Atleti giovani e gi¨¤ prodigiosi sulla tavola lunga, Kai, Dudu e Ginger gareggiano in Usa e in Brasile. L¡¯obiettivo? Los Angeles 2028
La bella Italia del surf cresce all¡¯estero. Davanti all¡¯oceano, va aggiunto. Non ¨¨ una novit¨¤, considerando che le coste mediterranee non sono sempre il luogo ideale dove trovare le onde, pur avendo fatto da campo scuola e da trampolino di lancio di tanti talenti azzurri, Leonardo Fioravanti in testa, o ancora il campione italiano Edoardo Papa, nato e cresciuto a Pescara. Ma adesso, sparsi per il globo, ci sono tanti giovani ¨C spesso figli di italiani espatriati anni fa, proprio per poter surfare con pi¨´ frequenza e intensit¨¤ ¨C e le cui qualit¨¤ sportive stanno letteralmente sbocciando. Kai Esposito e Dudu Caponera, 14 anni a testa, sono tra questi. E hanno una particolarit¨¤: usano il longboard, la tavola lunga.
origini italiane
¡ª ?Kai Esposito, per esempio, ¨¨ figlio di Stefano, surfista di Anzio che si ¨¨ dato a lungo da fare nelle competizioni italiane prima di approdare in California quando aveva appena 21 anni, con l¡¯intenzione di fare pi¨´ gare possibili e cercare di emergere nei campionati nazionali Usa. Conosciuto da molti come Stefanino ¨C e non per la corporatura, invece robusta, ma solo perch¨¦ ha iniziato a divertirsi in mare da piccolo ¨C ha trasmesso la voglia di surfare al figlio in modo del tutto naturale. ¡°Kai ¨¨ cresciuto in una casa dove c¡¯erano 50 tavole¡±, ricorda. Ma, soprattutto, ¨¨ cresciuto con un padre giovanissimo, appena ventiquattrenne, che viveva (e vive) stabilmente a San Clemente, distante 5 minuti da Lower Trestles, uno degli spot pi¨´ belli e competitivi del mondo. ¡°La mia voglia di surfare era a mille e ho iniziato a portarlo al mare da subito. A 6 anni veniva sul picco con me a Lowers, sul canale e in sicurezza. Guardava surfare gente come Colapinto o Kolohe Andino, mentre io andavo a prendere onde¡± racconta.
la scelta del long
¡ª ?Il piccolo Kai si ¨¨ fatto le ossa con lo short, prima di passare al longboard?per un motivo semplicissimo: si divertiva di pi¨´. ¡°Da bambino era pi¨´ robusto degli altri ¨C ricorda Stefano Esposito ¨C quindi gli amichetti pi¨´ secchi riuscivano a prendere pi¨´ onde di lui. Io vedevo che amava il surf, ma non si divertiva. Cos¨¬ un giorno l¡¯ho portato in uno spot pi¨´ tranquillo a San Onofre, con il long. Ho notato da subito che era portato, leggeva bene le onde e aveva uno stile adatto¡±. Il passo alle gare ¨¨ stato breve. Nel 2023 ha terminato il campionato scolastico al primo posto: quest'anno ha gi¨¤ vinto due tappe e?compete anche nel circuito WSA (Western surfing association) dove gareggia stabilmente nella categoria junior, e talvolta anche negli open. ¡°Da poco l¡¯ho convinto a iscriversi con i grandi. Mi ha detto ¡®Sei matto?¡¯. Si ¨¨ presentato in batteria senza leash, lui surfa cos¨¬, e tutti lo guardavano. Gli ho detto di non preoccuparsi e di partire pinne avanti alla prima onda¡± precisa Stefano. Risultato: Kai, il pi¨´ giovane in gara, ha dominato anche l¨¬.
