Alessia Maurelli si racconta nel nostro podcast: "Non chiamatemi Farfalla, ho vinto da guerriera"

La leader delle Farfalle azzurre, bronzo a Parigi 2024, è stata ospite di "Un altro podcast", il nuovo format di Gazzetta: "La medaglia? ? come una figlia. Le denunce al mondo della ritmica mi hanno cambiata"

Da bambina a donna in un battito d’ali, quello di una farfalla che crescendo si riscopre guerriera. Alessia Maurelli si innamora della ginnastica a 7 anni, a 17 fa le valige e si trasferisce a Desio per inseguire il suo sogno: salire sul gradino più alto del podio mondiale. Oggi è la capitana della Nazionale e una delle ginnaste più titolate in attività con due bronzi olimpici, sei titoli mondiali e oltre 130 medaglie in totale. La ritmica le ha dato tutto e lei ha dato tutto alla ritmica, pagando il prezzo di non poter vivere una vita normale, tra hotel che diventano casa e compagne di squadra che diventano sorelle. Ma il suo viaggio verso la grandezza ha un prima e un dopo. Nel mezzo un transito doloroso per quello che è stato uno dei più grandi scandali dello sport italiano, districandosi tra inchieste, interrogatori e una quotidianità spazzata via dal caos. Alessia si svela a "Un altro podcast": se il?bronzo conquistato a Parigi racconta una storia di riscatto sportivo, la proposta di matrimonio ricevuta dal suo Massimo ne dà inizio a un’altra ancora tutta da scrivere.

Alessia, quella di Parigi è stata la tua terza Olimpiade, cosa l’ha resa diversa dalle precedenti??

"Se Rio è stata l’Olimpiade del cuore e Tokyo quella della testa, Parigi è stata quella dell’anima. L’abbiamo affrontata libere e coscienti del nostro valore, l’obiettivo era dare tutto e godercela al massimo. Così ci siamo riconfermate. Questa medaglia è come fosse la mia seconda figlia".??

La tieni con la tua primogenita, il bronzo di Tokyo??

"Sto cercando casa a Milano, poi troverò un posto dove metterle entrambe. Un posto che mi ricordi per tutta la vita che qualcosa di grande l’ho fatto".

Una casa che condividerai con il tuo futuro marito, Massimo (Bertelloni). Ti aspettavi una proposta “olimpica”??

"Da un anno gli parlavo di matrimonio e gli mandavo foto di anelli. La sua paura era che potessi chiederglielo io, anche perchè in famiglia è stata mia madre a fare la proposta a mio padre. Ma se alla Coppa del Mondo di Milano l’idea mi aveva sfiorata, all’Olimpiade era proprio l’ultimo de miei pensieri. Scese dal podio le ragazze avevano già capito, io invece non connettevo. ? stato tutto inaspettato, mi sono emozionata tantissimo".?

Così come si sono emozionate le tue compagne.?

"? un po’ come se la proposta l’avesse fatta a tutte. Infatti, quando qualcuna di noi si fidanza dico al ragazzo: ‘Lo sai che ora hai altre 5 fidanzate?’. Per fortuna si sono trovati anche loro e hanno fatto gruppo, li abbiamo scelti bene"

Avete già scelto la data??

"? presto, penso sarà fra un anno e mezzo. Sarà l’inizio di una nuova vita, forse più 'normale'".?

Intendi rispetto a quella vissuta in questi undici anni in azzurro?

"Noi ginnaste iniziamo da piccole e quasi non conosciamo il mondo o cosa significhi vivere una vita normale. Ho vissuto nove anni in hotel, lontano dalla mia famiglia. All’inizio era come un gioco: hai una card al posto delle chiavi di casa, non devi rifarti la stanza, hai chi cucina per te… ? come essere in una bolla. Ma questa non è la vita vera. In più ti alleni nove ore al giorno e vivi in simbiosi con ragazze che diventano come sorelle. Ci sono stati momenti in cui sentivo il bisogno di staccare da tutto. Così negli anni ho imparato a vivere in gruppo senza amalgamarmi, ma mantenendo la mia personalità. Da capitana, è il consiglio che dò sempre alle più giovani".?

Ti ha mai sfiorata l’idea di mollare tutto??

"Ho avuto anche io i miei momenti di buio. Mi viene in mente il documentario di Simone Biles in cui racconta che ad un certo punto non riusciva più a saltare, la cosa più banale del suo sport insomma. Per me è stato lo stesso, un giorno mi sono svegliata e non riuscivo più a lanciare gli attrezzi. Non me ne capacitavo, mi domandavo come fosse possibile che un'alteta del mio livello non riuscisse più nelle cose più semplici. Altre volte è stato il mondo esterno a farmi dubitare. Poi però ha vinto la voglia di andare avanti, mi sono affidata a una psicologa, ai miei affetti e alla mia famiglia".?

Come hai vissuto la bufera che ha investito la ritmica dopo le denunce di maltrattamenti da parte di alcune ex atlete??

"Non è stato facile. Questi ultimi due anni mi hanno toccata nel privato, ancora oggi?a pensarci?quasi rabbrividisco: gli interrogatori, i telefoni sotto controllo, i microfoni nascosti in palestra, i giornalisti che ci aspettavano in hotel. Non ci siamo allenate per tre mesi. Sono cose che mi hanno cambiata, dal modo in cui uso il telefono a come mi relaziono con gli altri. Se non hai forza mentale e delle persone a fianco che ti aiutino, non le superi. A un certo punto avevo bisogno di esprimermi, ma ogni parola era sempre amplificata. Mi hanno criticata, ma io conosco la mia verità".

Hai dichiarato che le Farfalle non esistono più. Lo pensi ancora??

"Saremo sempre conosciute come Farfalle, ma in quel periodo il termine ci faceva male perché era associato all’abuso. Poi capisci che non estirpi un male solo liberandoti di una parola, il modo giusto è affrontare le cose. E noi le abbiamo affrontate da guerriere".?

Se ti dico “futuro”, a cosa pensi??

"Mi sto prendendo del tempo per pensare. Diciamo che sono in una sorta di ritiro spirituale".?

Solo spirituale o anche agonistico??

"Quello quando sarà lo annuncerò come si deve. Però non riesco ad immaginarmi lontano dalla ginnastica, farà sempre parte della mia vita".