Intervista alla compositrice, prima donna a cui la Scala ha commissionato un'opera
In una pausa di una lezione al Conservatorio, Silvia Colasanti ci parla dell¡¯opera che sta componendo, dedicata alla poetessa russa Anna Achmatova: "Una personalit¨¤ fortissima, una donna che ha avuto una vita meravigliosa, che ha fatto tremare la Russia¡". Andr¨¤ in scena nel 2025 e far¨¤, a suo modo, la storia.
Lei ¨¨ la prima donna cui la Scala ha commissionato un¡¯opera.
"Per me ¨¨ un traguardo che ha un grande significato perch¨¦ la Scala ¨¨ il teatro lirico pi¨´ importante al mondo. Ma lo ¨¨ soprattutto perch¨¦ apre alla presenza femminile, in un mondo, quello della lirica, storicamente da sempre di dominio maschile e legato al passato. L¡¯idea che la Scala creda nel presente e negli artisti e nelle artiste di oggi ¨¨ da sottolineare tanto quanto la questione di genere".
Quindi le cose stanno cominciando a cambiare per le donne?
"? una situazione difficile per tutti ma riconosco che molti passi avanti sono stati fatti. Il settore dell¡¯arte e della cultura contemporanea ¨¨ faticoso. E per noi donne lo ¨¨ ancor di pi¨´ perch¨¦ abbiamo dato agli uomini mille anni di vantaggio... Siamo di meno perch¨¦ ci siamo affacciate da poco: io insegno e le allieve donne sono pochissime. Ma siamo noi che dobbiamo fare s¨¬ che le cose vadano diversamente".
Quali sono gli ostacoli da superare, in tutti gli ambiti?
"Noi stesse. ? importante credere nel proprio valore e nei propri meriti. Non dobbiamo farci condizionare da un pregiudizio che rischiamo di fare nostro. La nostra tenacia ¨¨ fondamentale".
In che modo?
"Nella lirica c¡¯¨¨ molta paura che l¡¯arte non dialoghi con il pubblico. Oggi i cartelloni sono pieni di storia, rischiamo di fare dei musei. E allora, aprire alle nuove produzioni vuole dire anche dare opportunit¨¤ alle donne".
Si fa chiamare ¡°maestro¡± o ¡°maestra¡±?
"Mi hanno sempre chiamata maestro perch¨¦ questo ¨¨ il termine legato alla musica, mentre maestra rimanda all¡¯insegnamento. Quando mi chiedono che lavoro faccio, invece, rispondo che sono una compositrice: non ho problemi a usare quel termine al femminile, perch¨¦ esiste. Insomma, faccio la compositrice ma mi chiamano maestro".
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