Analizzare le proprie azioni ¨¨ d¡¯aiuto, ma se viene meno un atteggiamento costruttivo sorgono problemi. Ecco tutti i chiarimenti dell¡¯esperto
Le capacit¨¤ di riconoscere i propri errori e di far tesoro delle esperienze vissute in ottica futura sono fondamentali nell¡¯evoluzione della specie umana. Alla base di ci¨° c¡¯¨¨ un atteggiamento di critica costruttiva nei confronti del proprio operato, utile a cambiare prospettiva e scegliere soluzioni pi¨´ funzionali a seconda degli obiettivi che ci si pone. Sotto questo aspetto, l¡¯autocritica ¨¨ sicuramente una virt¨´, che favorisce la crescita personale. Se per¨° si pretende troppo da se stessi e non si ¨¨ mai soddisfatti del proprio operato diventa negativa e pu¨° spalancare le porte a problemi psicologici anche seri.
l'autocritica e gli errori
¡ª ?L¡¯autocritica presuppone il riconoscimento di un errore o l¡¯ammissione di una colpa, che rappresenta il motivo per cui non ¨¨ stato centrato l¡¯obiettivo prefissato. Per quanto ammettere di aver sbagliato provochi sempre un certo disagio, quando non si esagera e lo si fa con uno spirito propositivo valutare criticamente le proprie decisioni dimostra capacit¨¤ di adattamento, che ¨¨ molto importante nel percorso di sviluppo di ogni individuo. ¡°Grazie all¡¯autocritica si evita di perseverare nel commettere sempre gli stessi errori. Capire quando si sbaglia ed elaborare strategie alternative ¨¨ un segno di plasticit¨¤, nonch¨¦ indice di maturit¨¤¡± osserva il dottor Adolfo Bandettini di Poggio, direttore medico dell¡¯Area Psichiatria del Gruppo KOS. L¡¯area del cervello che gestisce l¡¯autocritica ¨¨ la corteccia prefrontale, dove non soltanto sono monitorati gli errori, ma si cerca anche di giustificare le proprie azioni, pur essendo coscienti che sono sbagliate. Per esempio, se in una giornata di pioggia si causa un incidente si tender¨¤ a minimizzare l¡¯accaduto, sottolineando che la tenuta di strada era difficile per via delle condizioni climatiche, cos¨¬ da ¡°scaricare¡± almeno in parte le proprie responsabilit¨¤.
autocritica e disturbi alimentari
¡ª ?Alla base dell¡¯autocritica non vi ¨¨ per¨° solo il bisogno di far tesoro dell¡¯errore commesso, ma anche una sensazione di disagio (e, a volte, persino di rabbia) per aver sbagliato. Quando questo secondo aspetto prevale sul primo e non si cerca di trovare giustificazioni alle proprie azioni ecco che possono sorgere problemi. ¡°Nei disturbi psichiatrici l¡¯autocritica assume prevalentemente la forma dell¡¯autosvalutazione, dell¡¯autocolpevolizzazione e dell¡¯autocommiserazione¡± sottolinea il dottor Bandettini di Poggio. Ci¨° ¨¨ molto evidente nei disturbi alimentari, in cui spesso ci si pone degli obiettivi irraggiungibili (come dimagrire molto in poco tempo) per poi accusarsi di non essersi impegnati a sufficienza per raggiungerli. In questi casi, l¡¯autocritica fa s¨¬ che non si desista dal conseguimento dell¡¯obiettivo, ma al tempo stesso riduce notevolmente l¡¯autostima, amplifica il senso di fallimento e, nelle circostanze pi¨´ estreme, pu¨° portare anche a infliggersi punizioni corporali, quali tagli e bruciature. Un¡¯eccessiva autocritica rappresenta anche un elemento che pu¨° peggiorare le condizioni non solo di chi soffre di disturbi alimentari, ma anche di chi ha altri problemi psichiatrici, a partire dalla depressione.
cambiare prospettiva
¡ª ?Una spia di un atteggiamento troppo critico nei confronti di s¨¦ ¨¨ la differente percezione della gravit¨¤ dell¡¯errore commesso da parte degli altri, che lo ritengono poco importante o addirittura irrilevante. La fascia d¡¯et¨¤ in cui le adolescenti tendono a essere eccessivamente critiche verso se stesse ¨¨ quella che va dai 12 fino ai 18-20 anni, mentre nei maschi questo fenomeno tende a verificarsi prima, per poi attenuarsi dai 12 anni in poi. ¡°Fondamentale ¨¨ il ruolo dei genitori, che devono evitare di sottolineare l¡¯errore, ma ridimensionarlo, fornendo una prospettiva per una soluzione positiva. Sminuire la situazione non ¨¨ d¡¯aiuto ai figli, a cui invece giova riflettere e osservare il problema da punti di vista diversi dal proprio¡± conclude il dottor Bandettini di Poggio.
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