Una ricerca del Brigham and Women¡¯s Hospital di Boston ha rilevato una correlazione tra difficolt¨¤ nel dormire e ipertensione
Dormire poco, e dormire male, pu¨° essere collegato alla pressione alta: lo dice uno studio del Brigham and Women¡¯s Hospital di Boston, Massachusetts, ha rilevato come i disturbi del sonno siano collegati a un maggior rischio di ipertensione, soprattutto nelle donne. La ricerca ¨¨ stata pubblicata sulla rivista Hypertension. Gi¨¤ precedenti studi avevano dimostrato come alcuni disturbi, in particolare le?apnee notturne, potessero essere una causa nascosta della pressione alta.
Disturbi del sonno e ipertensione
¡ª ?I ricercatori hanno monitorato la salute di 66.122 donne tra i 25 e i 42 anni per un periodo di 16 anni, durante il quale sono stati osservati 25.987 nuovi casi di ipertensione. Le donne che dormivano non pi¨´ di 5 ore ogni 24 avevano il 10% di probabilit¨¤ in pi¨´ di avere la pressione alta, per chi invece dormiva non pi¨´ di 6 ore le probabilit¨¤ aumentavano del 7%. Non sono stati riscontrati aumenti del rischio per chi dormiva 8 o pi¨´ ore.
Sonno e pressione alta: qual ¨¨ la causa
¡ª ?Lo studio si interroga su un¡¯altra questione: sono i problemi di sonno a causare l¡¯ipertensione o viceversa? ¡°Problemi di sonno possono portare a una catena di eventi che di conseguenza aumentano la ritenzione idrica, la rigidit¨¤ arteriosa e la gittata cardiaca, portando potenzialmente all¡¯ipertensione¡± ha spiegato alla presentazione dello studio il dottor Shahab Haghayegh, ricercatore di Harvard e autore principale dello studio. ¡°Le interruzioni del ciclo sonno-veglia possono anche influenzare l¡¯attivit¨¤ di costrizione e rilassamento dei vasi sanguigni e la funzione delle cellule che regolano il tono vascolare¡± ha concluso l¡¯esperto sulla possibilit¨¤ che sia il sonno a influenzare la pressione. Non ¨¨ da escludere anche che sia un¡¯alterazione della pressione sanguigna a provocare i problemi di sonno: ¡°Le difficolt¨¤ nel dormire potrebbero verificarsi in assenza del calo della pressione sanguigna che dovrebbe esserci, come modello, nel momento in cui si prende sonno. Vorrei sottolineare che questa ¨¨ puramente un'ipotesi e merita ulteriori indagini in studi futuri" ha concluso il dottor Haghayegh.
? RIPRODUZIONE RISERVATA