Papa Francesco torna dall'Africa: "I cristiani possono cambiare la storia"

Si tratta del suo quarantesimo viaggio internazionale, il quarto in terra africana dove ha tenuto dodici discorsi tra Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan

“I cristiani possono cambiare il mondo” ha detto Papa Francesco al termine del suo quarantesimo viaggio internazionale, il quarto in terra africana dove ha tenuto dodici discorsi tra Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan. Un viaggio difficile, durante il quale Francesco ha toccato con mano la povertà e le difficoltà di questi due Paesi, ai quali ha però cercato di infondere speranza.

"giù le mani dall'africa"

In entrambe le nazioni, Papa Francesco non ha mancato di ripetere l’accorato appello che da anni rivolge ai potenti del mondo: “Giù le mani dall’Africa! Basta soffocare l’Africa: non è una miniera da sfruttare o un suolo da saccheggiare”. Parole forti, la cui eco arriva nei giorni in cui la discussione sulle materie prime africane, utili a tutto il mondo, riempiono le pagine dei quotidiani.

il congo

Al suo arrivo a Kinshasa, Papa Francesco è stato accolto da canti di benvenuto in lingue locali, come il lingala e lo tshiluba, appena prima della sua messa. “La gioia di vedervi e incontrarvi è grande - ha detto Francesco -: ho tanto desiderato questo momento, grazie per essere qui!”. E poi, con la veemenza che lo contraddistingue, incontrando le vittime delle violenze e dei conflitti, Bergoglio ha detto: "In nome di Dio condanno le violenze armate, i massacri, gli stupri, la distruzione e l'occupazione di villaggi, il saccheggio di campi e di bestiame che continuano a essere perpetrati nella Repubblica Democratica del Congo". Parole forti, che gli hanno ricordato anche la morte dell'ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e l'autista Mustapha Milambo assassinati “mentre servivano la pace".

il sud sudan

Nel momento in cui lascia il Sud Sudan, a salutare Papa Francesco ci sono oltre 100mila persone. Da ogni parte del Paese, che è giovanissimo perché nato solo nel 2011, alla messa nella capitale?Giuba in tantissimi?sono venuti a salutare il capo della chiesa cattolica, una delle religioni più professate dello stato. "Vorrei ringraziarvi perché siete sale della terra in questo Paese - ha detto Bergoglio -. Dinanzi a tante ferite, alle violenze che alimentano il veleno dell'odio, all'iniquità che provoca miseria e povertà, potrebbe sembrarvi di essere piccoli e impotenti. Ma quando vi assale la tentazione di sentirvi inadeguati, provate a guardare al sale e ai suoi granelli minuscoli: è un piccolo ingrediente e una volta messo sopra a un piatto scompare, si scioglie, però è proprio così che dà sapore a tutto".

la guerra in africa e in ucraina

Nella preghiera dell'Angelus, il Papa ha parlato della guerra, affidando alla Madonna "la causa della pace in Sud Sudan e nell'intero continente africano”. Inoltre, Bergoglio non ha mancato di riferirsi alla guerra in Ucraina: “Alla Madonna affidiamo anche la pace nel mondo - ha detto -, in particolare i numerosi Paesi che si trovano in guerra, come la martoriata Ucraina". Francesco ha aggiunto: "Siete nel mio cuore, siete nei nostri cuori, siete nei cuori dei cristiani di tutto il mondo! Non perdete mai la speranza. E non si perda l'occasione di costruire la pace. La speranza e la pace dimorino in voi, la speranza e la pace dimorino in Sud Sudan".

il ritorno a roma

Il Papa è arrivato all'aeroporto internazionale di Giuba, insieme all'arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e al moderatore della Chiesa di Scozia, Iain Greenshields, i compagni di viaggio con cui ha percorso tanti chilometri e con cui, prima della partenza, ha salutato il presidente del Sud Sudan Salva Kiir. Lo stesso che, proprio in onore della presenza del Papa nel paese, il primo dalla sua nascita, gli ha dedicato la principale strada di Giuba, la capitale, ribattezzandola proprio “Pope Francis Road”.