La pugile algerina ha un tasso di testosterone che fa discutere. Per il Cio ¨¨ ok, per la federboxe interazionale no. La scienza faccia chiarezza
Il caso Imane Khelif ¨¨ un pugno in faccia alle nostre coscienze e nello stesso tempo prende a pugni regolamenti volutamente e colpevolmente diversi. L¡¯algerina ¡°iperandrogina¡± ¨¨ salita sul ring perch¨¦ ne aveva diritto. Sul piano dei regolamenti il suo tasso di testosterone ¨¨ nella norma, e il Cio le ha consentito di partecipare al torneo olimpico. S¨¬, certo, ma noi che viviamo di sport e per lo sport pensiamo che i suoi diritti (sacrosanti) finiscano dove iniziano quelli delle altre atlete che dovrebbero poter competere alla pari. Ci sono diritti formali, che dovrebbero per¨° essere uguali per tutti, e poi ci sono quelli del buon senso.?Sono situazioni diverse, ma Angela Carini, l¡¯azzurra che ieri ha gettato la spugna dopo 46 secondi della prima ripresa si ¨¨ sentita come si sentivano le avversarie di Caster Semenya, la fuoriclasse sudafricana che per prima sollev¨° il problema degli atleti intersex. Come era facilmente prevedibile la vicenda ¨¨ esplosa su scala mondiale. Sul ring sono saliti politici, medici, psicologi e autorit¨¤ sportive. Ma ¨¨ difficile stabilire da che parte sta la ragione.
regolamenti
¡ª ?Giusto per fare chiarezza. L¡¯algerina ¨¨ salita sul ring perch¨¦ il Cio ha ritenuto che ne avesse diritto. Per il regolamento del comitato olimpico pu¨° essere considerata donna perch¨¦ il tasso del suo testosterone ¨¨ dentro i limiti. Non la pensa cos¨¬ la federazione internazionale della boxe (non riconosciuta dal Cio) che non le ha consentito l¡¯accesso alla finale dei Mondiali di Nuova Delhi dello scorso anno. E gi¨¤ questa ¨¨ una grave, e inaccettabile, anomalia. Sarebbe fin troppo facile scendere sul piano scivoloso delle apparenze. Certo Imane Khelif sembra un uomo, si muove e parla come un uomo. Ma ¨¨ nata e si sente donna. E, come accadeva per Semenya, nessuno prende in considerazione il suo punto di vista. In Algeria ¨¨ cresciuta come donna e nello sport non ha poi avuto, almeno fino ad ora, risultati clamorosi. Ai Giochi di Tokyo, tre anni fa, ¨¨ stata eliminata ai quarti dall¡¯irlandese Kellie Anne Harrington e ai Mondiali del 2022 ha perso in finale con l¡¯irlandese Amy Broadhurst.?
scienza e no
¡ª ?Difficile trovare anche la definizione scientifica della sua condizione. Non ¨¨ certamente transgender, come qualcuno ha detto, ma fa parte di quelle atlete DSD (disorder of sex development), che sta per disordine dello sviluppo sessuale. In sostanza produrrebbe naturalmente un tasso di testosterone nettamente superiore a quello della media femminile. Un tasso di testosterone simile a quello degli uomini. Anche questa non ¨¨ una novit¨¤ e un riferimento ad atlete come Jamila Kratochvilova - la cecoslovacca che nel 1983 corse gli 800 in 1¡¯53¡±28 - lo hanno fatto tutti. Vi basti pensare che quel record del mondo, dopo 41 anni, resiste ancora...
i diritti dello sport
¡ª ?Ma ora il tema degli atleti intersex ¨¨ al centro della discussione. Devono essere gli uomini di scienza a stabilire, una volta per tutte, qual ¨¨ il tasso di testosterone naturale che non consente alle avversarie di lottare alla pari con un¡¯atleta ¡°iperandrogina¡±. E quel valore deve valere per tutti. Giusto che Imane Khelif, come Caster Semenya e tutte le atlete come loro facciano valere i loro diritti. Ma ci sono anche i diritti dello sport e del buon senso da far valere subito prima che si arrivi a una terza, paradossale, categoria che vada oltre il sistema binario uomo-donna nel quale, da qualche millennio ci riconosciamo.
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