Perché l'ansia peggiora d'estate? Parola alla psicologa

I consigli della dottoressa Paola Mosini su come gestire questo delicato periodo dell'anno, dove le alte temperature possono peggiorare i sintomi ansiosi. Ecco cosa sapere

L’abnorme aumento di temperatura di queste ultime settimane sta creando molti problemi. Tra questi, non va sottovalutato l’impatto che il caldo ha su chi soffre di un disturbo d’ansia: può infatti aumentare il senso di malessere generale e innescare una serie di meccanismi difficili poi da gestire, come spiega la dottoressa Paola Mosini, psicologa e psicoterapeuta di Humanitas Psico Medical Care.

Dottoressa, è vero che con il caldo i sintomi possono peggiorare??

“Sì, i sintomi dell’ansia tendono a peggiorare molto col caldo. Questo perché la sensazione del calore e dell’aumento della temperatura ricordano le sensazioni tipiche degli stati di ansia e di panico. Tutto ciò tende quindi a richiamare il correlato di sintomi tipici dei disturbi d’ansia. Spesso, le persone ansiose sanno già che con l’arrivo del caldo staranno male, l’ansia anticipatoria può essere quindi un ulteriore trigger del peggioramento”.?

C’è uno stretto legame tra mente e corpo in questi casi??

“L’ansia comporta sia sintomi fisici (tachicardia, sudorazione, oppressione toracica) sia cognitivi (preoccupazione e rimuginio), che si alimentano a vicenda. L’ansioso è ipervigile rispetto ai segnali corporei, tende cioè a fare una continua scansione corporea delle sensazioni fisiche. Quindi la temperatura alta, il calore, il senso di stanchezza, mettono in allerta chi soffre d’ansia, innescando la cosiddetta ‘marcia del panico’, una sorta di circolo vizioso”.?

Come incide sulla vita sociale, che solitamente in estate tende ad aumentare??

“La vita sociale può mettere ulteriore pressione, il peggioramento delle sensazioni fisiche derivanti dalle alte temperature, il timore di svenire e il timore di avere attacchi di panico, spesso portano le persone a non sentirsi a proprio agio in mezzo agli altri, fino a portarli a evitare tali situazioni. Trovarsi in ambienti affollati, dove il calore si avverte ancora di più – si pensi ai mezzi pubblici o anche ai locali – crea uno stato di allerta che può determinare un peggioramento di tutte le condotte agorafobiche. Il panico è spesso scatenato dalla percezione dell’assenza di una via di fuga: pensiamo per esempio alle code in autostrada, o a locali affollati. L’attacco di panico è caratterizzato di fatto da un falso allarme che porta le persone a percepire un pericolo e cercare una via d’uscita, quindi il non averne la possibilità peggiora le cose”.?

Come bisogna comportarsi in questi casi??

“Quando ci sono queste situazioni che vanno a configurare un disturbo d’ansia o di panico è importante affidarsi a degli specialisti. La terapia riconosciuta come più efficacie è la terapia cognitivo-comportamentale. Nel lavoro di psicoterapia si va a insegnare alle persone a rileggere in modo corretto le sensazioni fisiche che vengono interpretate in modo catastrofico. Poi possono aiutare molto le tecniche di rilassamento e di espirazione, che danno modo al paziente di avere maggior controllo delle sensazioni fisiche”.?

Cosa devono fare, e soprattutto non fare, le persone vicine a chi soffre di ansia? “Sicuramente devono astenersi dal dare giudizi rigidi e critici su ciò che quella persona sta vivendo. Serve un approccio empatico, vicinanza e sostegno. Vanno evitate le frasi del tipo ‘controllati’, ‘cosa vuoi che sia’, ‘è tutto nella tua testa’, che sicuramente non aiutano e fanno sentire la persona sbagliata. Consigliare una consulenza con uno specialista è sempre il miglior consiglio”