Storia del trofeo portato a casa per la seconda volta di fila dall'Italia: la particolarit¨¤ ¨¨ che diventa sempre pi¨´ alto. E che per alzarlo comprendendo anche la base bisognerebbe essere campioni di sollevamento pesi...
Forse in diversi fra i tanti telespettatori della finale Italia-Olanda si aspettavano che i tennisti azzurri si candidassero a una medaglia d'oro anche nel sollevamento pesi. Ma sarebbe stato impossibile: alzare la Coppa Davis, comprendendo anche l'enorme basamento, significherebbe prendersi in carico qualcosa come 105 chili. E infatti Sinner e compagni hanno lasciato perdere gli enormi vassoi sottostanti e si sono concentrati, come da tradizione, solo sul trofeo. Sull'Insalatiera pi¨´ famosa dello sport.
coppa davis, l'idea di dwight
¡ª ?Gi¨¤, la pi¨´ ambita coppa per nazioni del tennis ha un nome che a prima vista non fa pensare a chiss¨¤ quale oggetto prezioso. Eppure il suo valore, in oltre 120 anni, si ¨¨ moltiplicato a livelli impressionanti. La ordin¨°, poco prima del 1900, il signor Dwight Davis. Che non poteva definirsi esattamente un signore sul piano dell'et¨¤, considerando che aveva a malapena vent'anni, ma lo era certamente osservando il suo (sterminato) patrimonio. Nipote di Sam, miliardario che aveva trovato lavoro a mezza St. Louis con le sue enormi botteghe a fine Ottocento, Dwight aveva la passione del tennis che praticava abitualmente. Le sue tourn¨¦e con la racchetta in pugno da Est e Ovest degli States accoglievano un pubblico sempre pi¨´ numeroso. Al punto da fargli venire in mente di mettersi in contatto con i britannici, per invitarli a competere col team statunitense. Naturalmente ci voleva un lauto premio. E da qua ecco l'idea del trofeo, commissionato agli orologiai Shreve, Crump & Low di Boston: Davis non bad¨° a spese, tirando fuori dal portafogli la cifra (astronomica, per l'epoca) di mille dollari. Oggi il trofeo ¨¨ cresciuto di dimensioni e prezzo: alto 110 centimetri, vassoi di base compresi, ha un diametro di 107 centimetri e pesa 105 chili. C¡¯¨¨ chi ha calcolato che realizzarlo oggi varrebbe 600mila dollari.
coppa davis, perch¨¦ quei fiori
¡ª ?Ma sulla decorazione della coppa l'ultima parola fu di Rowland Rhodes. Che decise di utilizzare le 216 once di argento fuse per dare vita a un punch-bowl, una zuppiera. Anzi, un'Insalatiera. Il curioso soprannome cominci¨° a circolare quando si accorsero delle decorazioni di Rhodes: motivi floreali, come quelli che si addicevano a un lussuoso oggetto di cucina da esibire con orgoglio nelle tavole di chi poteva ostentare tutto quell'argento. Rhodes us¨° quel modello perch¨¦ all'epoca era usanza commemorare con recipienti d'argento manifestazioni di carattere sportivo o patriottico, coppe o ciotole particolarmente capienti. L'Insalatiera doveva poi arricchirsi del marchio del miliardario che l'aveva concepita, e allora ecco un'altra idea per autografarla a vita: "Presented by Dwight F. Davis".?
l'insalatiera e l'altezza record
¡ª ?La particolarit¨¤ della Coppa Davis ¨¨ che ogni anno vede un'incisione in pi¨´ sul proprio trofeo. Ma se la competizione si gioca da oltre 120 anni, lo spazio tende prima o poi scarseggiare. Ecco perch¨¦ nel 1920, quando gli organizzatori si accorsero che non c'era pi¨´ posto per prendere nota di chi l'aveva alzata l'anno prima, chiesero un aiuto alla prestigiosa Black, Starr & Frost di New York. E fu aggiunto un vassoio in argento che contiene i vincitori fino al 1932. Il problema si ripresentava periodicamente, e allora ecco che sotto l'Insalatiera sono cresciuti i vassoi. Ogni strato in argento racconta una pagina in pi¨´ del tennis mondiale: l'ultima l'hanno progettata nel 2003, quando ha vinto l'Australia. L'auspicio degli azzurri? Prendersi ancora cos¨¬ tante Davis da farne indigestione. Se il trofeo ¨¨ un'Insalatiera, del resto, la metafora diventa pi¨´ concreta che mai.
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