Il nuovo Codice della strada prevede l¡¯installazione dei Dsm ¡°ove prevista¡±. Ma in Italia si muore ancora nell'impatto contro le barriere stradali
Guardrail e motociclisti: una combinazione, spesso, letale. Perch¨¦, se le barriere sono fondamentali per evitare l¡¯uscita di strada dei veicoli pi¨´ pesanti, rappresentano un pericolo aggiuntivo per una categoria, quella dei conducenti a due ruote, che compone il 24.1% delle morti per incidenti stradali in Italia. In caso di caduta dal mezzo, infatti, il motociclista disarcionato pu¨° scivolare sull¡¯asfalto in direzione delle barriere e impattare contro i montanti o passare attraverso le taglienti lamiere di acciaio riportando ferite che si possono rivelare mortali. ? un problema noto da diversi anni. A febbraio il Mit ha voluto un emendamento per accelerare l¡¯installazione dei cosiddetti Dsm, dispositivi salva motociclisti, nel nuovo Codice della Strada. Ma il quadro normativo ¨¨ tutt'altro che semplice.
le normative
¡ª ?Le barriere ai bordi della carreggiata sono obbligatorie gi¨¤ dal 1992. Il decreto ministeriale n.223 ne descrive le caratteristiche tecniche e le procedure di omologazione in base alla tipologia della strada e della composizione del traffico che la attraversa. Le diverse classi di guardrail devono poi essere sottoposte a crash test che ne verifichino l¡¯adeguatezza strutturale. La rottura o il distacco di parti della barriera durante un impatto, per esempio, potrebbero causare ferite anche gravi a chi occupa il veicolo. Un altro rischio ¨¨ che, deformandosi, si trasformino in una sorta di rampa che accelera l¡¯uscita di strada dei mezzi coinvolti. In pi¨´ le barriere devono garantire il drenaggio di acqua e neve per evitare l¡¯allagamento delle strade. Da qui ¨¨ nata l¡¯esigenza di avere uno spazio tra la fascia di lamiera e la superficie della strada, che, negli anni, si ¨¨ rivelato pericolosissimo per i motociclisti.
a cosa servono i dsm
¡ª ?Nel 2019, dopo la normativa europea Uni Cen/TS 1317-8, ¨¨ stato approvato in Italia un decreto che ¡°disciplina l'installazione dei dispositivi stradali di sicurezza per motociclisti¡± sulle barriere stradali discontinue, ovvero quelle che non presentano una superficie continua, sia orizzontale che verticale, di almeno 80 centimetri. I Dsm non sono altro che una terza fascia del guardrail che serve per impedire che il motociclista finisca contro i paletti di sostegno o sotto le lamiere a onda. Devono essere di materiale deformabile e ne esistono sia in acciaio che in plastica, spesso gialla per aumentarne la visibilit¨¤.
criticit¨¤
¡ª ?Il decreto del 2019 prevede l¡¯aggiunta dei Dsm solo in strade di nuova costruzione o nelle quali sono previsti cambiamenti di tracciato e interventi di rinnovo delle barriere. Anche nel nuovo Codice della strada, la terza fascia dovr¨¤ essere aggiunta solo ¡°ove prevista¡±. Quindi, stando al vecchio documento legislativo, nelle curve di raggio inferiore a 250 metri ¡°ed intersezioni in corrispondenza dei quali si siano verificati nel triennio cinque incidenti con morti e/o feriti, che abbiano visto il coinvolgimento di motoveicoli e/o ciclomotori¡±, sempre dove il limite velocit¨¤ della strada sia superiore a 70 chilometri orari. A questo si aggiunge il problema dei crash test, da effettuare in tutti i tratti con i nuovi Dsm, anche se le barriere erano gi¨¤ state omologate prima della loro installazione. Si stima che il costo sia di 50mila euro per un tratto di circa 50 metri e nel decreto c¡¯¨¨ una clausola che prevede una deroga in caso ¡°sussistano vincoli finanziari che non consentano l'installazione dei Dsm¡±, a patto che esista un piano di miglioramento progressivo della sicurezza stradale.?
? RIPRODUZIONE RISERVATA