Dopo la vittoria di Cantù su Sassari nell'anticipo di mezzogiorno, si completa il programma della 18/a giornata di Serie A, la terza di ritorno.

chebolletta Cantù-Banco di Sardegna Sassari 94-80
dal nostro inviato Luca Chiabotti
Cantù batte Sassariin una splendida sfida di pallacanestro che gli ospiti conducono fino al 32’ ma la completezza dei canturini, alimentata dall’ottimo debutto di Stefano Mancinelli (10 punti in 17’ e tanta sostanza anche in difesa), rende meno dura per la Chebolletta la partenza per la Turchia di Markoishvili, osannato. Non ci sono Tyus, in borghese con l’influenza, e capitan Vanuzzo, Aradori si abbatte su Drake Diener realizzando i primi 12 punti di Cantù in 4’30". Che allunga fino al 16-8 in attesa del debutto di Mancinelli che avviene dopo 7’40" e viene immediatamente bagnato dal canestro del 24-18. Le sorprese non sono finite, perché intanto, in tribuna accolto da un’ovazione, entra Markoishvili, ceduto per ragion di stato al Galatasaray. L’emozione è tanta ma non distoglie la squadra: tripla di Mancio che dà l’ultimo vero vantaggio chebolletta del primo tempo (27-20), ma intanto i Sacchetti, Meo in panchina cambiando assetti e obbiettivi tattici dei quintetti, e Brian in campo, in difesa su Leunen e poi autore dei 5 punti consecutivi del sorpasso Sassari (31-35), mettono Cantù, che ha poco da Anderson e Mazzarino, alle corde. Il Banco ritrova anche i cugini Diener, arriva all’intervallo con 8/14 da tre ma è partendo dalla difesa più che discreta, che si accende definitivamente anche in attacco. La parte finale del secondo quarto produce un 18-6 del Banco (37-46) nonostante Aradori vada al riposo con 18 punti in 16’ senza errori su 7 tiri. Thornton ne ha 11 con 3/4 da 3. Cantù impiega solo 3’ per rimettere in piedi la partita, grazie a un 3/3 da tre, cuore dell’11-2 del pareggio, e alla crescita esponenziale di Brooks, 9 punti ne 3 quarto dopo lo zero del primo tempo, che fa la voce grossa anche in difesa con due stoppate. Drake Diener produce 4 punti da un antisportivo, Sassari torna a +5 ma su un fallo di Diliegro più tecnico sul quale coach Sacchetti ha molto da ridire ("Stoppata pulita" dice), Cantù segna 6 punti in una sola azione (4 liberi di Brooks, canestro di Scekic) per il sorpasso. La Chebolletta cerca il colpo del k.o. con Mazzarino e Mancinelli (71-65) ma Travis Diener risorpassa da solo. Ancora una strappo di Tabu e Mancinelli porta Cantù 79-74 quando la gara entra negli ultimi 5’. E’ quello decisivo: ogni volta che Mancio tocca la palla succede qualcosa di positivo per Cantù. L’assist per Mazzarino, che segna due triple di fila, è l’ultimo highlight di una grande partita.
Cantù: Aradori 21, Tabu 15, Cusin 12
Sassari: T.Diener 21, Thornton 16, D.Diener 14

Alessandro Gentile in azione. Ciam/Cast

EA7 Milano-Sidigas Avellino 108-57
di Vincenzo Di Schiavi
Milano decolla verso la Coppa Italia casalinga con la quarta vittoria consecutiva. Il match dura un quarto e mezzo in cui un fenomenale Bourousis scava la fossa dove Avellino, priva anche di Johnson, finisce senza fiatare. Le sensazioni, in casa Armani, sono tutte positive: Green ormai ha la squadra in mano, il suo basket è linfa per Bourousis, Melli e Hairston, mentre in campo si è rivisto anche Gentile dopo 33 giorni dall’infortunio di Biella. Pancotto infila Biligha in quintetto e il giovane italiano cresciuto a Casalpusterlengo, parte con un 2/2, ma poi va a sbattere contro un muro che si chiama Joannis Bourousis. Il primo quarto del colosso greco è strepitoso: 16 punti in meno di 10’, tre falli subiti e 20 di valutazione. Con lui Milano vola a +12 e sembra tutta una formalità, ma sulle rotazioni di un’Armani al completo qualcosa s’inceppa. Con Gentile, Giachetti e Chiotti in campo, Avellino risale fino a -2 (34-32), spinta da Spinelli e Dragovic, poi due triple di Hairston e Fotsis, il rientro in campo di Bourousis e una zona pulita ed efficace riporta Milano a distanza di sicurezza. Un 2+1 di Hairston vale il +14 (49-34). Nel terzo quarto Avellino segna solo 7 punti, travolta dallo show dei milanesi che volano a + 39 (82-43). Poi, sull’ultima discesa, un libero di Fotsis vale anche il +51 (106-55).
Milano: Bourousis 25, Hairston 17, Chiotti 13
Avellino: Richardson 13, Biligha 11, Lakovic 9

