Ha la forma di una pizza, le sembianze di una vaschetta gelato o di una fetta di pandoro: ognuno ha il suo cibo consolatorio preferito, purch¨¦ faccia stare bene
Ci consola, ci conforta alla fine di una brutta giornata ed ¨¨ in grado di darci un'immediato benessere.?? il comfort food, il cibo che ognuno di noi sceglie come gratificazione nei momenti no. Nell'immaginario collettivo, quello che hanno contribuito a creare cinema e letteratura, il comfort food ha le sembianze di una vaschetta di gelato mangiata sul divano o delle madeleine di Marcel Proust nel suo "Alla ricerca del tempo perduto". Per molti non prende nessuna forma in particolare purch¨¦ sia junk food, per altri ¨¨ rappresentato dal piatto che cucinava sempre la nonna. Sono comfort food il cioccolato, le patatine fritte, i gelati, le caramelle, la pizza, gli hamburger e anche l'alcol. A prescindere dalla forma, il comfort food ha delle caratteristiche specifiche: essere ipercalorico, ricco di grassi, zuccheri e sale.??
il comfort food secondo la scienza
¡ª ?Il potere del cibo consolatorio ¨¨ talmente impattante da essere argomento di studio in psicologia sin dagli anni '70.?Uno studio statunitense divide il comfort food in quattro categorie (cibi nostalgici, cibi di indulgenza,?cibi pronti?e cibi di benessere fisico) e suggerisce che ci siano delle differenze tra i generi in termini di preferenze: i maschi preferirebbero i cibi pi¨´ sostanziosi come bistecche, zuppe, sformati, mentre le femmine gli snack. Il cibo consolatorio in molti casi ¨¨ una forma di automedicazione, che pu¨° aiutare a gestire un momento contingente di forte stress o diventare un'abitudine in caso di eventi spiacevoli. In tal caso potrebbe sfociare in un disturbo dell'alimentazione, come la bulimia o l'obesit¨¤. Una delle conseguenze psicologiche pi¨´ comuni derivante dal consumo di comfort food ¨¨ il senso di colpa (sia per aver mangiato cibo troppo calorico che per aver esagerato con le porzioni) che pu¨° indurre a inutili e malsani circoli viziosi fatti di digiuni, privazioni o sessioni massacranti di attivit¨¤ fisica. Tuttavia, non tutto il comfort food vien per nuocere: in medicina, cibo e bevande ipercaloriche e consolatorie vengono spesso somministrate a pazienti anziani anoressici, la cui salute e qualit¨¤ della vita sono critiche.
le origini
¡ª ?"Sentendomi triste per la giornata cupa e la prospettiva di un domani doloroso, portai macchinalmente alle labbra un cucchiaino del t¨¨ nel quale avevo lasciato inzuppare un pezzetto di madeleine. Ma appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino tocc¨° il mio palato, trasalii. Un delizioso piacere m'aveva invaso e subito m'aveva reso indifferenti le vicissitudini, inoffensivi i rovesci, illusoria la brevit¨¤ della vita¡ non mi sentivo pi¨´ mediocre, contingente, mortale", scrive Proust. Il comfort food pu¨° avere origini diverse: pu¨° essere un piatto dell'infanzia, che ci ricorda momenti felici o una figura materna di riferimento, ma pu¨° anche essere semplicemente il piatto o l'alimento preferito.
consigli
¡ª ?Il comfort food pu¨° anche cambiare col tempo: se da bambini era una caramella, da adulti potrebbe essere il vino. Il punto ¨¨ sempre che il cibo consolatorio, per definirsi tale, deve innescare un meccanismo di compensazione: sono triste, nostalgico, stressato quindi mangio quello che mi fa stare meglio. Se il comfort food corrisponde a un piatto sano, tanto meglio: il suo potere taumaturgico non toccher¨¤ in alcun modo la salute o la linea. Se invece il comfort food ¨¨ ricco di zuccheri, sale e grassi saturi, allora occorre limitarne la quantit¨¤ e la frequenza di consumo per evitare che si trasformi in una dipendenza. Un modo efficace per ovviare al problema ¨¨ l'attivazione di altri meccanismi di compensazione: un'intensa attivit¨¤ fisica (che stimola il rilascio di endorfine e serotonina), il consumo di un quadratino di cioccolato fondente (almeno al 70%) dopo cena, dedicarsi a un'attivit¨¤ piacevole nei momenti di crisi, prediligere frutta, verdura e cereali integrali che danno un senso di saziet¨¤ prolungato. In alternativa, ¨¨ sempre bene rivolgersi al proprio medico di base o a uno specialista dell'alimentazione.
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