Elisa Cosetti, è nata una stella: "Le gambe non mi tremano più"

Elisa Cosetti, triestina di 20 anni, è l'unica azzurra in gara nella finalissima del Red Bull Cliff Diving di Sydney. E anche la più giovane. Talento, determinazione, allenamento: scopriamo la sua storia

A star is born! I risultati parlano chiaro. Il 2022 per la tuffatrice dalle grandi altezze Elisa Cosetti è stato l’anno dell’esplosione. Un bronzo europeo al collo (con l’oro sfumato all’ultimo tuffo) e, dopo essere stata la prima italiana a esordire nel Red Bull Cliff Diving nel 2021, in questa stagione ha collezionato tre presenze nelle World Series più una, la più importante: la finalissima di Sydney (14-15 ottobre) dove la 20enne triestina è la più giovane tra le 12 top al mondo e l’unica azzurra in gara. Chapeau! Insomma, sono lontani i tempi in cui, parole sue, sul trampolino “mi tremavano le gambe”. Noi l’abbiamo incontrata qui in Australia al termine del primo turno di gara. Come è andata? Quinta nella classifica temporanea: “Sì, mica male, dai!”, dice con un pizzico d’orgoglio lei. Ma riavvolgiamo il nastro e scopriamo la sua storia.?

Elisa, quando si sale su un trampolino di 20 metri, alto come un palazzo di 7 piani, si guarda mai indietro??

“Dipende se ci si tuffa di schiena o no…”. (Ride, ndr).?

Facciamolo metaforicamente, torna indietro: ti ricordi il primo tuffo??

?“Dai 20 metri? E’ stato solo un anno e mezzo fa. Ma mi si è aperto un mondo”.?

E prima ancora??

“Ok, non lo posso dimenticare, avevo 8 anni”.?

Ma perché una bambina sceglie come sport i tuffi?

“Semplicemente perché avevo visto una mia amica. Giocavo a basket, ma qualcosa mi ha attirato”.?

I tuoi genitori non erano, diciamo, quantomeno preoccupati??

“Per fortuna no. Non lo sono mai stati. Però il primo anno in piscina non mi era piaciuto. Eravamo in tanti nel corso, troppi, e facevamo sempre le stesse cose mentre io spingevo per andare oltre. Mi annoiavo. Tutto è cambiato quando sono passata all’agonismo”.?

E poi quella tua amica l’hai superata a destra, ammettilo…?

“Eh sì, però dai è grazie a lei che ho cominciato. Il mio primo allenatore a Trieste poi mi aveva trasmesso tutta la sua passione. Ne ho cambiati tanti di trainer e tutti mi hanno dato qualcosa. Sono stata fortunata”.

Quanto conta il talento e quanto la tecnica e quindi l’allenamento nella tua disciplina??

“Il talento è necessario, ma è solo lavorando duramente che ci si può migliorare. Senza l’allenamento non si va da nessuna parte".?E allora parliamo di lavoro duro, quante volte ti alleni a settimana??“Sei volte, due sessioni al giorno”.?

Quindi un lavoro full time, non sei iscritta all’università??

“Non posso, non ho il tempo. L’Italia non è come gli Stati Uniti dove hai tutte le facilitazioni. Noi in piscina abbiamo un orario molto rigido, dalle 9 alle 15. Uno slot che occupiamo tutto. E il corso di laurea che piacerebbe a me ha la frequenza obbligatoria, al mattino”.?

E di cosa si tratta??

“E’ in inglese e si chiama animal care, in pratica si studiano varie tipologie di animali per poi andare a lavorare nelle riserve naturali. Adoro gli animali, è la mia passione”.

Ma tornando all’allenamento, quanto a lavoro a secco c’è? E quanto dedicato alla parte in acqua?