Saie 3 Bologna-Sutor Montegranaro 83-80
La Virtus torna al successo dopo 7 sconfitte di fila e la batosta di Milano. Prima della palla a due uno striscione degli ultras bianconeri invoca le dimissioni dell’a.d. Sabatini. Memore dei 93 punti incassati da Cremona nell’ultima gara interna, Bologna comincia forte in difesa e incassa solo 2 punti in 5’ (7-2). Gigli spadroneggia sotto le plance e con tre cesti contribuisce al primo break (14-6). Con 5 punti a testa Johnson e Steele riportano però sotto la Sutor, che impatta a quota 16 e al primo intervallo è 20-18. A metà del secondo quarto arriva il sorpasso marchigiano con una tripla di Amoroso (29-30). L’altro ex Di Bella infila 8 punti e porta i suoi sopra di 4, ma una schiacciata di Moraschini e un’entrata di Poeta sulla sirena ristabiliscono la parità dopo 20’ di qualità davvero modesta (41-41). Confinato in panchina per tutto il secondo tempo a Milano Smith ha una gran voglia di riscatto e segna 11 punti nel terzo quarto toccando quota 20. Sul 48-48 i padroni di casa piazzano un 9-0 che vale il nuovo massimo vantaggio, inalterato all’ultimo intervallo (62-53). Nel quarto periodo si sveglia anche Minard e la Virtus vola a +12 sul 73-61, ma tre triple di fila di Johnson, Steele e Amoroso riaprono la gara (73-70 al 36’). Il solito Smith ribatte con altri 7 punti, ma Montegranaro non è mai doma e si riporta a -1 a 6” dalla fine con una tripla di Mazzola. E’ sempre Smith a infilare i due liberi decisivi e a recuperare palla sull’ultima rimessa a 4” dalla sirena; per lui alla fine 28 punti con 9/21 dal campo e 7/10 ai liberi. Finelli ritrova due dei suoi tre americani e tira un sospiro di sollievo mentre Recalcati resta in piena zona calda. (Nicola Zanarini)
Bologna: Smith 28, Minard 11, Gigli 10
Montegranaro: Cinciarini 16, Johnson 16, Steele 15, Amoroso 15

Umana Venezia-Scavolini Pesaro 71-68
L’Umana coglie la settima vittoria nelle ultime 8 partite, ma la Scavolini ha coltivato fino all’ultimo centesimo il sogno di sbancare il Taliercio. Venezia sempre avanti, Pesaro sempre all’inseguimento, ma il quintetto di Mazzon non è mai riuscito a chiudere il match. Nemmeno quando un monumentale Diawara (19 punti, 9 rimbalzi) ha timbrato dalla lunetta il +8 (68-60) a 2’36” dalla fine. Rilassarsi costa caro alla Reyer: Cavaliero e Stipcevic riaccendono la Scavolini (68-65), Crosariol stoppa Clark e Pesaro risale a -1 (68-67). Umana in difficoltà, a 39” la terna arbitrale fischia lo sfondamento a Cavaliero su Rosselli nell’azione del possibile sorpasso. Il canestro diventa sempre più piccolo per la Reyer, ma sull’errore di Young, Diawara cattura l’ennesimo rimbalzo e trasforma un libero (69-67). Stipcevic, a 3” dalla fine, ha dalla lunetta l’occasione dell’aggancio, ma sbaglia il primo e non riesce a… sbagliare il secondo (69-68). Young invece non fallisce (71-68). Umana a strappi, sempre aventi (14-8 al 5’, 27-16 al 12’, 54-46 al 29’), Pesaro mai doma, tenuta in partita all’inizio da Crosariol (19+5), poi da Stipcevic e Barbour. Come a Roma, la Scavolini fallisce nel finale, ma questa volta può anche recriminare sullo sfonda di Cavaliero. (Michele Contessa)
Venezia: Young 22, Diawara 19, Magro 6, Clark 6
Pesaro: Crosariol 19, Stipcevic 15, Barbour 15

