L'esponente della magistratura attacca: "La Procura di Bolzano ha chiuso le indagini in maniera sbrigativa. Sicurezza molto discutibile e autopsia da fare"
Il consigliere del Csm, Ernesto Carbone, ha depositato la richiesta per l'apertura pratica allo scopo di fare chiarezza sulla correttezza e sulla completezza delle indagini svolte dalla Procura di Bolzano, a seguito dell'incidente mortale occorso a Matilde Lorenzi, la sciatrice azzurra morta mentre si allenava sulla pista Grawand G1 del ghiacciaio della Val Senales. L'obiettivo ¨¨ accertare "eventuali profili di responsabilit¨¤ in capo ai magistrati titolari delle indagini".?
l'accusa
¡ª ?"La Procura di Bolzano - scrive Carbone nella sua richiesta - ha provveduto a chiudere le indagini in modo sbrigativo, nel giro di poche ore, non ravvisando alcuna responsabilit¨¤ penale nella vicenda, che, invece, come si apprende da fonti di stampa, presenta numerosi aspetti poco chiari. Innanzi tutto, le indagini sono state chiuse sulla base di un rapporto dei carabinieri nel quale si dichiara che la pista era dotata di protezioni: tuttavia, da fotografie scattate dall'alto immediatamente dopo l'incidente, ¨¨ facilmente riscontrabile che, nel luogo in cui la sciatrice si trovava adagiata nel dirupo a seguito della caduta, mancavano reti di protezione a dividere la pista di allenamento dal fuori pista non battuto". Il consigliere del Csm segnala che "tra le porte pit esterne e il bordo pista la distanza era minima e che le condizioni di sicurezza erano del tutto inadeguate per l'allenamento degli atleti. Perch¨¦ la Procura non ha condotto alcun accertamento in merito a responsabilit¨¤ legate alla posizione e alle caratteristiche del tracciato sul quale gli atleti si stavano allenando?".?
le lacune
¡ª ?Continua: "Sul corpo della ragazza non ¨¨ stata eseguita I'autopsia, per indagare su quali siano state, veramente, le cause del decesso" e "non ¨¨ stato accertato se l'atleta sia morta a causa della caduta sulla pista, oppure per la caduta dopo il conseguente volo fuori pista". Infine Carbone segnala che "la pista non ¨¨ stata chiusa e posta sotto sequestro, al fine di espletare le indagini del caso e per la messa in sicurezza, ma ¨¨ stata lasciata aperta e fruibile agli sciatori, col pericolo che potessero verificarsi altri incidenti".
Gazzetta dello Sport
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