Il capo della Procura di Belluno ha fatto il punto sulle indagini seguite all'incidente del 6 luglio in cui la tedesca Angelika Hutter ha investito quattro passanti, provocando la morte di un bambino di due anni, il padre e la nonna, ferendo anche la madre. La guidatrice non stava usando il telefono. Probabile stato d'ira, ma l'ipotesi del gesto volontario ¨¨ solo un'ipotesi astratta. Lo schianto ad una velocit¨¤ intorno agli 80 km/h
La vicenda resta complessa. Non sono state ancora chiarite le cause dell'incidente che il 6 luglio ha provocato la morte di tre persone a Santo Stefano di Cadore, in provincia di Belluno. Tuttavia comincia ad emergere un quadro psicologico della donna al volante dell'auto, la trentaduenne tedesca Angelika Hutter, arrestata per omicidio stradale ma al momento ricoverata nel reparto psichiatrico dell'ospedale?San Giovanni e Paolo di Venezia. Un profilo tracciato dal procuratore capo di Belluno, Paolo Luca, durante la conferenza stampa dell'11 luglio. L'elemento pi¨´ inquietante: "Si tratta di una persona che non ha una grande capacit¨¤ di contenimento dell'ira e quindi un autocontrollo e autogestione, un disagio c'¨¨ sicuramente e lo dimostra il fatto che ¨¨ ricoverata" - ha riferito il magistrato.
Angelika Hutter, ira ma gesto volontario solo astrazione
¡ª ?La guidatrice dell'auto, Angelika Hutter, non sa contenere l'ira, come ha dichiarato il procuratore Paolo Luca. Per¨° l'ipotesi del gesto volontario, circolata nei giorni scorsi, non sembra essere al centro delle indagini. "Quella di un gesto volontario ¨¨ una ipotesi da consegnare alle astrazioni: pi¨´ probabile uno stato d'ira che non sappiamo da cosa dipenda" - ha ribadito Luca, aggiungendo che poco prima dell'incidente la donna era stata vista gettare in aria una bottiglia appena riempita in una fontana, quindi partire facendo una pericolosa inversione ad U che l'aveva quasi portata in collisione con un'altra auto che usciva da una strada laterale. Il procuratore ha anche ricordato che la donna negli ultimi tempi viveva in solitudine, viaggiando e dormendo in auto. Si presume che abbia condotto da maggio una vita nomade tra l'Alto Adige e le montagne del Veneto.
La guidatrice non era al telefono
¡ª ?Le analisi del sangue compiute nei giorni scorsi avevano accertato che la Hutter non fosse sotto l'effetto di alcol o stupefacenti al momento dell'incidente. Ora, come ha dichiarato Paolo Luca, ¨¨ arrivata la conferma sull'ipotesi del cellulare: "Non era al telefono, n¨¦ navigava sul web". Ma tutto sar¨¤ affidato ad un esperto forense, ha aggiunto il procuratore capo di Belluno. Inoltre "Ci sar¨¤ una consulenza tecnico-dinamica per ricostruire le cause e le circostanze dell'incidente e una eventuale consulenza psichiatrica forense se sussisteranno le condizioni perch¨¦, superata la condizione di choc post-traumatico, potrebbe anche non essere necessaria".
Andava almeno ad 80 all'ora
¡ª ?Due testimonianze e le immagini di alcune telecamere di sorveglianza contribuiscono a delineare una dinamica preliminare dell'incidente, sebbene le indagini siano ancora in corso. Il procuratore Luca ha precisato che l'auto guidata dalla Hutter ha imboccato la strada dell'incidente ad una velocit¨¤ di "non meno di 80 km/h, per poi scomparire dal cono delle registrazioni. Quattro secondi dopo l'uscita dallo spettro delle registrazioni si sentono due forti rumori. ? l'impatto, senza frenata, dell'investimento mortale".
Gazzetta dello Sport
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