Vanoli Cremona-Enel Brindisi 97-81
Ritrova Vitali e il proprio attacco la Vanoli, che torna al successo casalingo spegnendo l'Enel (reduce dal successo sulla Montepaschi) con la miglior serata dell'anno. I 97 punti segnati con 11 triple sono top stagionale per la squadra di Gresta, che dopo due k.o. a 72 di media si sfoga contro la squadra di Bucchi, scopertasi inferiore per impatto dalla panchina (senza Ndoja e l'ex Formenti, solo 8 punti contro i 34 di quella Vanoli) e troppo soft in difesa, annichilita in un terzo quarto da 35-9 per valutazione. Brindisi resta avanti giusto i primi 6' (11-15), con Viggiano a punire uno svogliato Harris in difesa, poi frana sugli ultimi 13 possessi del 1° quarto, con un libero di Simmons in mezzo a 7 errori al tiro 5 perse: passata in vantaggio con un break di 12-1 (23-16 al 10'), da lì in poi la Vanoli ha sempre tenuto in mano la gara, con la coppia Johnson-Vitali a mettere in ritmo i compagni (13 assist in due) e Jackson ad accendersi nel duello a suon di arresto e tiro con Gibson. Dopo gli 8 punti in 5' del brindisino valsi il -2 (33-31 al 15'), sono i 15 della guardia di passaporto italiano a lanciare Cremona a cavallo dei due quarti centrali: 9 per il +10 prima dell'intervallo (47-37), altri 6 dopo, quando con Gibson in panchina con 3 falli, insieme a Johnson e a tre schiacciate consecutive di Stipanovic porta il gap sino il +17 (63-46) in uno strappo continuo che si ferma solo al +24 del 31', dato alla tripla del 79-55 di Chase, 10 punti nell'ultimo quarto per tenere a bada l'orgoglio di Gibson e Viggiano (90-75 al 37') e i sei punti di vantaggio sull'ultimo posto. (Michele Talamazzi)
Cremona: Jackson 19, Chase 16, Harris 15
Brindisi: Gibson 25, Simmons 15, Viggiano 13

Juve Caserta-Angelico Biella 80-81 d.t.s.
Si interrompe al Palamaggiò la striscia negativa di otto sconfitte consecutive per l’Angelico Biella, che l’ultima volta aveva vinto lo scorso 25 novembre, contro Venezia. Per la Juvecaserta, dopo la vittoria contro Sassari ad inzio 2013, si tratta della seconda sconfitta casalinga consecutiva dopo quella contro Milano, su tre gare interne giocate nell’anno nuovo.L’Angelico può sorridere meritatamente, pur avendo rischiato seriamente di buttar via un vantaggio di 11 lunghezze (56-67 al 33’) costruito in particolare nella terza frazione, sulle iniziative di Rochestie e Soragna. Nell’ultimo quarto infatti, dopo un break biellese di 18-3 costruito a cavallo delle ultime due frazioni, un timeout di Cancellieri ha avuto l’effetto contrario di riportare in gara i bianconeri sul 66-67, grazie a un contro parziale di 8-0 firmato Jelovac e Akindele. A quel punto la Juve è tornata a crederci, spinta anche dal suo pubblico, e nonostante una serie di possessi sprecati, la girandola dei tiri liberi ha premiato i bianconeri visti i due errori dalla lunetta di Rochestie e Tsaldaris (72-74 al 39’) cui ha poi replicato Jelovac per mandare tutto al supplementare. Nell’overtime poi, l’esperienza di Jurak e Soragna ha guidato l’Angelico verso il successo, nonostante l’ultimo possesso nelle mani di Caserta, amministrato da Gentile e poi reso vano dall’ultimo tiro di Michelori che si è fermato sul ferro e ha sancito la meritata vittoria biellese. (Giuseppe Bernardo)
Caserta: Akindele 23, Jelovac 17, Mordente 16
Biella: Pinkney 17, Soragna 15, Rochestie 15

