Nba, Atlanta-New York 82-95. Carmelo Anthony realizza 40 punti

L'exploit della notte Nba è la gara da 40 punti di Carmelo Anthony, dopo i 50 della serata precedente con Miami, ma a firmare il successo di prestigio ad Atlanta con cui New York (dieci successi di fila) riprende il secondo posto a Est è il gran finale di Felton e Smith. Rinsaldano rispettivamente quarto e settimo posto Brooklyn, espugnando Cleveland allo sbando con un super Marshon Brooks, e Boston, superando l'imprecisa Detroit con il colpo di reni finale di un gran Jeff Green. Milwaukee invece continua la crisi perdendo in casa contro Minnesota guidata dall'asse play-pivot europea Rubio-Pekovic. San Antonio con le seconde linee doma nel finale Orlando, mentre alle spalle Memphis a Portland tiene il passo di Denver col terzo record a Ovest e vanifica il largo ritorno al successo dei Clippers a Phoenix (il 50° stagionale, record franchigia). Più giù, Golden State batte New Orleans per tenere a distanza Houston, a segno a Sacramento. Fuori da ogni obiettivo di piazzamento finale, successi di Toronto su Washington e Charlotte su Philadelphia.

Carmelo Anthony, 40 punti contro Atlanta. Ap

Toronto Raptors – Washington Wizards 88-78
DeRozan e il massimo in carriera di Valanciunas permettono a Toronto (28-47), senza Andrea Bargnani fino a fine stagione, di tornare a vincere dopo un periodo no da 7 sconfitte in 8 partite, e 15 nelle ultime 20. Cambia il campo e cambia il risultato contro Washington (28-47), che domenica aveva battuto i canadesi che ora la raggiungono al decimo posto a Est. In una partita da 30 perse e 22.2% da tre tra entrambe le squadre, sulla distanza la differenza la fa il 32.5% al tiro dei Wizards e la capacità dei Raptors di risolvere il problema coi viaggi in lunetta di Valanciunas (16/18, anche 10 rimbalzi). E' così, soprattutto dalla lunetta con il lituano e Lowry (2/8 su azione, come Gay), che i canadesi vanno 68-62. Affondano poi il colpo quando Washington sbaglia cinque attacchi di fila con Wall (5/17), Okafor e Nenè sull'84-74 a 3' dalla fine coi canestri di DeRozan, che chiude con 22.3 punti di media la serie stagionale contro i Wizards. Washington, che aveva vinto 8 delle 12 gare precedenti, aveva saputo in giornata che dovrà fare a meno fino al termine della stagione di Bradley Beal per un infortunio alla gamba destra.
Toronto: DeRozan 25 (11/21, 3/5 tl), Valanciunas 24, Johnson e Lowry 9. Rimbalzi: Valanciunas 10. Assist: Lowry 13.
Washington: Wall 20 (5/16, 0/1, 10/10 tl), Okafor 17, Nenè 5/12. Rimbalzi: Okafor 8. Assist: Wall 5.

Charlotte Bobcats – Philadelphia 76ers 88-83
Delle 18 vittorie stagionali di Charlotte (18-57), 5 sono arrivate nelle ultime 12 partite. Continua a essere un fattore Henderson, che segna 10 dei suoi 24 punti nel quarto periodo. E' lui nell'ultimo minuto a rivoltare la gara con il jumper del vantaggio, poi con la rubata su Turner chiusa in contropiede con la schiacciata dell'86-83. Sull'ultimo assalto ospite, Holiday fallisce l'entrata per chiudere con un incredibile 2/24 al tiro (5 punti) una serata da incubo nel giorno del debutto in Nba del fratello Justin. I Sixers (30-44) venivano da 3 successi consecutivi e non bastano i 19 rimbalzi d'attacco per mascherare il 35.1% al tiro: il meglio arriva dal 4/7 da tre di Wright (0/9 da oltre l'arco il resto della squadra). Dopo l'errore di Holiday, chiudono il match i tiri liberi della sicurezza di Kemba Walker, trascinante con 10 assist e 5 recuperi (ma anche 6 perse sulle 17 di squadra), positivo così come un McRoberts da 6/7 al tiro e 16 rimbalzi. I Bobcats sono ancora senza Haywood, Mullens e Sessions.
Charlotte: Henderson 24 (10/15, 0/3, 4/4 tl), Walker 17, McRoberts e Williams 12. Rimbalzi: McRoberts 16. Assist: Walker 10.
Philadelphia: Wilkins 20 (7/13, 0/1, 6/8 tl), Turner e Wright 14, Hawes 12. Rimbalzi: Wilkins 9. Assist: Holiday 8.

