Lo rivela una ricerca su 34mila persone: il legame tra salute cardiovascolare e funzioni cerebrali si manifesta gi¨¤ dai 55 anni. E alcuni fattori di rischio, spesso sottovalutati, potrebbero essere la chiave
Quando il cuore soffre, anche il cervello ne paga il prezzo. E lo fa prima negli uomini che nelle donne. ? quanto emerge da uno studio dell'Imperial College di Londra che getta nuova luce sulla complessa relazione tra salute cardiovascolare e funzioni cerebrali. La ricerca, condotta su oltre 34.000 persone, svela infatti un dato sorprendente: negli uomini con fattori di rischio come obesit¨¤ e ipertensione, i primi segni di alterazione cerebrale si manifestano gi¨¤ dai 55 anni. Le donne, invece, mostrano una maggiore resilienza, con effetti simili che compaiono solo dopo i 60 anni.??
rischio di demenza: lo studio
¡ª ?La scoperta ¨¨ avvenuta mappando le aree cerebrali pi¨´ sensibili a questo deterioramento precoce. Come tessere di un mosaico interconnesso, le zone che controllano udito, vista, emozioni e memoria mostrano i primi segni di cambiamento. Un dato interessante ¨¨ emerso dall'analisi genetica: questi effetti si manifestano con la stessa intensit¨¤ sia nelle persone portatrici del gene APOE e4, noto per aumentare il rischio di demenza, sia in chi non lo possiede.?
La vera sfida ora ¨¨ capire quando intervenire. Se infatti ¨¨ chiaro il legame tra fattori come diabete, obesit¨¤, pressione alta e fumo con il rischio di demenza, resta da definire il momento migliore per iniziare la prevenzione. Per scoprirlo, i ricercatori si sono affidati a 34.425 partecipanti alla Biobanca britannica, tutti sottoposti a scansioni addominali e cerebrali. La loro et¨¤ media era di 63 anni, ma variava tra 45 e 82. Per valutare il rischio cardiovascolare, ¨¨ stata usata la scala Framingham, uno strumento che considera diversi fattori: dall'et¨¤ ai livelli di grassi nel sangue, dalla pressione arteriosa alle abitudini come il fumo, fino alla presenza di diabete. Parallelamente, i ricercatori hanno studiato la struttura del cervello attraverso sofisticate tecniche di neuroimaging, che hanno permesso di osservare come il grasso corporeo - sia quello addominale sia quello che circonda gli organi interni - possa influenzare il tessuto cerebrale.?
La scoperta? Un maggiore accumulo di grasso corporeo corrisponde a un cervello pi¨´ piccolo, sia negli uomini che nelle donne. Non solo: i dati hanno rivelato che l'influenza pi¨´ forte del rischio cardiovascolare e dell'obesit¨¤ sulla neuro-degenerazione cerebrale si ¨¨ verificata dieci anni prima negli uomini rispetto alle donne ed ¨¨ stata mantenuta per due decenni. Gli effetti erano anche pi¨´ evidenti negli uomini, che ne erano pi¨´ suscettibili tra i 55 e i 74 anni, mentre le donne lo erano tra i 65 e i 74 anni.?
Occhio al tempo
¡ª ?Gli effetti di obesit¨¤ e problemi cardiovascolari sul cervello seguono un percorso preciso nel tempo: sono limitati in giovane et¨¤, toccano il massimo nella fascia centrale della vita, per poi attenuarsi dopo i 75 anni (anche se quest'ultimo dato va preso con cautela, visto il numero ridotto di persone anziane nello studio, ndr). E c'¨¨ di pi¨´: questi cambiamenti cerebrali si verificano indipendentemente dalla presenza del gene APOE e4, noto per aumentare il rischio di demenza. Le aree pi¨´ sensibili sono i lobi temporali, quelle parti del cervello che orchestrano memoria, emozioni, elaborazione di suoni e immagini - proprio le funzioni che tipicamente si alterano quando la demenza muove i primi passi. "L'impatto dannoso del rischio cardiovascolare si estende a tutte le regioni corticali, evidenziando come il rischio cardiovascolare possa compromettere una variet¨¤ di funzioni cognitive", ammettono i ricercatori. "Pertanto, i fattori di rischio cardiovascolare modificabili, inclusa l'obesit¨¤, meritano un'attenzione speciale nel trattamento/prevenzione delle malattie neuro-degenerative, incluso il morbo di Alzheimer. Ci¨° evidenzia l'importanza di colpire i fattori di rischio cardiovascolare prima dei 55 anni per prevenire la neuro-degenerazione e il morbo di Alzheimer e altri eventi cardiovascolari, come l'infarto del miocardio e l'ictus".
?Insomma, che il cervello invecchi ¨¨ naturale. E lo fa proprio nelle stesse aree dove sono stati osservati i cambiamenti legati ai problemi di cuore e circolazione. E non ¨¨ facile capire dove finisce il normale passare del tempo e dove iniziano i segnali di qualcosa di pi¨´ serio. Ma la natura ci offre degli indizi: dall'infiammazione alle alterazioni nel metabolismo, ci sono diversi meccanismi che potrebbero spiegare come la salute del cuore e quella del cervello siano cos¨¬ strettamente intrecciate. Ecco perch¨¦, avverte lo studio, "affrontare il rischio cardiovascolare e l'obesit¨¤ un decennio prima negli uomini rispetto alle donne pu¨° essere fondamentale affinch¨¦ i potenziali candidati ottengano un beneficio terapeutico nella prevenzione della neuro-degenerazione e del declino cognitivo".
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