L'ex allenatore della nazionale italiana di pallavolo spiega il suo modo di gestire uno spogliatoio: "Gli obiettivi sono il carburante del singolo e il collante del gruppo".
Un bronzo ai Giochi Olimpici, due argenti agli Europei e altrettanti terzi posti alle World League. Sono solo alcuni dei grandi risultati ottenuti da Mauro Berruto, uomo di grande cultura prima ancora che allenatore vincente nella pallavolo. Sar¨¤ per questo che nel suo libro?Capolavori. Allenare, allenarsi, guardare altrove e nel suo spettacolo teatrale, riesce a veicolare concetti propositivi per ogni atleta che vuole migliorarsi. E lo fa partendo gi¨¤ dal titolo: ¡°Sono i tre verbi che, pi¨´ di altri, ho messo in pratica nella mia vita sportiva. ¡°Allenare¡± non appartiene solo a chi esercita su un campo ma ¨¨ proprio di chi trasforma un gruppo di persone in una squadra. In qualsiasi ambito avvenga¡±.
Poi c¡¯¨¨ la forma riflessiva.
¡°Allenarsi ¨¨ caratteristico di chiunque abbia in s¨¦ quella curiosit¨¤ che spinge a migliorare, a prepararsi sempre di pi¨´, a formarsi costantemente. ? di ispirazione anche per le persone che vedono un comportamento di questo tipo¡±.
E infine ¡°guardare altrove¡±.
¡°? il pi¨´ personale dei tre verbi: potrebbe essere visto come un concetto antropologico legato alla mia formazione accademica. Parafrasando Mourinho: 'Non basta sapere di sport per allenare nello sport'. Esporsi a contaminazioni, apparentemente inutili, pu¨° rappresenta l¡¯elemento di svolta¡±.
Ha allenato a diversi livelli e a latitudini differenti. Come distingue i fuoriclasse?
¡°Ho lavorato con tantissimi buoni giocatori e con alcuni campioni. Di fuoriclasse ne ho trovati pochi. Per esserlo non basta l¡¯ossessione positiva di fare bene un gesto (buon giocatore), in piena responsabilit¨¤ (campione). Bisogna saperlo fare quando ¨¨ difficile¡±.
Obiettivi individuali e di gruppo. Come li gestiva da allenatore?
¡°L¡¯obiettivo ¨¨ il carburante del singolo e il collante del gruppo. Bisogna sempre identificare obiettivi individuali. Essi devono essere per¨° funzionali a quello del gruppo. Solo cos¨¬ il singolo migliora e permette al gruppo di avvicinarsi al suo scopo¡±.
Scopo che non sempre si raggiunge. E si entra cos¨¬ nel tema della gestione della sconfitta.
¡°La sconfitta ¨¨ un processo necessario all¡¯interno dello sport. ? solo grazie a essa che si mettono in moto i meccanismi utili per rileggere il percorso e migliorare. Non dimentichiamo che si perde pi¨´ spesso di quanto si vince. Prima o poi capita a tutti ma la differenza sta nella reazione: crogiolarsi o ripartire¡±.
Tra i grandi risultati ottenuti, a quale ¨¨ pi¨´ affezionato?
¡°Impossibile non citare la medaglia olimpica conquistata a Londra. ? stato il 'momento pi¨´' della mia carriera, quello per cui ho lavorato sin dall¡¯inizio: rappresentare il mio Paese, dopo un lungo periodo in cui l¡¯Italia era uscita dall¡¯¨¦lite della pallavolo mondiale, e conquistare un bronzo meraviglioso. Un sogno divenuto realt¨¤. Quel risultato ¨¨ stato importante perch¨¦ ha generato altre medaglie, negli anni seguenti. Abbiamo fatto ripartire la storia dell¡¯Italia del volley¡±.
Non di soli allori vive un uomo di cultura sportiva.
¡°Infatti c¡¯¨¨ stata un¡¯altra grande esperienza professionale che mi piace raccontare: la mia storia con la nazionale finlandese. Se dovessi valutare la crescita di un progetto che ho vissuto personalmente, quello in Finlandia mi regala ancora emozioni pazzesche¡±.
Nello specifico?
¡°Siamo arrivati quarti all¡¯Europeo del 2007 dopo dieci anni che questa quadra non si qualificava a una fase finale. Abbiamo battuto gli Stati Uniti, la Serbia, la Polonia e il Brasile. Una vittoria, quella contro i sudamericani, a Tampere per 3-2 in World League, davanti a 10.000 tifosi: pochi anni prima ci seguivano solo i parenti degli atleti¡±.
Allenatore e selezionatore: come sceglieva i suoi giocatori?
¡°Una nazionale non ¨¨ la somma dei migliori atleti ma di chi si mette a disposizione di un progetto. Si pu¨° essere decisivi segnando 30 punti, mantenendo positivo il morale dello spogliatoio o facendo anche solo una ricezione risolutiva. Servono persone disposte ad accettare il proprio ruolo all¡¯interno del gruppo¡±.
E la creazione del suo staff?
¡°Non sempre ¨¨ possibile scegliere i collaboratori: alcune volte si ha pi¨´ margine. Altre, meno. Due sono sempre stati i parametri utilizzati: l¡¯eccellenza specialistica nella propria competenza e la capacit¨¤ di interagire con gli altri componenti dello staff, sviluppando una sorta di intelligenza collettiva¡±.
Una persona come lei allenava anche la mente dei suoi atleti?
¡°Ho sempre ritenuto fondamentale allenare la mente almeno quanto il corpo. Quando ho potuto, ho voluto al mio fianco Giuseppe Vercelli, uno psicologo sportivo. Tecnica, tattica, fisicit¨¤ e mente: ognuno di questi elementi deve avere uno specialista che aiuta gli atleti. Il commissario tecnico, supervisiona. La prestazione finale ¨¨ il risultato della sinergia di queste quattro aree¡±.
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