di Kirilenko e Pekovic in area. Minnesota aveva perso 12 delle ultime 15 partite e 28 delle ultime 35. Se altre squadre in giornata festeggiano i playoff, dopo il k.o. per Phoenix è matematico l'ingresso in lotteria anche per quest'anno.
Phoenix: Scola 17 (7/13, 3/4 tl), Dragic 13, Tucker e Beasley 11. Rimbalzi: Scola 12. Assist: Dragic 10.
Minnesota: Kirilenko 20 (6/8, 0/2, 8/10 tl), Cunningham 18, Stiemsma 14, Ridnour e Rubio 12, Pekovic 11. Rimbalzi: Stiemsma 10. Assist: Rubio 8.

Los Angeles Lakers-Washington Wizards 100-103 tabellino
C'è poco da festeggiare per i Lakers (36-34) nel giorno in cui ritrovano contemporaneamente Kobe Bryant dopo la distorsione alla caviglia sinistra e soprattutto Pau Gasol dopo un mese e mezzo di assenza per la fascite plantare al piede destro. Alla quinta vittoria in sei gare, Washington (25-43) è una delle squadre più in forma del momento, trascinata alla rimonta dal -18 della ripresa (59-41 subito dopo il riposo) dai 24 punti con 16 assist di John Wall e soprattutto dal record carriera di sette triple dell'ex Trevor Ariza. E pensare che i Wizards erano senza due titolari come Okafor (influenza) e Beal (distorsione alla caviglia sinistra). I gialloviola, alla terza sconfitta in cinque gare, hanno più volte il pallone per vincere: Kobe Bryant segna gli ultimi 8 punti dei californiani ma, dopo aver fatto entrare i suoi comunque avanti 97-94 nei due minuti finali, da qui sbaglia tre tiri di fila, e quattro degli ultimi cinque, tra cui il jumper della possibile parità a 5'' dalla fine dopo che Nenè innescato da Wall aveva ribaltato il match con un 5-0. Dopo l'errore, Wall va in lunetta per il 97-101, ricucito da una tripla rapidissima di Kobe sul -1 a 2 secondi dal termine. Di nuovo Wall fa 2/2 ai liberi e a un secondo dal termine la tripla della disperazione di Bryant è fuori misura e i Lakers si fermano dopo otto vittorie casalinghe consecutive. Risaliti in zona playoff dopo aver vinto 11 delle precedenti 15 gare, i gialloviola vedono allontanarsi a due successi e mezzo di distanza i Rockets ma restano con una lunghezza e mezzo di vantaggio sui Jazz noni. Dwight Howard contribuisce con 20 punti con 8/9 al tiro e 15 rimbalzi, ma insieme a Bryant perde 9 dei 17 palloni casalinghi. Pau Gasol chiude i suoi 20 minuti in campo con 4 punti, 2/10 al tiro e 8 rimbalzi. Ma l'emergenza dei Lakers non si ferma: stavolta si è fatto male Jamison per una distorsione al polso destro.
LA Lakers: Bryant 21 (7/16, 1/2, 4/7 tl), Howard 20, Meeks 16, Jamison 11. Rimbalzi: Howard 15. Assist: Bryant 11.
Washington: Ariza 25 (2/3, 7/12), Wall 24, Nenè 15, Webster 13, Seraphin 12, Temple 10. Rimbalzi: Wall e Temple 6. Assist: Wall 16.