Bebe “maestra” di sport per ragazzi e ragazze dai 6 ai 18 anni, ma non solo disabili. "Anche normodotati, perch¨¦ questa iniziativa che facciamo con art4sportOnlus e con Nike vuole essere il massimo dell’integrazione, a tutti i livelli. Una figata spaziale". Bebe Vio ¨¨ la solita valanga di parole ed entusiasmo quando racconta l’ultimo progetto in cui ¨¨ coinvolta. "Non solo ispirare altre persone, ma vogliamo ispirare anche tutti i bambini che faranno parte di questa Academy. Vogliamo fargli capire quanto ¨¨ importante e bellissimo lo sport: saranno divisi in gruppi di 30 giovani (15 normo e 15 con disabilit¨¤), con un corso di 4 mesi, due sedute a settimana. E tutta la integrazione possibile sar¨¤ all’interno di questa Academy. Per fortuna sopra di noi abbiamo sempre avuto un Luca Pancalli che ci ha insegnato quanto sia importante l’integrazione".
LA STORIA
La Bebe Academy: lezioni di sport a giovani disabili e normodotati
La Vio maestra di trenta ragazzi da 6 a 18 anni in un corso di 4 mesi: "La cosa pi¨´ importante per noi, in questo progetto triennale, sar¨¤ quello di fare alzare quei bambini dai divani e portarli a fare attivit¨¤ fisica"
Ispirazione
¡ªLa parola magica ¨¨ ispirazione. "Noi siamo stati ispirati dallo sport paralimpico, siamo stati contagiati dalla sua magia - continua Bebe -. E ovviamente la cosa pi¨´ importante per noi, in questo progetto triennale, sar¨¤ quello di fare alzare quei bambini dai divani e portarli a fare attivit¨¤ fisica. Io stessa un giorno sono stata tirata fuori da casa mia e sono stata mandata in una palestra e quella ¨¨ la cosa pi¨´ bella che mi sia capitata. Il passo successivo ¨¨ dare a questi ragazzi una squadra, perch¨¦ saremo seguiti direttamente da uno staff di prim’ordine con l’idea di fargli provare 5 sport diversi: atletica, scherma in carrozzina, sitting volley, basket in carrozzina, calcio amputati. E sulla sedia a rotelle si siederanno anche i ragazzi normodotati che impareranno una cosa diversa e soprattutto conosceranno lo sport paralimpico. E siccome tutto questo viene organizzato a Milano, al termine di questi anni ci sar¨¤ una legacy per la citt¨¤ (i corsi si terranno al Centro Sportivo Iseo e al Bicocca Stadium, ndr). Perch¨¦ in questa iniziativa siamo affiancati dal Comune di Milano, dalle 5 federazioni coinvolte, oltre che Coni e Cip. Con l’idea di creare un percorso".
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Viaggio
¡ª"S¨¬ perch¨¦ al termine del programma vogliamo accompagnare questi ragazzi alle societ¨¤ sportive perch¨¦ continuino il viaggio. Ma l’integrazione sar¨¤ totale perch¨¦ grazie alla collaborazione con l’Universit¨¤ Cattolica i loro studenti verranno ai nostri corsi per acquisire i crediti formativi. La contaminazione con lo sport paralimpico sar¨¤ totale. Vogliamo essere una cascata di integrazione, di felicit¨¤, di sport. E non vediamo l’ora di emozionarli tutti". Come fece Bebe con quell’urlo dopo la medaglia nella gara a squadre a Rio de Janeiro. "Ogni volta che ripenso a quel momento mi viene da piangere. Ecco esattamente quell’urlo ¨¨ quello che vogliamo creare. Vogliamo fare sport perch¨¦ ci piace, perch¨¦ ci emoziona e perch¨¦ lo sport ¨¨ la dimostrazione che da soli non si arriva da nessuna parte, mentre con una squadra (come quella che abbiamo qui) nessun risultato ¨¨ precluso. Vogliamo riuscire a cambiare le cose, vogliamo cambiare il mondo. E un po’ anche Milano che ha tante cose belle, ma che in alcuni campi deve fare ancora passi avanti. Tornando all’urlo con l’Academy voglio trovare ragazzi che andranno ai Giochi a urlare pi¨´ forte di me". A proposito di Giappone: la squadra di art4Sport (l’associazione nata per volont¨¤ della famiglia Vio) porter¨¤ a Tokyo tanti ragazzi. "E qualcuno si deve ancora qualificare... Noi siamo stati molto fortunati, la creazione dell’Academy vuole restituire qualcosa agli altri. Poi ¨¨ chiaro che questa opportunit¨¤ non ¨¨ tutto: dopo tocca ai singoli farsi il mazzo e conquistare in palestra quello che ¨¨ il loro sogno. Non arriver¨¤ mai da solo. Ci vuole lavoro e sacrificio. E noi non vediamo l’ora di piangere guardando questi ragazzi o ragazze vincere a una delle prossime Paralimpiadi. Tokyo? Ho un’ansia pazzesca, anche se mancano 55 giorni. Sto tantissimo in palestra per arrivare il pi¨´ preparata possibile". Per urlare ancora una volta...
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