Uno studio della Tufts University del Massachissets ha attestato la presenza di vitamina D nel cervello, e ha dimostrato la sua importanza nella prevenzione delle malattie neurodegenerative
Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto passi avanti importantissimi nell¡¯analizzare le cause (e possibili soluzioni) di malattie neurodegenerative come l¡¯Alzheimer e la demenza. Uno studio della Tufts University del Massachissets, ateneo specializzato proprio nella ricerca sulle malattie legate all¡¯et¨¤, ha indagato per la prima volta sulla possibile presenza di vitamina D all¡¯interno del cervello, e del suo potenziale effetto sulla salute cognitiva delle persone.
La ricerca
¡ª ?Prima di tutto, lo studio ha provato a chiarire un dubbio non ancora del tutto risolto: l¡¯effettiva presenza di vitamina D nel cervello. Una volta data risposta affermativa, i ricercatori hanno stabilito una correlazione tra una buona concentrazione di vitamina D nel cervello e un miglioramento delle funzionalit¨¤ cognitive. La realizzazione dello studio ¨¨ stata possibile grazie a dei pazienti che hanno accettato di farsi seguire dai ricercatori per tutto il decorso della malattia, fino al decesso. Secondo i ricercatori, la presenza di vitamina D nel cervello ¨¨ associata a una probabilit¨¤ inferiore che va dal 25% al 33% di sviluppare malattie da declino cognitivo. Si ¨¨ arrivati a questa conclusione cercando la vitamina D in quattro regioni del cervello, due delle quali associate allo sviluppo dell¡¯Alzheimer, scoprendo che in tutte queste quattro aree la vitamina era effettivamente presente nel tessuto cerebrale.
Il ruolo della vitamina d
¡ª ?Una volta stabilita l¡¯importanza della vitamina D, il prossimo passo sar¨¤ capire come questa svolge il suo ruolo all¡¯interno del cervello. Trattandosi del primo studio che esamina questo processo, saranno necessari ulteriori passi avanti nel corso del tempo: gi¨¤ nel 2019 uno studio sui topi aveva evidenziato una prima correlazione, confermata da questa ricerca della Tufts University. Il dottor Thomas Burne, professore di neurobiologica dell¡¯Universit¨¤ del Queensland, in Australia, ha spiegato che ¡°la carenza di vitamina D ¨¨ collegata a un volume ippocampale ridotto e a un¡¯interruzione della connettivit¨¤ strutturale nei pazienti con lieve decadimento cognitivo¡±. Di conseguenza, diventa fondamentale assumere le giuste quantit¨¤ di vitamina D, non solo per gli effetti sulla propria salute a breve termine, ma anche in un¡¯ottica di prevenzione per il futuro. ¡°Prima di questo studio, non sapevamo nemmeno se la vitamina D fosse presente nel cervello umano¡± ha detto la dottoressa Kyla Shea, ricercatrice della Tufts University a capo dello studio: ¡°Lo studio ha riportato che livelli pi¨´ elevati di vitamina D nel sangue si associano a un minor declino cognitivo o a un minor rischio di demenza".
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