Atlanta Hawks – New York Knicks 82-95
Il periodo di forma di Carmelo Anthony non conosce limiti e, segnati 90 punti in due gare in 24 ore (!), le attenzioni su di lui aprono la strada alle giocate decisive di Felton e Smith. Sono loro due a giocare un quarto periodo da 20 punti con 9/12 al tiro in coppia, firmando lo strappo decisivo che sul campo degli Hawks quinta forza a Est (42-34) estende a dieci la striscia vincente di New York (48-26), la più lunga aperta in questo momento in Nba. Con questo successo i Knicks – imbattuti dal 17 marzo – salgono a mezza vittoria di vantaggio sui Pacers per il secondo posto a Est, a parità di vittorie e con una sconfitta in meno, con una gara in più da giocare: tra 10 giorni è in programma lo scontro diretto al Madison Square Garden. Atlanta si impantana a inizio ultimo quarto, quando segna un solo canestro in quattro minuti e New York costruisce su tre entrate in fila di Felton il 12-2 per l'84-74 a metà quarto periodo. In una giornata da 33/55 da due, per i Knicks dalla panchina buon impatto anche di Kidd, anche se non segna, ma a catalizzare l'attenzione è stato per tutta la serata Carmelo Anthony: 26 punti già al riposo, dopo i 50 segnati la sera prima contro Miami. A tradire Atlanta, cui non basta un Korver a un paio di punti dal massimo stagionale, sono i suoi tre big: le 6 perse con 0/3 da tre di Teague in una partita comunque di quantità (9 assist), lo scarso impatto di Horford (9 punti ma -17 di plus/minus) e soprattutto lo 0/7 ai liberi di Josh Smith a macchiare una partita da 8 rimbalzi e 5 assist. Gli Hawks erano anche senza Harris infortunato.
Atlanta: Korver 25 (3/4, 6/10, 1/1 tl), Teague 15, Smith 10. Rimbalzi: Smith 8. Assist: Teague 9.
New York: Anthony 40 (16/25, 1/2, 5/6 tl), Smith 19, Felton 14. Rimbalzi: Martin 9. Assist: Kidd 7.

Cleveland Cavaliers – Brooklyn Nets 95-113
Gli acciacchi di Wallace e Joe Johnson schiudono le porte del quintetto a Marshon Brooks, che col massimo in carriera di 27 punti, in una partita cominciata segnando i primi 10 tiri e chiusa anche con 7 assist, trascina Brooklyn (43-31) al 21° successo esterno stagionale, record nella storia della franchigia. I Nets, sempre più quarti a Est con due vittorie di margine sugli Hawks quinti, chiudono così con 5 successi il giro di 8 trasferte consecutivi, col campo di casa – da cui mancano dal 17 marzo – occupato dal circo. Di fronte c'era la squadra in questo momento più in difficoltà della Nba, Cleveland (22-52) alla decima sconfitta consecutiva, tanto da mettere in dubbio la posizione di coach Byron Scott. Deron Williams aggiunge 24 punti con 8 assist e 4/6 da tre, ma per gli ospiti una spinta aggiuntiva arriva dalla qualità dalla panchina di Blatche e soprattutto CJ Watson, che in 24' mette insieme 7 assist e 4/4 da tre. Nonostante lo 0/5 di Bogans, Brooklyn chiude così con 10/21 da oltre l'arco, oltre al 33/55 da due. Aveva il 74% al tiro alla fine di un primo tempo chiuso con la spallata decisiva, un 23-6 di break al termine di un secondo quarto ad 15/18 che ha avviato la fuga arrivata fino al 42-76 di inizio ripresa. Unica nota lieta per i Cavs la prestazione sotto i tabelloni di Speights, per limitare a rimbalzo gli effetti di una giornata da 38.2% al tiro con 10 triple sbagliate su 14. Ancora senza Waiters per i problemi alla cartilagine del ginocchio, Irving era alla seconda partita dopo il rientro dal lungo stop: ha chiuso con 5/16 al tiro e 6 assist.
Cleveland: Speights 16 (7/13, 2/2 tl), Irving 16 (4/14, 1/2, 5/6 tl), Zeller 14, Miles 11. Rimbalzi: Speights 10. Assist: Irving 6.
Brooklyn: Brooks 27 (11/13, 1/3, 2/2 tl), Williams 24, Lopez 14, Watson 12, Blatche 11. Rimbalzi: Evans 18. Assist: Williams 8.

