Tanti i campioni napoletani protagonisti dalla pallanuoto, nuoto e canottaggio a boxe, judo e scherma?
A Napoli, pi¨´ che altrove, lo sport ¨¨ sempre stato sinonimo di appartenenza. Pu¨° capitare di ricordarsi qualche atleta del passato non tanto per i risultati, quanto per le origini e la provenienza. Per non parlare dei grandi campioni che fieramente hanno vinto con i colori e le radici della propria citt¨¤ tatuati addosso: gli Abbagnale, i Maddaloni, i Porzio e tanti altri, insieme hanno fatto la storia e sono stati azzurri di nascita, prima che per meriti sportivi.
acqua
¡ª ?Azzurri come l¡¯acqua, che ¨¨ vita: i fratelli Giuseppe e Carmine Abbagnale lo imparano prima nelle campagne di famiglia, a coltivare fiori non lontano da Pompei, che al circolo nautico di Castellammare di Stabia, dove apprendono l¡¯arte e la fatica del canottaggio. Poi, dal 1981, l¡¯anno del primo titolo mondiale a Monaco di Baviera, il loro cognome diventa il simbolo di una dinastia remiera che ancora oggi sogna con l¡¯ultimo erede, Vincenzo, presente ai Giochi di Parigi. Il resto ¨¨ storia: 17 titoli iridati e 9 medaglie olimpiche, comprese le tre d¡¯oro di Seul 1988, che portano la firma anche del terzo fratello Agostino, alla sua prima avventura a cinque cerchi sul quattro di coppia. Deve tutto all¡¯acqua anche Pino Porzio, col fratello Franco: le due leggende della pallanuoto italiana hanno conquistato 25 scudetti e fatto grande il Settebello di Rudic, con l¡¯ultimo oro olimpico azzurro a Barcellona 1992 (pi¨´ un Mondiale, una Coppa del Mondo, un Europeo e due Giochi del Mediterraneo). Ma ¨¨ Napoli tutta a ricordarsi le tre ere pallanotistiche che hanno reso invincibile la citt¨¤: Rari Nantes, Canottieri e infine Posillipo. Dal prestigioso quartiere collinare ¨¨ passato anche Massimiliano Rosolino: il campione olimpico a Sydney 2000 e mondiale a Fukuoka 2001 nei 200 metri misti ¨¨ stato anche quattordici volte campione europeo e sessanta volte medagliato. Un altro mito sportivo, oggi personaggio televisivo, figlio di Napoli.
palestra
¡ª ?Altri campioni partenopei sono nati nelle palestre sparse in citt¨¤, spesso veri e propri presidi di allenamento alla vita. Patrizio Oliva ha conosciuto il disagio familiare in una realt¨¤ affatto facile come quella di Poggioreale, prima di salire sul ring e darsi al pugilato. Quindici chilometri a piedi ogni giorno per andare e tornare dai Quartieri Spagnoli alla palestra Fulgor: l¨¬ ¨¨ cresciuto uno dei pugili italiani pi¨´ forte di sempre, medaglia d¡¯oro alle Olimpiadi di Mosca 1980 e poi, da professionista, campione italiano superleggeri, campione d¡¯Europa superleggeri e welter, campione del mondo superleggeri con 57 vittorie su 59 incontri. Con lo stesso coraggio e la stessa abnegazione Gianni Maddaloni, O¡¯ Mae¡¯ titolare della palestra Star Judo Club e padre del campione mondiale Pino. Il suo presidio gratuito di avviamento e preparazione alle arti marziali nel cuore di Scampia vale pi¨´ di qualsiasi medaglia. Sport e legalit¨¤, un messaggio positivo che ha saputo raccogliere anche lo schermidore napoletano Diego Occhiuzzi (sulla scia degli olimpionici Ferdinando Meglio e Sandro Cuomo e gli iridati Raffaello Caserta e Luigi Tarantino) argento ai Giochi di Londra e iridato nel 2015, portando la Nazionale di Prandelli a Quarto sul campo ¡°anti Camorra¡±.
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