L’altro Tamberi: "Io lancio positivo. Mio fratello? ? uno di noi..."

Gianluca e l’aiuto a Luigi Casadei, campione autistico di giavellotto. "Gimbo vola grazie ai sacrifici"

"Sono tornato a vedere l’atletica e lo sport sotto un’altra luce: più accesa e positiva rispetto a quella che è stata la mia carriera". Gianluca Tamberi, figlio di Marco e fratello di “Gimbo”, ex promessa del giavellotto, è emozionato quando spiega il motivo per cui si è riavvicinato alla pedana dopo anni di stop. "Da qualche mese ho rimesso legna sul fuoco della passione: merito di Luigi Casadei, un ragazzo autistico di Ancona che, come me, ama lanciare".

Com’è nata questa amicizia?

"Luigi, che gareggia per la Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali (categoria II1), era già molto forte e puntava al record del mondo. Nell’ottobre 2023 questo record è arrivato: 56 metri e 99. Da lì ho deciso di seguirlo, allenandomi insieme a lui. Stare accanto a Luigi ha riportato anche me a trascorrere più tempo in pedana".

Risultato?

"Io ho chiuso quinto ai campionati italiani, lui ha realizzato altri tre record del mondo, arrivando a lanciare 60.66. ? una misura con la quale inizi a essere considerato un atleta interessante anche tra i normodotati".

? felice?

"Tantissimo. Lo sport può anche far male, soprattutto a livello emotivo. Grazie a Luigi, invece, mi sono reso conto di nuovo quanto possa far bene. Col giavellotto ha trovato il suo posto nel mondo, facendo esperienze che la sua condizione di partenza non gli avrebbe permesso di vivere".

La soddisfazione più grande?

"Vedere come sempre più spesso le persone non si accorgano del suo autismo".

Cosa vuol dire essere il fratello maggiore di “Gimbo”?

"? una grande gioia e un privilegio. Spesso chi dà tanto allo sport senza arrivare in vetta, considera questo apice come qualcosa di irraggiungibile. Ho avuto la fortuna di vedere come si fa e ora so di aver lottato per qualcosa che esiste. ? un privilegio aver potuto assistere da vicino alla formazione di un’icona dello sport, non solo dell’atletica. Gimbo non è un alieno, è uno di noi che con talento, impegno e sacrificio ce l’ha fatta".

Il momento più bello?

"Il primo salto della finale di Tokyo 2021. Ho esultato come un pazzo, come se avesse già vinto".

Perché?

"Due settimane prima, la sua ultima gara a Montecarlo non era andata bene. Si era sfogato, ci eravamo abbracciati e anche commossi, era preoccupato per l’Olimpiade. Ecco perché quel primo salto è stato un momento di grande liberazione: mi ero reso conto che stava bene e che era riuscito a mettersi tutto alle spalle. Era pronto a realizzare il suo sogno".

E il suo di sogno?

"Laurearmi per la seconda volta (è già dottore in Economia; ndr), mi manca solo un esame per concludere Giurisprudenza. Purtroppo però mi sono messo in testa di uscire con 110 e lode. Devo prendere 30, per questo ci sto mettendo un po’ più del previsto (ride)".