Dagli scaglioni Irpef alle novità su Ires e Irap: i punti principali della riforma fiscale 2023

Dai nuovi scaglioni Irpef all’abolizione dell’Irap e la revisione dell’Ires, il fisco italiano potrebbe avere un volto nuovo

La riforma fiscale del governo Meloni prende sempre più corpo. Dopo mesi di campagna elettorale, la riforma del fisco è quasi pronta a essere discussa alle Camere. Stando a quanto riferiscono i media, la delega firmata dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, approderà in Consiglio dei Ministri già la prossima settimana, toccando anche la riscossione delle imposte, l’accertamento e i contenziosi.

gli scaglioni irpef

La revisione parte dai nuovi scaglioni Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche), sul sentiero tracciato dal governo Draghi e dalla conferma voluta proprio da Meloni. In particolare, la proposta prevede il passaggio da quattro a tre scaglioni, con aliquote differenti da quelle oggi in essere:

• al 23% per i redditi fino a 15mila euro
• al 27% per i redditi da 15mila euro a 50mila euro;
• ?al 43% per redditi oltre i 50mila euro.?

Com’è facile intuire, il cambiamento riguarda essenzialmente chi ha un reddito fino a 28mila euro annui, la cui tassazione aumenterebbe dal 25% al 27%. Per chi guadagna tra i 28mila e i 50mila euro annui, invece, la tassazione passerà dal 35% al 27%.?

l'ires

Al momento, nel ddl dovrebbe esserci spazio per una revisione dell’Ires, l'Imposta sul reddito delle società, enti e organizzazioni. In questo caso, l’aliquota base resterebbe al 24%, ma potrebbe scendere fino al 15% per le imprese che investono in innovazione o nell’assunzione di ex percettori del Reddito di Cittadinanza (pronto a trasformarsi in Mia, Misura di inclusione attiva), donne o persone con più di 50 anni di età.

l'irap

L'Imposta regionale sulle attività produttive dovrebbe venire?abolita secondo il progetto di riforma, come diverse volte annunciato e promesso da Fratelli d'Italia.

la lotta all'evasione fiscale

Un capitolo molto caldo è poi quello che riguarda la lotta all’evasione fiscale, espressamente richiesta dall’Unione Europea e più volte citata nei giorni in cui si discuteva del tetto al contante. A oggi, stando a quanto riferisce Bankitalia, l’evasione fiscale oscilla tra gli 85 e i 100 miliardi di euro annui. Per avere un metro di paragone, la sola legge di Bilancio 2023 covava in pancia misure per 35 miliardi, necessari per finanziare le proposte fatte dal governo Meloni. Per farlo, la riforma del fisco punta a rivedere il cosiddetto sistema di accertamento, ovvero la procedura con la quale è possibile determinare la base imponibile e tutte le imposte relative ai singoli tributi.

i rapporti tra le aziende e il fisco

Un altro degli obiettivi che la riforma si pone riguarda il miglioramento del rapporto tra le aziende e il Fisco stesso. In particolare, per le società più piccole si parla di un uso incrociato delle banche dati disponibili su fatturazione e partita Iva. Così facendo, si potrebbero avviare concordati preventivi biennali (ovvero le procedure concorsuali del diritto fallimentare italiano a cui può ricorrere un debitore, in questo caso lo Stato), con accertamenti intrusivi per le imprese che non accettano. In ultimo, per le imprese maggiori, potrebbe invece venire estesa la cooperative compliance, il regime che riconosce ai contribuenti collaborativi e meritevoli una serie di vantaggi. Accanto a questa, tra le misure di semplificazione, c'è anche la trimestralizzazione dei versamenti allineandoli ai versamenti Iva, con eccezione per il mese di dicembre.