Roberta Mancino: "Dal paracadutismo a Hollywood, vi racconto la mia vita sempre… in volo"

Paracadutista e stuntwoman (anche della diva Scarlett Johansson), Roberta Mancino vive di sport e avventura: "Volare? All’inizio un po’ di paura, ma ormai è come guidare"

"Volevo solo imparare a volare". Il sogno di Roberta Mancino è iniziato così, con una piccola dose d’incoscienza. Paracadutista e stuntwoman, ha incontrato la passione di una vita ad Anzio, a due passi da casa, per arrivare fino a Hollywood e al mondo del cinema: "Mi venne voglia di provare dopo aver visto qualche video su YouTube. Ho iniziato, poi ho preso le licenze e alla fine mi son detta ‘Quasi quasi lo faccio per lavoro’ ". Nuove prospettive, sempre all’aria aperta.

Alla fine ci è riuscita davvero.

"Mio padre voleva facessi la ragioniera, magari specializzandomi all’università. Ma la staticità non fa per me e col tempo l’ha capito, assecondandomi".

Ricorda il primo lancio??

"Fu in un centro militare, ventidue anni fa. C’erano tanti adulti, mi scrutavano e pensavano un po’ la stessa cosa. ‘Non si butta, tempo due-tre giri d’aereo e torna giù’. Alla fine ho trovato il coraggio, ma come tutti ho avuto paura. Dagli atterraggi alle modalità di volo, tra le tante preoccupazioni di non farsi male è stato un disastro. Poi, dopo le prime esperienze in Italia, nel 2009 mi sono trasferita a Los Angeles per lavorare in una scuola di paracadutismo. Mi sono allenata con costanza, ho stretto diverse collaborazioni e ho iniziato a fare stunt".

Tra un lancio e l’altro, fino a Hollywood.

"Negli anni ho portato il conto. Per ora sono intorno ai 12.500, ormai è un po’ come guidare la macchina fino al supermercato. Anzi, forse guido meno (ride, ndr). Mi lancio, atterro e torno su. Discorso diverso per la carriera da stuntwoman. Il primo film a cui ho preso parte è stato Iron Man 3, per la Marvel. Un’esperienza arrivata per caso, visto che all’inizio l’unico obiettivo era fare record e migliorare. Un giorno, la svolta. Un programma americano contattò il mio agente per girare un documentario sulla mia storia e raccontare l’apprendimento del base jumping con tuta alare. Sono stata fortunata".

Cosa c’è di diverso nel "volare" per il cinema?

"Tensione, molto più stress. In quei casi, sono tutti lì per te e non puoi sbagliare. Prima di andare sul set, ho fatto anche qualche brutto sogno per l’ansia".

A Hollywood è la controfigura di Scarlett Johansson in tutte le scene d’azione che l’attrice ha fatto per Marvel.

"? successo in Black Widow e in tanti altri casi. Lavorare per Marvel è incredibile, anche perché sono innamorata dei comic book e dei supereroi. Ma prima di girare le scene c’è un lavoro importante da fare per entrare nei personaggi, serve muoversi e imparare a correre come loro. Ci si guarda allo specchio migliaia di volte".

Sono frequenti gli infortuni?

"I lividi non mancano mai, ma con il tempo l’esperienza aiuta a capire i movimenti giusti per evitare problemi, soprattutto a livello di impatto. Soltanto una volta mi sono fratturata una vertebra, colpa di un errore di valutazione".?

Si è specializzata anche in altre discipline.

"Nel mio curriculum c’è la kickboxing, ho iniziato da piccola e sono cintura nera di full contact. Ora sto facendo dei corsi di drifting, perché quando mi stancherò del paracadute continuerò con le auto, e mi sono specializzata in scubadiving".

In cosa consiste?

"Parliamo di immersioni, altra grande passione per me che nuotavo già prima di camminare. Mi piacciono il mare, l’oceano, gli animali. Ho iniziato proprio con lavori subacquei".

Tra squali e coccodrilli…

"Sembra complicato, in realtà non è un’esperienza traumatica. Anzi, con una battuta dico che a volte morde più un cane che uno squalo (ride, ndr). Discorso diverso con i coccodrilli, esperienza che sconsiglio. Sono arrivata anche ad accarezzarli, ma serve stare in acqua dall’alba al tramonto per far sì che si fidino di noi".

La sua è una vita all’avventura. Come si allena per affrontare tutte queste attività?

"Per performare al meglio serve tanta palestra, con stretching continuo. Aiuta anche lo yoga e nell’ultimo periodo ho scoperto l’importanza del surf, sport che diverte e aiuta a migliorare la capacità propriocettiva. Per quanto riguarda la massa muscolare, non si deve esagerare per non perdere agilità. Ogni attività è utile al lavoro, visto che spesso per girare poche scene si passano sul set giornate intere e serve resistenza".

Discorso alimentazione. Accorgimenti particolari?

"Non seguo diete fisse, anche perché viaggiando spesso sarebbe impossibile. La mia è un’alimentazione semplice e con pochi eccessi. Ho un debole per la pasta, ma cerco sempre di tenere bassi i carboidrati".

Cosa pensa quando si riguarda in un film?

"Che non mi manca il coraggio e sono un po’ matta. Le belle scene danno tanta soddisfazione, ma spesso vengono ritoccate e non rendono al cento per cento le difficoltà dell’esecuzione".