prodigio in brasile
¡ª ?Un po¡¯ pi¨´ a sud, in acque decisamente tropicali, e per pura casualit¨¤, un coetaneo di Kai sta percorrendo la stessa strada. Dudu Caponera, all¡¯anagrafe Eduardo, figlio di Luca, originario di Santa Severa e tra i pionieri della costa laziale, surfa con il suo longboard tra le onde atlantiche del Brasile, altro territorio dove il livello di agonismo ¨¨ alle stelle. Il padre ha iniziato ad andare nel Paese latino-americano nel 2002 per trascorre l¡¯inverno a surfare. Poi, nel 2007, l¡¯incontro con l¡¯attuale moglie, che qualche tempo dopo ha partorito il primogenito praticamente in spiaggia. ¡°Dudu ¨¨ nato qui sul mare, ma all¡¯inizio giocava a pallone e veniva a surfare come passatempo - racconta Luca -. Poi, un giorno gli ho dato un single fin di marca Dirty degli anni '80 e mi sono reso conto che aveva talento¡±. Dudu Caponera ha iniziato cos¨¬ prima a divertirsi e poi a fare le gare, che anche in Brasile sono una cosa seria. ¡°L¡¯anno scorso ha iniziato il campionato dello Stato, ha fatto tutte le tappe ed ¨¨ arrivato secondo, ma ora ha iniziato anche a provare nel circuito dei professionisti¡± spiega. Dudu, che vive ad Aquiraz Praio do Iguape, nello stato del Ceara - insieme ai genitori (anche la madre fa bodyboard) e al fratello Tommaso - ha quindi la fortuna di allenarsi senza muta e di poter frequentare una scuola pomeridiana che gli d¨¤ la possibilit¨¤ di surfare tutta la mattina.
c'¨¨ anche caimi
¡ª ?I genitori di entrambi questi talenti per ora hanno i piedi ben piantati a terra e si limitano a supportare i figli. Questi, allo stesso modo hanno sposato in pieno la filosofia del longboard, pi¨´ lenta e rilassata rispetto della tavoletta. ¡°Mi piace fare il surf stiloso, e le gare se devo dire la verit¨¤ non mi entusiasmano, ma durante i contest mi piace incontrare gli amici e viaggiare¡± ammette Dudu. ¡°Il surf mi fa sentire libero e la tavoletta la trovo troppo aggressiva, preferisco lo stile del longboard perch¨¦ posso esprimermi al meglio¡± rimarca Kai. Stessa sintonia (anche se con stili leggermente diversi) con Dudu, che guarda al classico, e Kai che si esprime anche con manovre potenti, ispirate dalle line up californiane. Insieme a loro due, di cui poco ancora si conosce in Italia, va citata a gran voce una terza e talentuosa giovane longboarder, Ginger Caimi. Italo-cinese di appena 11 anni, si ¨¨ fatta notare nelle gare italiane (nel 2023, prima nel campionato a tappe del long e seconda dietro a Francesca Rubegni nel campionato assoluto della federazione FISSW) e in Europa, dove l¡¯estate scorsa ha debuttato nel WSL, passando due batterie. Un mese fa, la rivista Longboarder Magazine le?ha dedicato un articolo lusinghiero, dal titolo molto significativo: ¡°La prima medaglia olimpica nel long andr¨¤ all¡¯Italia nel 2028?¡±.
los angeles 2028
¡ª ?Ecco allora che la scelta di questi ragazzi di dedicarsi al longboard non deve passare inosservata, soprattutto in questi anni di dominio incontrastato dello shortboard, disciplina che si ¨¨ presa praticamente la fetta grande della torta mediatica e dei soldi degli sponsor. A questo (nel caso di ragazzi cos¨¬ giovani) va aggiunta la difficolt¨¤ nel gestire una tavola lunga almeno 9 piedi (2,7 metri) con un corpo ancora non completamente sviluppato. Il divario economico - e chiss¨¤ anche dell'interesse del pubblico - potrebbe riequilibrarsi un po¡¯ con le Olimpiadi di Los Angeles 2028, dove anche il longboard ha chance di entrare nel programma. Il gap fisico invece ¨¨ facile da colmare ed ¨¨ ben dimostrabile dal livello che questi talenti dimostrano in acqua. Tra le onde conta la tecnica e l¡¯equilibrio: sul longboard, ancora di pi¨´. Kai, Dudu e Ginger interpretano le onde in modo sorprendente e se li si guarda sembrano volare leggeri. Cos¨¬, la quadra ¨¨ perfetta: sulle onde sembrano danzare.
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