Trenkwalder Reggio Emilia-Acea Roma 96-93
Un grande Taylor e una straordinaria difesa regalano alla Trenkwalder una notte di gloria. Reggio piega Roma, reduce da 5 vittorie consecutive, dominando il match per 37 minuti e rischiando poi di buttare tutto al vento negli ultimi 150 secondi dell’incontro. Perché, a meno di due minuti e mezzo dalla fine, i biancorossi conducevano per 84-66 e la partita sembrava morta e sepolta. In quegli ultimi 150 secondi, invece, Roma non ha più sbagliato nulla e con una difesa aggressiva, a tratti anche oltre i limiti, è riuscita a segnare 27 punti risalendo fino al -3, facendo venire una paura immensa a tutto il palasport reggiano. Alla fine, però, il successo della Trenkwalder è stato legittimo. Perché i reggiani per 37 minuti avevano messo insieme una partita quasi perfetta. Partendno fortissimo, con 16 punti di Taylor nel primo quarto, e aprendo subito un varco che l’Acea non riusciva più a chiudere. A piegare la resistenza e le speranze dei capitolini era la difesa dei padroni di casa che diventava insuperabile per lunghi tratti del match. Tanto che la Trenkwalder saliva al più 15 (45-30) già in chiusura del secondo quarto. Alla ripresa delle ostilità Datome provava a cambiare volto al match e inventava dal nulla un parziale di 8-0 che riportava l’Acea a meno 7 (51-44). La Trenkwalder reagiva rabbiosamente tornando a fuggire via con una tripla di Antonutti (63-48). Reggio continuava la sua fuga solitaria arrivando fino al più 21 (82-61 al 37°). A quel punto succedeva il finimondo, Roma segnava 27 punti in due minuti e mezzo ma la Trenkwalder manteneva quei tre punticini di vantaggio che le permettevano di esultare. (Daniele Barilli)
Reggio Emilia: D. Taylor 30, Slanina 17, Antonutti 12
Roma: Lawal 25, Datome 22, J. Taylor 18

Montepaschi Siena-Cimberio Varese 89-75
Siena campione in carica lancia un messaggio alla capolista Varese, che trova in Toscana la terza sconfitta stagionale: dovrete passare su di noi per restare lassù in cima. A parte un blackout in avvio di quarto periodo, la Montepaschi (senza Ress e Carraretto) gioca forse la miglior gara in campionato, trovando qualità tecnica e caratteriale non solo da Brown, ma anche dai leader Hackett e Moss e dal decisivo ex Kangur. La Cimberio ha un grande Dunston ma solo quando intorno a lui gli esterni Ere e Banks sono quelli di sempre riesce a entrare in partita, tornando al massimo a -7. Le invenzioni proprio di Banks tengono Varese in gara in avvio ma da metà primo periodo in poi Siena mette la freccia: Moss imbavaglia Ere e dall'altra parte non sbaglia un colpo, Brown inventa senza mai andare fuori giri (10 punti nel primo quarto) ma a scavare il solco sono 5 minuti di digiuno di una Cimberio senza la guida di Green (0/4 e una persa nel primo quarto) capace di reggersi solo sui falli subiti da Dunston. Segnando 9 dei primi 11 tiri, Siena ci costruisce un parziale di 16-2 per toccare il 25-12 all'8'. Una direzione a bassa tolleranza ai contatti spezzetta molto la gara e inasprisce gli animi, con quattro tecnici equamente divisi, ma se Siena – che aveva il vento in poppa – avrebbe solo da perderci, in realtà è qui che rilancia. Sanikidze piazza il +14 in avvio di secondo quarto e prosegue con 10 punti in sei minuti fino al 44-27 al 16'. Andata al riposo sul +18, la Montepaschi allunga sul 56-36 al 22' e toccherà perfino il 66-45 al 27' trascinata da Hackett per resistere al ritorno di Banks, Ere e Dunston. Non è una fiammata isolata, perché appena Siena molla un attimo l'acceleratore, la capolista è micidiale. La Montepaschi ha un buco nero in avvio di quarto periodo, quando segna solo due punti in cinque minuti. E la Cimberio è tentacolare, perché gli esterni si sono riaccesi e in area Dunston e Sakota spuntano ovunque: il 10-2 ospite frutta un rientro fino al 72-65 a metà ultimo quarto che fa tremare Siena. Qui però è l'ex Kangur a decidere la partita: insieme a Sanikidze, nell'assetto senza centri in campo, contiene Dunston, poi dall'altra parte infila le due triple di fila che rilancino la Montepaschi. Completa il lavoro una tripla allo scadere di Hackett per l'81-65 che ridà la gara in pugno ai toscani al 36'. Da qui in poi si gioca solo per lo scarto finale con un occhio al +7 di Varese all'andata: le triple di Moss e Brown arrotondano alla fine sul +14 dei campioni. (Giuseppe Nigro)
Siena: Brown 23, Hackett 14, Moss 13, Kangur 12, Sanikidze 10
Varese: Dunston 20, Ere 14, Banks 13, Green 10