Quali sono le difficolt¨¤ di un atleta disprattico e come aiutarlo
"La persona disprattica essendo caratterizzata da movimenti goffi e maldestri, derivati da problematiche di coordinazione oculo-manuale, difficilmente svolge sport nel corso della sua vita. Questo accade sia perch¨¦ ha consapevolezza dei suoi limiti e quindi tende ad evitare l¡¯attivit¨¤, sia perch¨¦ molte volte, purtroppo, si ritroverebbe oggetto di scherno". Con queste parole Roberta Cappelluti, psicologa clinica e dello sport, descrive la disprassia. Vediamo di cosa si tratta.?
diagnosi
¡ª ?Solitamente si arriva a una diagnosi in et¨¤ scolare, a partire dai 6 anni: "Il bambino - spiega l¡¯esperta - fin da subito, ha problemi di disgrafia, goffaggine nei movimenti e scarse capacit¨¤ sportive. Per questo motivo non si integra con gli altri, poich¨¦, non riuscendo a portare a compimento le azioni, non trova spazio negli sport di squadra".?
difficolt¨¤
¡ª ?Disgrafia, o anche difficolt¨¤ di lettura a causa dei problemi a coordinare i movimenti dello sguardo, rappresentano prestazioni inadeguate che interferiscono in maniera significativa con i risultati scolastici o con le semplici attivit¨¤ di vita quotidiana (vestirsi, allacciarsi le scarpe, deambulare). "La disprassia - chiarisce Roberta Cappelluti - si esprime con la difficolt¨¤ nello svolgere un¡¯azione, non riuscendo a coordinare i gesti per poter raggiungere un obiettivo.?La si riconosce in quanto ¨¨ presente un ritardo nel raggiungimento delle tappe dello sviluppo motorio.?Diversi studi hanno altres¨¬ dimostrato che un deficit di forza sussiste e che questo compromette le performance in qualit¨¤ di precisione e mantenimento del movimento". ??
disprassia e sport
¡ª ?Yoga e nuoto sono gli alleati. "Le attivit¨¤ sportive in cui un disprattico pu¨° cimentarsi - sottolinea la psicologa - sono in generale quelle che non richiedono grande coordinamento e quindi possono risultare pi¨´ facili da gestire. Tra queste, ad esempio, lo yoga ed il nuoto. Imparare ad eseguire la giusta respirazione, rispettare i tempi, porre attenzione al movimento sono tutte abilit¨¤ che il disprattico pu¨° imparare nel tempo e, anche se non eseguite nel migliore dei modi, portano la persona a trovare equilibrio e serenit¨¤ con se stessa".?Roberta Cappelluti, docente del Master sul disagio giovanile, devianza sociale e comportamenti a rischio presso Unicusano Roma, ci tiene a divulgare un input a familiari e coach: "A prescindere da quale sia l'attivit¨¤ sportiva migliore per un disprattico, se questi ha un interesse per un determinato sport, anche se non riesce a praticarlo bene, va sempre incoraggiato, supportando il suo miglioramento e la sua partecipazione".
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