La gara mondiale di Sestriere ha risvegliato l'attenzione per questo sport, che richiede moto e gomme diverse da quelle da cross e da enduro. Con l'ex campione italiano Renato Chiaberto analizziamo i costi di nuovo e usato e scopriamo dove si pu¨° praticare il trial in Italia
Se le vendite fossero direttamente proporzionali al numero di like che ogni giorno corredano i video pubblicati dagli specialisti sui profili personali o delle case, le moto da trial sarebbero ai vertici delle classifiche. Invece, da qualche anno, in Italia le immatricolazioni si sono attestate intorno a quota 1.000 (prima del covid erano circa 1.500), divise tra sei costruttori: Beta, Montesa, GasGas, Sherco, Vertigo e Trs. I livelli sono quindi molto lontani da quelli raggiunti tra la seconda met¨¤ degli anni Settanta e gli anni Ottanta, quando da noi la specialit¨¤ conobbe un periodo di grande sviluppo, grazie soprattutto all'introduzione di moto italiane che si contrapponevano alle tre spagnole: Montesa, Bultaco e Ossa. Il merito fu soprattutto di Fantic Motor che apr¨¬ la strada, seguita da Swm, Ancillotti, Garelli, Aprilia, Beta, Trans-Am e Cagiva, che motorizz¨° la spagnola Merlin nel 1983.
c'era una volta il motoalpinismo
¡ª ?"Quelli erano altri anni, il trial era diverso, forse meno spettacolare di quello di oggi, ma l'elemento che ne decret¨° il successo fu sicuramente lo stretto legame che c'era tra il trial e quello che si chiamava motoalpinismo. Leggere e con la sella poco distante da terra, le moto di quegli anni consentivano praticamente a chiunque di fare del turismo in fuoristrada su mulattiere e sentieri. Non era necessario essere dei campioni per raggiungere pascoli, vette e rifugi. Senza preoccuparsi di stare in piedi sulle pedane come in gara e senza l'obbligo di non poggiare i piedi a terra per evitare le penalit¨¤. Con lo stile "millepiedi" si poteva arrivare ovunque, a bassa velocit¨¤ e con pneumatici che non aggrediscono il terreno come quelli da cross o da enduro. Ma poi sono arrivati limiti sempre pi¨´ severi e il motoalpinismo italiano ¨¨ morto".
l'opionione del campione
¡ª ?A parlare ¨¨ Renato Chiaberto, 59 anni, all'epoca uno dei pi¨´ forti piloti italiani, e oggi titolare della Planet Trial, la societ¨¤ che importa e distribuisce le moto Sherco da trial. Per quattro anni ¨¨ stato tra i migliori 10 nel mondiale, con un settimo posto nel 1987 come miglior risultato. Quello ¨¨ stato un anno magico per Chiaberto, coronato con la vittoria nel trial delle Nazioni, il campionato del mondo a squadre, con Diego Bosis, Donato Miglio e Carlo Franco. Ha corso con Fantic, Ossa e Beta, e il suo palmar¨¦s ¨¨ completato dai titoli italiani conquistati nel 1984 e '85, e da quelli nei campionati cadetti e junior nel 1981 e '82.
nuova? si parte da 8.500 euro
¡ª ?Ma quanto costa oggi praticare il trial? "Si comincia con l'acquisto della moto, per la quale bisogna mettere in preventivo una spesa media di 8.500 euro (ma le pi¨´ costose arrivano a sfiorare quota 10.000 euro) se si vuole una moto convenzionale con motore a due tempi. Se invece non si rinuncia a una a quattro tempi, c'¨¨ la Montesa-Honda, replica di quella che usa il fortissimo Toni Bou, che costa 10.900 euro".
1.500 euro possono bastare
¡ª ?Naturalmente, se non si punta a vincere il campionato del mondo, c'¨¨ sempre l'opzione usato, con prezzi che sono naturalmente inversamente proporzionali all'anzianit¨¤. "Per una moto con un anno di vita ¨C prosegue Chiaberto ¨C si possono spendere 5-6.000 euro per una due tempi e 7-7.500 euro per una a quattro tempi; se invece si va pi¨´ indietro nel tempo, diciamo cinque anni, possono bastare anche meno di 4.000 euro". Se invece il gruzzolo a disposizione ¨¨ ancora pi¨´ contenuto? ?Si pu¨° arrivare a spendere 1.500 o 2.000 euro per una moto da trial di una quindicina d'anni".
le insidie dell'usato
¡ª ?In linea di massima, l'usato ideale proviene dal pilota o dal pi¨´ tranquillo appassionato? "Non ¨¨ semplice dirlo, perch¨¦ i problemi possono essere di natura diversa, a seconda del tipo di impiego. ? ovvio che al professionista, o semiprofessionista, possa capitare di cadere da altezze pi¨´ alte, con effetti negativi sul telaio e sul manubrio. Tuttavia ¨¨ possibile fare danni anche senza spingersi a superare ostacoli importanti. Pu¨° bastare un gradino non particolarmente alto, affrontato senza la tecnica corretta, per danneggiare i carter motore e la parte bassa del telaio". Ci¨° significa che bisogna innanzitutto verificare che il telaio sia in buone condizioni, cio¨¨ che le ruote siano allineate. E poi? "Poi ¨¨ importante ascoltare il motore, che non deve evidenziare rumori del pistone, altrimenti ¨¨ necessario richiedere l'intervento di un meccanico. Ma attenzione anche alle condizioni dei carter e delle gomme, se gli spigoli dei tasselli sono smussati ¨¨ arrivato il momento di cambiarle, e la spesa ¨¨ di circa 200 euro".
riserve indiane del 2023
¡ª ?Una volta acquistata la moto, resta l'incognita di come utilizzarla. Salvo rare eccezioni, il motoalpinismo ¨¨ vietato ovunque sul nostro territorio e chi vuole partecipare alle gare deve comunque allenarsi. "Esatto,?oggi andare in montagna ¨¨ praticamente impossibile, anche se alcuni residenti le utilizzano per raggiungere i pascoli e le malghe. Per gli altri ci sono le zone che alcuni comuni dedicano espressamente alla pratica del trial. Aree delimitate, pi¨´ o meno ampie, disseminate di ostacoli naturali e non distribuite un po' in tutte le regioni. Le pi¨´ famose sono il ProPark di Ceranesi, nei pressi di Genova, o il campo Al Batt¨´ di Lazzate, in provincia di Monza, tuttavia dal Piemonte al Friuli, fino alla Toscana, sono disponibili zone attrezzate in tutte le localit¨¤ nelle quali c'¨¨ un movimento trialistico. Sono l'equivalente di questo millennio delle riserve indiane del Far West, ma senza queste il trial italiano non avrebbe futuro".
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