Boston Celtics – Detroit Pistons 98-93
Jeff Green sigilla la conquista matematica dei playoff per Boston (39-26) per la sesta stagione di fila. Nel giorno del rientro di Pierce dopo la gara di assenza per motivi personali (1/6 da tre e 5 assist), è l'ala a trascinare i Celtics in una sfida lontana dai fasti passati contro Detroit (25-51), non solo per i 34 punti con 10/15 da due, 3/4 da tre, 6 rimbalzi e 4 stoppate. E' di Green infatti anche la tripla che a 45'' dal termine orienta sul 96-91 una gara che i Pistons avevano riaperto con un 14-0 in 5' dopo essere sprofondati 74-56 a 4' dalla fine del terzo quarto. Detroit, che da due mesi non vince due partite di fila e da allora ne ha perse 19 su 24, si era tenuta in partita dominando i tabelloni, dove ha ripreso quasi metà dei tiri sbagliati con 25 rimbalzi d'attacco, di cui 16 della coppia Monroe-Drummond. E' così che, senza Calderon col braccio destro dolorante e Bynum per problemi alla gamba destra, riesce a rientrare grazie al buon contributo dalla panchina di Jerebko pur in una giornata da 36.6% al tiro, sbagliando 20 delle 24 triple tentate. Le fallisce tutte e 8 Villanueva, in una giornata da 2/17 complessivo, tra cui la tripla della possibile parità a 17'' dal termine, prima dei due tiri liberi di Terry che assicurano il successo casalingo. Boston si rialza così dopo aver perso 7 delle 9 partite precedenti, con una giornata da 29/51 da due e 81 punti da un quintetto in cui un buon contributo arriva anche da Bradley e Bass. Per i Pistons, Stuckey costruisce sui viaggi in lunetta (11/16) metà dei suoi 22 punti, mentre Brandon Knight chiude con 2/10 su azione.
Boston: Green 34 (10/15, 3/4, 5/7 tl), Bass e Pierce 17, Bradley 11, Terry 10. Rimbalzi: Bass 7. Assist: Pierce 5.
Detroit: Monroe 24 (11/21, 0/1, 2/3 tl), Stuckey 22, Jerebko 19. Rimbalzi: Monroe 17. Assist: Villanueva 5.

