Il dualismo col padre-allenatore, gli atteggiamenti abrasivi e la chiusura totale verso l'esterno hanno portato la tennista, che aveva grandi mezzi, a dissipare il proprio talento
Il presidente della Federtennis ha detto: "Con un altro staff magari sarebbe stata la numero 1". Prima al mondo impossibile dirlo, ma certamente all¡¯altezza del quartetto magico di connazionali della generazione immediatamente precedente alla sua, cio¨¨ Schiavone, Pennetta, Errani, Vinci, che sono arrivate a posizioni fra il 4 e il 7, figurando tutte da protagoniste negli Slam.?
risultato massimo
¡ª ?Camila si ¨¨ fermata al 26, nonostante che il padre-allenatore Sergio, sprovvisto di qualunque credenziale specifica, le profetizzasse spesso che sarebbe diventata la numero 1. Un suo fallimento. In psicologia si parla di effetto Dunning-Kruger: quando individui "con competenze limitate tendono a sopravvalutare le proprie abilit¨¤". Questa ragazza e la sua famiglia, che a volte ¨¨ apparsa chiusa come un bunker impenetrabile, sono un mistero. Di certo hanno litigato con mezzo mondo e non si sono mai curate dell¡¯opinione, non lusinghiera, che l¡¯ambiente si ¨¨ fatto su di loro. Tuttavia, va sottolineata subito la perdita devastante di Antonella, sorella maggiore di Camila, in un incidente stradale nel 2011. L¡¯elaborazione di lutti del genere ¨¨ una strada lunga e diversificata: uno dei modi pu¨° essere proprio il rinchiudersi su se stesso del nucleo dei sopravvissuti per difendersi dal dolore e aiutarsi reciprocamente.?
spreco
¡ª ?Detto questo, non c¡¯¨¨ esperto di tennis che non definisca la carriera della Giorgi con una parola: spreco. Innanzitutto di un talento fisico sbalorditivo: la macchina di Camila ¨¨ perfetta, con pochi precedenti nella storia del nostro sport femminile. Compatta, rapida, armoniosa, coordinata, instancabile, Giorgi copriva il campo come nessuna. Eccellente il timing dei due colpi principali da fondo, potenti e precisi. Quando tutti gli astri si allineavano, Giorgi era quasi ingiocabile e temuta da chiunque: ma succedeva troppo di rado e senza continuit¨¤. Il problema ¨¨ sempre stato il suo tennis capriccioso e arrogante, con tutti i colpi sparati alla velocit¨¤ massima, senza il minimo interesse per pause, variazioni, tattiche, conoscenza delle avversarie. Il suo mantra ¨¨ sempre stato: gioco come voglio io, il resto non m¡¯interessa. E non la riguardava nemmeno la reazione di giornalisti e appassionati nel sentirle dire in qualche conferenza stampa: "Non seguo il tennis".?
atteggiamenti
¡ª ?Provocazione, snobismo, implicita aggressivit¨¤? Forse tutto insieme. Questi atteggiamenti abrasivi, credo voluti, hanno contribuito a isolarla ancora di pi¨´: ritrosia totale, rarissime interviste, nessuna condivisione della sua vita fuori dal campo. Sul terreno di gioco ha sempre mostrato una maschera imperturbabile, quasi disumana, come se le emozioni fossero per lei un terreno minato da evitare a ogni costo. Al termine del Master 1000 di Montreal, vinto nel 2021 e coronamento della carriera, le abbiamo colto una fugacissima lacrima di commozione, durata non pi¨´ di un secondo. Anche Richard Williams ha allevato due figlie-fenomeni senza essere un vero allenatore, ma all¡¯avvio della loro carriera pro ha prontamente affidato Venus e Serena a fior di tecnici. Sergio se n¡¯¨¨ ben guardato. E del resto Camila, nelle sue rare esternazioni, si accendeva fino all¡¯ultimo solo per lodare il padre, manifestargli affetto e gratitudine, anticipando cos¨¬ eventuali critiche sul loro inscindibile rapporto. Come se fosse pi¨´ importante preservare la diade che vincere uno Slam. E questo fa riflettere.
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