Virus respiratorio sinciziale: come funziona il vaccino, chi può farlo e a chi rivolgersi

Recentemente è stato approvato un nuovo anticorpo monoclonale che riduce del 70% le ospedalizzazioni dei bambini

Il Virus respiratorio sinciziale (conosciuto anche come VRS) è tra i virus respiratori più diffusi, e soprattutto è la prima causa di bronchiolite, la principale causa di ospedalizzazione dei bambini sotto l’anno di vita. In Europa si contano ogni anno 33 milioni di casi di virus respiratorio sinciziale in bambini sotto i 5 anni, con 100mila decessi. ? un virus molto contagioso, che si trasmette per via aerea o per contatto diretto con le secrezioni nasali infette o con le membrane degli occhi, della bocca e del naso, con un periodo di incubazione che va dai 4 ai 6 giorni. Recentemente è stato approvato un nuovo anticorpo monoclonale, una sorta di “vaccino” che aiuta a prevenire il virus respiratorio sinciziale.

C’è un vaccino per il virus respiratorio sinciziale?

Non è un vero e proprio vaccino, ma c'è. Proprio perché non c’è una terapia specifica per il virus e si può agire soltanto sui sintomi, la prevenzione del virus respiratorio sinciziale è fondamentale, e di conseguenza lo diventa anche la terapia monoclonale, una sorta di “vaccino” disponibile da quest’anno che serve a proteggere dal virus respiratorio sinciziale, come aveva spiegato anche a Gazzetta Active il dottor Roberto Prota, direttore di Pneumologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino: “Prima la vaccinazione era piuttosto impegnativa, c’era bisogno di una somministrazione di 5 mesi una volta al mese che dava dei discreti risultati. Negli ultimi tempi è stata approvata una nuova molecola in un’unica somministrazione che va fatta in base al calendario vaccinale. Questo anticorpo monoclonale è ben tollerato, riesce a ridurre almeno del 60-70% le ospedalizzazioni”.

Chi può vaccinarsi e a chi rivolgersi

La campagna riguarderà inizialmente tutti i bambini nati dalla fine di luglio 2024 in poi e quelli fragili con meno di 24 mesi di età.?La somministrazione dell’anticorpo monoclonale (che appunto non è un vero e proprio vaccino) è già partita in alcune regioni e serve a prevenire la malattia e a ridurne la gravità in caso di contagio, riducendo di molto il rischio di ricovero ospedaliero o addirittura di morte. Ad esempio in Lombardia dal 1° novembre 2024 i punti nascita erogano l’anticorpo monoclonale anti RSV prima della dimissione dei neonati. Inoltre, in caso di sintomi del virus respiratorio sinciziale è importante rivolgersi sempre al pediatra prima di prendere una decisione, come ha spiegato al Corriere della Sera il dottor Sebastian Cristaldi, responsabile dell’Unità operativa semplice DEA II livello del Bambino Gesù: “I genitori non devono avere paura del valore della temperatura, dei gradi segnalati dal termometro, ma rivolgere l’attenzione alle condizioni complessive del bambino, senza somministrare farmaci per decisione autonoma. ? quindi importante consultare il pediatra di famiglia, che invierà al Pronto Soccorso solo se necessario”.