Milwaukee Bucks – Minnesota Timberwolves 98-107
Certa dell'ottavo posto da tempo, con troppa distanza per avvicinarsi al settimo o per rischiare di cadere al nono, Milwaukee (36-38) continua il periodo nerissimo toccando la sesta sconfitta in otto gare, per lo più contro squadre di fascia inferiore. Merito a Minnesota (27-47), che vola sulle ali di un Ricky Rubio da stropicciarsi gli occhi e si esalta con un Pekovic ai limiti della perfezione (11/14). Il play spagnolo parte con 5/5 da tre (8/13 di squadra alla fine in una giornata da 52.4% totale al tiro). Chiuderà anche con 12 assist e 8 recuperi, sfiorando la tripla doppia (e rendendo indolori le 8 perse): da stropicciarsi gli occhi più di quanto dicano le cifre. I padroni di casa provano a tenersi in piedi con 20 rimbalzi di attacco di cui 13 in coppia tra Ilyasova (8) e Sanders ma sono frenati dall'8/23 finale da oltre l'arco, di cui 2/11 insieme tra Jennings (0/4) ed Ellis, che in coppia perdono anche 9 palloni. C'è tutto questo nel break decisivo: ancora a -4 a metà quarto periodo, i Bucks segnano un solo canestro nei cinque minuti successivi con 0/4 al tiro tra Ellis, Sanders e Jennings e 5 perse tra Sanders, Jennings e Dunleavy, subendo il 10-2 della definitiva fuga ospite. Milwaukee ha anche da Redick solo 4/13 al tiro in 23'. Per Minnesota è il quinto successo nelle ultime otto gare.
Milwaukee: Ilyasova 29 (9/16, 3/5, 2/2 tl), Ellis 18, Dunleavy 15, Jennings 13, Sanders 11. Rimbalzi: Ilyasova 12. Assist: Jennings 8.
Minnesota: Pekovic 27 (11/14, 5/7 tl), Rubio 19, Williams 15, Ridnour 13, Kirilenko 12. Rimbalzi: Pekovic e Cunningham 8. Assist: Rubio 12.

San Antonio Spurs – Orlando Magic 98-84
Già senza Ginobili fino al termine della stagione, San Antonio tiene a riposo Parker (caviglia sinistra) e Leonard (ginocchio sinistro), tiene in campo solo 14' Duncan (5 punti con 2/5 e 4 rimbalzi) e 16' dalla panchina Splitter (abbastanza per chiudere con 10 punti e 9 rimbalzi). Non è un problema se di fronte ci sono gli Spurs col secondo record Nba (56-19) e i Magic (19-57) col secondo peggiore, alla sconfitta numero 44 nelle ultime 51 partite. I texani si rialzano dopo aver perso tre delle ultime cinque partite, con le beffe all'ultimo secondo con Miami e Memphis. Orlando è orgogliosa, nonostante il 35.9% finale al tiro, cedendo solo con una ripresa da 38 punti e soprattutto quando in campo non aveva un Vucevic da 16 punti, 14 rimbalzi e 4 recuperi. Ancora a -6 a 8'33'' dal termine, i Magic crollano qui infilando consecutivamente due perse con 8 errori al tiro messi insieme da Harris, Harkless (in coppia 13/40 con 1/8 da tre) e Moore: San Antonio scappa 89-72 a 4'16'' dal termine con un 11-0 costruito su due delle quattro triple della serata di Danny Green (altrettante per Neal) nel quintetto “sperimentale” con Baynes e Joseph (4/4) a brillare. In regia bene anche De Colo (8 punti, 7 rimbalzi e 6 assist in 29'), meno un Mills da 1/10 da tre in coppia con Stephen Jackson, che dopo tre minuti si gira la caviglia destra ma resta in campo tutta la gara.
San Antonio: Green 20 (3/3, 4/7, 2/2 tl), Neal 16, Splitter 10. Rimbalzi: Splitter 9. Assist: De Colo 6.
Orlando: Harkless 18 (8/19, 0/2, 2/2 tl), Vucevic 16, Udrih 14, Jones 12, Harris 11. Rimbalzi: Vucevic 14. Assist: Udrih 8.

