Bastano poche ore a temperatura ambiente per causare intossicazioni alimentari anche gravi
Pilastro nella dieta di miliardi di persone al mondo, il riso ¨¨ un ingrediente versatile e nutriente. Tuttavia, come per tutti gli alimenti, la sua corretta conservazione ¨¨ fondamentale per garantirne sicurezza e qualit¨¤.
L'Organizzazione Mondiale della Sanit¨¤ evidenzia che le malattie trasmesse da alimenti contaminati rappresentano infatti una minaccia seria, capace di causare la morte di circa due milioni di persone ogni anno, inclusi molti bambini.?Campylobacter, Salmonella, Yersinia, E. coli e Listeria: gli agenti patogeni sono tanti e?causano numerosi focolai, con frequenti ricoveri ospedalieri. Alla luce di ci¨°, ¨¨ imperativo adottare pratiche igieniche sicure, specialmente per alimenti come il riso, che pu¨° diventare un veicolo di gravi?malattie zoonotiche se non conservato adeguatamente.
riso e intossicazione alimentare: i rischi
¡ª ?Studi condotti dall'OMS hanno rilevato che il riso cotto, pur se conservato in frigorifero, ha una durata ben definitiva nel tempo. Superato il limite, il rischio di contaminazione batterica aumenta considerevolmente, rendendo il cibo potenzialmente tossico per la salute.?Esistono alcuni segnali inequivocabili da non ignorare, per riconoscere?il riso andato a male, tra cui:
- modifiche di colore:?rispetto al riso appena cotto, un prodotto andato a male potrebbe presentare macchie o alterazioni di tonalit¨¤;?
- cambiamenti di consistenza:?il riso avariato pu¨° assumere una consistenza viscida o eccessivamente viscosa al tatto;
- sapore sgradevole:?un sapore acido, amaro o comunque anomalo ¨¨ un chiaro indicatore di deterioramento;
- odore sgradevole:?una nota pungente o acida rappresenta un ulteriore segnale di allerta.
Il riso e i sintomi da intossicazione
¡ª ?Il Bacillus cereus, un?batterio aerobio, prolifera facilmente in ambienti a temperatura ambiente, soprattutto nel riso cotto e lasciato a riposare per ore. Durante questa fase, produce tossine termoresistenti, il che significa che restano nel piatto anche dopo cotture a temperature elevate. Il consumo di cibi contaminati provoca i sintomi tipici della sindrome del riso fritto, come nausea, vomito, diarrea e crampi addominali, che generalmente compaiono entro 6-15 ore dall'ingestione.
? cruciale dunque che il riso sia refrigerato immediatamente dopo la cottura e riscaldato in modo adeguato prima del consumo.
preparare e conservare il riso
¡ª ?La corretta preparazione e conservazione del riso ¨¨ fondamentale per prevenire le intossicazioni alimentari. Per quanto riguarda la fase di cottura:
- lavare accuratamente il riso sotto acqua corrente per rimuovere lo sporco e l'amido in eccesso;
- giusta quantit¨¤ di acqua: la proporzione ideale ¨¨ di 1,5 tazze di acqua per ogni tazza di riso;
- cottura: cuocere il riso a fuoco lento in una pentola coperta fino a completo assorbimento dei liquidi. Sfiatare il riso cotto per far fuoriuscire il vapore residuo.
Sul fronte della conservazione del riso invece, bisogna sempre:
- raffreddare rapidamente il riso cotto, spandendolo su un vassoio o in una ciotola;
- riporre il riso in frigo entro due ore dalla cottura in un contenitore ermetico;
- conservarlo in frigo?a una temperatura inferiore a 4¡ãC per un massimo di 3-4 giorni, e comunque mai oltre 6 giorni;
- riscaldare il riso in modo uniforme fino a raggiungere una temperatura interna di 70¡ãC prima del consumo.
Evitare assolutamente?di preparare grandi quantit¨¤ di riso in anticipo e di lasciarlo a temperatura ambiente per lunghi periodi; il "meal preap" non ¨¨ da demonizzare, ma va gestito con intelligenza. Non utilizzare il riso avanzato per preparare sushi o altri piatti che non prevedano una cottura. E infine, in caso di dubbi sulla freschezza, meglio gettare via tutto.
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