“In effetti è maggiore il lavoro in palestra rispetto a quello in piscina. Ma non mi ammazzo di pesi eh! Mi concentro su sedute di reattività e forza esplosiva. E per preparare il ‘barani’, cioè l’ultima parte del tuffo, il salto mortale col mezzo giro che ci permette di entrare in acqua coi piedi, mi alleno sul tappeto elastico”.?

E poi c’è la parte in acqua…?

“Sì, ma prima facciamo molto ‘riscaldamento’. Quindi lavoriamo molto su addominali, dorsali, corsa”.?

Quindi parliamo di 6 ore al giorno.?

“Sì, più o meno”.?

E come ti mantieni??

“Per ora mi aiutano i miei genitori. E la federazione. Perché i gruppi militari non arruolano ancora i tuffatori delle grandi altezze. Ma prima o poi, magari le cose cambieranno”?

Segui un’alimentazione particolare? Ti avvali dell’aiuto di un nutrizionista??

“No, ma dovrei. Più per questione energetica, che per il peso”.?

Hai un mental coach??

“Sì, una psicologa sportiva mi ha aiutata molto per gli Europei di Roma”.?

Dove hai vinto il bronzo. E se avessi azzeccato anche l’ultimo tuffo… è un rimpianto??

“Sì, ma sono felice che mi sia successo adesso, perché in futuro se mai dovessi trovarmi a giocarmi l’oro all’ultimo tuffo, saprei come fare. ? un’esperienza che mi sarà utile…”.?

Ma prima di un salto provi mai paura??

“Sempre”.?

E come la superi??

“Mi concentro su una singola fase del tuffo e poi cerco di non restare troppo tempo sulla pedana. Diciamo che è il mio segreto”.?

Un segreto che in questa stagione ha funzionato bene…?

“Vero. Io con Red Bull avrei dovuto gareggiare solo due gare a Copenhagen e a Polignano. Ma mi hanno chiamato anche in Svizzera e qui in Australia. Insomma, sono contenta…”.?

Hai ricevuto pure i complimenti di?Rhiannan Iffland, il mito dei tuffi dalle grandi altezze che vanta 6 World Series e due campionati del mondo in bacheca. Pensi di poter diventare la sua erede?

“Mamma mia, mi hanno fatto un sacco piacere. Lei è la più forte di tutte. Oggi per esempio, prima del mio secondo tuffo avevo molta paura, e Rihannan mi si è avvicinata e mi ha detto: ‘Guarda che lo sai fare benissimo. Vai tranquilla. L’hai provato tante volte’. ? stata gentile. Ma tutte le atlete del circuito hanno sempre parole di incoraggiamento, come se non ci fosse competizione. Mi fanno stare bene”.

?Hai delle scaramanzie, segui un rituale particolare?

?“Ho una mia routine: ripercorro il tuffo mentalmente, poi ripeto i movimenti. E prima di saltare mi bagno le gambe, la pancia e i capelli”.?

Ti sei mai fatta male durante un tuffo?

?“Solo una volta. Sono arrivata troppo chiusa e ho sentito come un pugno sul petto. Non riuscivo a respirare. Ma ho preso solo una botta, niente di grave…".?

Perché ci si può fare davvero male

“Sì, eccome!”.?

Ma come si prepara un tuffo da 20 metri? Perché a Trieste non c’è una pedana così alta.?

“Grazie al progetto della Federazione nato due anni fa, ci alleniamo a Roma una settimana al mese in una piscina più attrezzata. Poi in estate, andiamo in raduno in Austria dove su un lago ci sono delle piattaforme regolamentari”.?

Ma a Trieste??

“Fraziono il tuffo. Prima alleno tutte le partenze, quelle di testa, e poi la seconda parte, il Barani. E li unisco, come fosse una coreografia”.?

Elisa ora a cosa punti? Qual è la tua ambizione??

“E’ a lungo termine, ma vorrei diventare una permanent diver del Red Bull Cliff Diving, un’atleta che partecipa a tutte le tappe del tour. ? il mio obiettivo. E ci riuscirò!”?

Scommettiamo che…