Sacramento Kings – Houston Rockets 102-112
Ritrovare Parsons e Harden, reduci da una gara di stop per problemi fisici, significa per Houston (42-33) poter tornare a contare sui 50 punti che la coppia mette insieme a Sacramento (27-47) in una partita che i Rockets, al sesto successo in otto gare, riescono a decidere solo nel quarto periodo. Capaci di restare in gara grazie ai 12 recuperi, su tutti i 4 di Evans soprattutto contro Harden, i Kings sono traditi dalle quattro perse in quattro minuti che fanno perdere il contatto sulla partita quando a 8'53'' dalla fine la buona prestazione di Thornton (5/7 a due e metà delle triple di squadra) li aveva riportati 91-94. La sequenza di palle perse permette a Houston di allungare 102-93 e poco dopo sul +11 a 4' dalla fine firmato dalla schiacciata di Parsons (praticamente perfetto, 29 punti con 9/12 da due e tre triple) che è l'highlight della serata. Sul ritorno caslaingo 101-106 a 2'20'' dalla fine chiudono i giochi una tripla di Lin (gara di qualità da 15 punti e 10 assist) e un contropiede di Harden per Asik (consueta quantità da 19 punti e 10 rimbalzi). Per il 101-112 a 1'45'' dal termine. Sacramento, che aveva vinto 4 delle 7 partite precedenti, è frenata dal 39.1% al tiro, sbagliando 15 delle 21 triple tentate (1/7 di Isaiah Thomas in una giornata da 3/16 totale per lui). Harden porta una giornata da 7/19 al tiro con 2/8 da tre ma la solita mole di gioco, con 9 assist e 7 rimbalzi. La buona giornata di Terrence Jones (14 punti e 12 rimbalzi di cui 8 offensivi) impreziosisce il contributo della panchina texana per il resto priva di Delfino e con un Beverley da 1/5. A margine, Sacramento è in fibrillazione per gli sviluppi sul possibile trasferimento della franchigia. In giornata entrambe le cordate pronte a rilevare la proprietà (quella di Seattle capitanata da Chris Hansen e dal numero uno di Microsoft Steve Ballmer, e quella locale messa insieme dal sindaco Kevin Johnson) hanno presentato i loro progetti al commissioner David Stern e ai 12 proprietari Nba delegati, che hanno fatto sapere che entrambe le soluzioni sono convincenti e la decisione potrebbe non arrivare a fine mese come inizialmente previsto.
Sacramento: Evans 22 (5/13, 2/5, 6/8 tl), Thornton 21, Cousins 20, Thompson 17. Rimbalzi: Thompson 15. Assist: Thomas e Salmons 5.
Houston: Parsons 29 (9/12, 3/6, 2/2 tl), Harden 21, Asik 19, Lin 15, Jones 14. Rimbalzi: Jones 12. Assist: Lin 10.

Portland Trail Blazers – Memphis Grizzlies 76-94
Memphis (51-24) festeggia il record nella storia della franchigia di 51 successi stagionali vincendo sul campo dei Blazers (33-42) ormai in disarmo, alla sesta sconfitta consecutiva dopo la chiusura delle speranze playoff. I Grizzlies, alla vittoria numero 21 nelle ultime 27 partite e quarta di fila, mettono la testa avanti nel primo quarto e non la mollano più: 36-21 a inizio secondo quarto, toccano il +18 prima del riposo, vedono Portland rientrare a -7 a metà del terzo periodo nel miglior momento di Hickson e Leonard, poi li imbavagliano con l'energia di Davis e Arthur, ristabiliscono le distanze con un 9-0 immediato e allungano a 5' dalla fine sul 71-88 con Conley, che con un'altra gara di grande efficacia porta a scuola Lillard. Il regista casalingo chiude con 5 perse sulle 16 di squadra e 3/16 da tre in coppia con Matthews, che unito allo 0/10 da oltre l'arco dei panchinari contribuisce alla pessima giornata da 4/29, che vanifica il 29/51 da due costruito sulla coppia Hickson-Leonard (con Aldridge ancora assente per la distorsione alla caviglia). Memphis svuota la panchina, con Conley (31') unico titolare sopra i 30 minuti, pescando un buon contributo da Pondexter, bene nel terzo quarto in combinazione con Randolph, e da Ed Davis (12 punti con 5/6, 10 rimbalzi, 4 d'attacco, in 18'). Non ci si accorge neanche dei soli 6 punti in 29' con 5 assist ma 4 perse di Marc Gasol, e nel 30/55 da due c'è anche lo 0/8 di Bayless. Per Portland è la sconfitta numero 27 nelle ultime 40 partite. I Grizzlies tengono il passo di Denver col terzo record a Ovest, tenendo i Clippers a una partita e mezzo di distanza con sette gare ancora da giocare.
Portland: Hickson 17 (8/12, 1/3 tl), Lillard (7/13, 1/6, 0/1 tl), Matthews 12, Leonard 10. Rimbalzi: Hickson 9. Assist: Maynor 10.
Memphis: Conley 20 (4/6, 3/5, 3/6 tl), Randolph 17, Allen 14, Davis 12, Pondexter 10. Rimbalzi: Davis 10. Assist: Bayless 7.

