Dal 22 al 26 settembre al Parco Dora di Torino va in scena la kermesse pi¨´ grande del mondo, con la Rigenerazione come tema centrale
? l'evento per eccellenza del cibo, nel mondo: Terra Madre Salone del Gusto torna nuovamente negli spazi all¡¯aperto del Parco Dora, a Torino, dal 22 al 26 settembre con ingresso gratuito. Una cinque giorni in cui la citt¨¤ della Mole si trasformer¨¤ in un magnifico parco giochi del gusto.? Non pi¨´ un evento confinato negli spazi del Lingotto ma, come gi¨¤ accadde nel 2016, una manifestazione itinerante con un fulcro centrale e tanti laboratori, appuntamenti, incontri in diversi altri spazi della citt¨¤ di Torino. Tema centrale ¨¨ la Rigenerazione che nei giorni della manifestazione verr¨¤ affrontato da molti punti di vista mettendo a fuoco come dovrebbe rigenerarsi la societ¨¤ a partire dal cibo "pulito, buono e giusto". Non a caso, il cuore dell'evento ¨¨ la suggestiva architettura post-industriale che sorge lungo il fiume Dora, realizzata grazie a un importante lavoro di 'gentrification', sfruttando i vecchi stabilimenti Fiat e Michelin, ormai abbandonati.?ll Salone del Gusto ¨¨ aperto da gioved¨¬ alla domenica dalle 10.00 alle 23.30 mentre luned¨¬ 26, la chiusura ¨¨ prevista per le 20.30.
Salone del gusto Torino 2022: C'¨¨ TUTTO IL MONDO
¡ª ?Non stupisce che i numeri di partecipazione siano imponenti:? 700 espositori da tutte le regioni italiane e da 130 Paesi, ben 554 eventi che vanno dai talk show a livello internazionale alla degustazione dei formaggi di malga, dagli appuntamenti a tavola con chef di livello ai forum sull¡¯agricoltura. E poi ci saranno i Pres¨¬di Slow Food, facilmente la maggiore intuizione del nume Carlin Petrini e di chi era con lui nel 1999 quando l¡¯Associazione diede vita a quei progetti che sostengono le piccole produzioni tradizionali a rischio di scomparsa, valorizzano territori, recuperano antichi mestieri e tecniche di lavorazione, salvano dall¡¯estinzione razze autoctone e variet¨¤ di ortaggi e frutta. Oggi sono 639 in 79 paesi (in Italia se ne contano 363) e coinvolgono migliaia di produttori. Tredici sono quelli italiani al debutto:?miele di marasca e il pestith (una variet¨¤ di rapa) dal Friuli Venezia Giulia; la mosciarella delle casette di Capranica Prenestina (Lazio) che ¨¨ un?prodotto che si ottiene dall¡¯essiccatura della castagna; la cipolla di Vatolla (Campania); il fagiolo poverello bianco (Calabria); la cozza nera, il colombino (un pasticcino di pasta frolla farcita con pasta di mandorle all¡¯arancia e crema pasticcera), il confetto riccio di Martina Franca, la focaccia a libro di Sammichele di Bari e il pane di Monte Sant¡¯Angelo che sono tutte ecccellenze pugliesi;?la pasta reale di Tortorici, la scattata di Alia (un dolce a base di mandorle, acqua e farina di maiorca) e il buttiglieddru di Licata, un pomodoro di forma simile a una bottiglia, che arrivano dalla Sicilia.
LA VISIONE DI PETRINI
¡ª ?Il Parco Dora accoglier¨¤ i produttori che presenteranno la diversit¨¤ gastronomica dei cinque continenti: dai pani ai salumi, dai latticini ai prodotti ittici suddivisi per aree geografiche o per reti tematiche. Vagando per le bancarelle poi si potranno incontrare, scoprire e assaggiare buona parte dei Pres¨¬di Slow Food italiani e internazionali e poi food truck, cucine di strada, birrifici artigianali e altro ancora. Novit¨¤ ¨¨ Terra Madre Off: occasioni per approfondire la conoscenza di Torino e il tema della rigenerazione attraverso incontri, feste, cene, visite guidate e presentazioni di libri. Indubbiamente si percepisce una visione che nel 2022 deve trovare nuove strade per parlare ai giovani, attenti alle tematiche ambientali ma spesso a digiuno di precise nozioni enogastronomiche. "? sbagliata la contraddizione tra tradizione e innovazione: la vera innovazione molte volte ¨¨ rappresentata dal rivitalizzare una tradizione, esattamente come abbiamo fatto valorizzando il patrimonio immenso sui territori fatto di prodotti, savoir faire, esperienze e identit¨¤. Se una tradizione non coltiva un po¡¯ di innovazione, ¨¨ destinata a morire" sottolinea Carlin Petrini (foto), che a luglio ha lasciato la presidenza di Slow Food a un giovane agronomo ugandese, Edward Mukiibi, gi¨´ vice-presidente. Un segnale di vero rinnovamento, in una continuit¨¤ meritevole per 36 anni.
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