L'aumento delle infezioni da streptococco ¨¨ coinciso con la fine della pandemia da COVID-19, ma qualcosa ¨¨ cambiato e uno studio tutto italiano ci ha svelato il motivo
Il 2023 ¨¨ stato l'anno in cui, come non accadeva da tempo, in gran parte d'Europa si ¨¨ registrato un aumento delle infezioni da streptococco.?Un vero e proprio boom, certificato dall'OMS Europa e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), iniziato sul finire del 2022 con una particolare incidenza in Irlanda, Francia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito. I contagi nei bambini al di sotto dei 10 anni hanno riguardato anche il nostro Paese con un aumento del 2.000% delle vendite dei test per lo streptococco rispetto rispetto all'anno precedente e del 38% nelle vendite di amoxicillina, l'antibiotico indicato nel trattamento di infezioni batteriche.
Perch¨¦ i casi di Streptococco sono in aumento?
¡ª ?A distanza di qualche mese da questo boom, a svelare il perch¨¨ ¨¨ stato uno studio tutto italiano, condotto dai ricercatori della Pediatria e della Microbiologia di Fondazione Policlinico Gemelli Irccs e Universit¨¤ Cattolica e pubblicato sulla rivista Lancet Microbe. Cosa ¨¨ emerso? L'aumento dei casi, secondo i ricercatori, sarebbe una conseguenza del cosiddetto 'debito immunologico' legato alle misure anti-Covid.
La ricerca non ¨¨ iniziata nel 2023, dopo l'aumento dei casi, ma nel 2018 e questo ci permette di avere un confronto tra la situazione prima della pandemia da COVID-19 e il periodo successivo. I ricercatori hanno indagato l'incidenza dell'infezione da Streptococcus pyogenes (Gas) analizzando 2.230 campioni raccolti da 1.839 pazienti nell'arco di sei anni, evidenziando un andamento chiaro tra il pre-pandemia, il periodo della pandemia e gli anni successivi.
"Negli anni della pandemia Covid, cio¨¨ dal 2020 al 2022, abbiamo osservato una significativa riduzione di infezioni da Streptococco, sia in termini di quantit¨¤ dei campioni pervenuti (per un ridotto accesso al nostro ambulatorio ospedaliero), ma anche una significativa riduzione della percentuale dei campioni positivi", ha spiegato Maurizio Sanguinetti, ordinario di Microbiologia all'Universit¨¤ Cattolica, direttore del Dipartimento Scienze di Laboratorio e infettivologiche, direttore della UOC Microbiologia, Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs.
Cosa ¨¨ cambiato dopo la pandemia?
¡ª ?Il calo nelle infezioni ¨¨ stato inevitabilmente conseguenza delle misure in atto per mitigare le infezioni da COVID-19, a cominciare dalle mascherine che hanno ridotto il contatto con il microrganismo e l'infezione: "Quando invece queste protezioni nel 2023 sono state rimosse, abbiamo osservato una ripartenza dell'infezione, con un'incidenza tornata rapidamente ai livelli del periodo pre-pandemico, quando i campioni positivi erano il 13-16% di tutti quelli esaminati", ha proseguito Sanguinetti.
Nel periodo post-COVID, per¨°, qualcosa ¨¨ cambiato. La fascia d'et¨¤ pi¨´ colpita dalle infezioni da streptococco ¨¨ scesa: se prima del 2020 i pi¨´ colpiti erano stati i bambini e le bambine in et¨¤ scolare e pre-adolescenziale, dopo la pandemia il maggior numero di infezioni ha riguardato i bambini e le bambine in et¨¤ pre-scolare, dai 3 ai 6 anni. Ed ¨¨ qui che entra in gioco il concetto di "debito immunologico" o "debito di immunit¨¤": durante la pandemia si ¨¨ inevitabilmente ridotto il nostro contatto coi microrganismi e stiamo ancora facendo i conti con le conseguenze.
Il?debito immunologico
¡ª ?Questo perch¨¦, come sottolinea ancora Sanguinetti, "il contatto con i microrganismi ¨¨ fondamentale per 'allenare' il nostro sistema immunitario a rispondere alle infezioni. L'ipotesi ¨¨ dunque che il ridotto contatto con questo microrganismo abbia determinato nei bambini pi¨´ piccoli un cosiddetto 'debito immunologico' che ha impedito loro di sviluppare una protezione, anche parziale nei confronti del microrganismo e questo ha comportato una maggiore incidenza di infezioni".
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