Los Angeles Clippers – Phoenix Suns 126-101
Serve l'arrivo della peggiore squadra a Ovest, i Suns (23-52) perché i Clippers dopo tre sconfitte di fila, e quattro nelle ultime cinque gare, raggiungano finalmente il sospirato 50° successo stagionale che è il nuovo massimo nella storia della franchigia californiana. Paul guida con 12 assist e 4 recuperi i suoi, esaltando Jordan (10/15 senza opposizione) e Green (7/10), protagonisti nel terzo quarto quando arriva lo strappo decisivo, un break di 20-3 che indirizza la gara sull'86-63, esteso sul +27 prima della fine del periodo e sul +28 nel garbage time finale. All'undicesima sconfitta in dodici gare, Phoenix è affossata dalla valanga di palle perse, 19, con Dragic a secco nel primo tempo e Dudley che rimpigua le cifre nel finale, e i soli Beasley e O'Neeal dalla panca a portare qualcosa intorno a Wesley Johnson. I Clippers hanno 17 punti con 7 assist in 22 minuti da Bledsoe, tre triple da Butler e non hanno bisogno da Crawford più dei suoi 13 punti senza spingere e da Griffin più di una giornata da 4/7 con 5 rimbalzi e 7 assist, chiudendo col 59.7% da due e il 42.9% da tre con 39 assist. I californiani restano con una gara e mezzo di ritardo dal terzo record a Ovest detenuto dall'accoppiata Denver-Memphis.
LA Clippers: Jordan 20 (10/15, 0/1 tl), Bledsoe 17, Butler Green e Paul 15, Crawford 13. Rimbalzi: Jordan 12. Assist: Paul 12.
Phoenix: Johnson 20 (377, 4/8, 2/2 tl), O'Neal 17, Dudley 15, Beasley 13, Dragic 12, Scola 10. Rimbalzi: Scola 11. Assist: Dudley e Dragic 4.

Golden State Warriors – New Orleans Hornets 98-88
Golden State (43-32) continua a difendere il sesto posto a Ovest dall'assalto di Houston e la tiene a una lunghezza di distanza con l'ottavo successo nelle ultime undici gare. A firmare la vittoria su New Orleans al 5° k.o. in 7 partite sono l'ex Jarrett Jack (7/10 da due, 1/1 da tre e 8 assist dalla panchina) e la “macchina da numeri” David Lee: i suoi 23 punti e 16 rimbalzi contro l'inesistente opposizione dei lunghi Hornets solo la 50esima doppia doppia stagionale, più di ogni altro in Nba. Dopo aver retto fino al 72-70 sul finire del terzo quarto con Aminu, forse il migliore dei suoi (7/8), New Orleans non segna dal campo per quasi cinque minuti: intorno agli errori di Gordon (5/17 alla fine...), Roberts e Anderson (1/8) i Warriors costruiscono l'11-2 per toccare l'83-72 in avvio di quarto periodo. Gli Hornets, che hanno una prestazione da 2/11 di Davis e anche Vasquez sotto il 50% (6/14), con la quantità di Lopez (17 punti con 7/11 e 7 rimbalzi) tornano a -6 a 5'15'' dal termine ma qui Golden State chiude la pratica conquistando viaggi in lunetta con Lee e Curry, che a sua volta chiude con 20 punti, 9 assist e 4/10 da tre. Fermati al 39.8%, gli Hornets sono la terza avversaria delle ultime quattro affrontate che i Warriors tengono sotto il 40% al tiro. Per New Orleans è la sconfitta numero 15 nelle ultime 22 partite.
Golden State: Lee 23 (9/15, 5/6 tl), Curry 20, Jack 19, Barnes 10. Rimbalzi: Lee 16. Assist: Curry 9.
New Orleans: Gordon 21 (4/14, 1/3, 10/11 tl). Lopez 17, Vasquez 15, Aminu 14. Rimbalzi: Davis 9. Assist: Vasquez 9.