L’America ¨¨ indignata. E la protesta per la morte di George Floyd, ucciso a Minneapolis mentre era in custodia della polizia, tocca tutto il mondo dello sport. L’Nba in particolare, da sempre sensibile al tema della discriminazione contro gli afroamericani. Ma ¨¨ lo sport tutto ad alzare la voce, a dire basta. Soprattutto via social.
forte reazione
“Giustizia per George Floyd: capite perch¨¦ ora?”. Il grido di dolore dello sport Usa
Anche gli atleti si uniscono alla protesta per l’uccisione del 46enne a Minneapolis. Stephen Jackson: “Era il mio gemello, aveva cambiato vita”
capt. jack
¡ªIl grido di dolore pi¨´ struggente ¨¨ quello di Stephen Jackson, l’oggi 42enne veterano di 14 stagioni Nba. Lui George Floyd lo conosceva. E molto bene. “Ci chiamavano gemelli” ha scritto in una serie di struggenti post su Instagram, ricordando un’amicizia cementata in anni cercando di farsi strada dai bassifondi di Houston. Jackson e Floyd sono andati allo stesso liceo, ed erano rimasti amici anche quando la vita li aveva portati su strade diverse. “George era andato in Minnesota per cambiare la sua - ha scritto Jackson di Floyd -. Guidava camion, stava cercando di sistemarsi. Nessuno era pi¨´ orgoglioso di quello che avevo fatto nella vita di mio fratello George. Riposa in pace, non dovevi farcela nella vita ma eri cambiato. E ora finisce tutto in questo modo...”.
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Social
¡ªLa protesta degli sportivi ¨¨ affidata ai social. Subito dopo la morte di Floyd, molti sportivi hanno rilanciato il collage postato tra gli altri anche da LeBron James: quello del poliziotto inginocchiato sul collo di Floyd, messo a confronto con Colin Kaepernick inginocchiato durante l’inno nazionale prima di una partita di Nfl che protesta per le ingiustizie sociali. “Ecco perch¨¦”, c’¨¨ scritto a grandi lettere nel post. Ray Allen ¨¨ stato tra i pi¨´ toccati, e ha raccontato tutto il suo sdegno in una serie di stories. “I can’t breathe”, non posso respirare, la frase che Floyd ha continuato a ripetere ai 4 agenti di polizia che lo avevano in custodia, rimbalza da account ad account: ¨¨ la stessa che nel 2014 era scritta su una maglietta indossata nel riscaldamento prepartita da diversi giocatori dopo l’uccisione a New York di Eric Garner, 43enne soffocato a morte da un agente di polizia durante l’arresto. Molti altri sportivi hanno scelto di postare una foto di George Floyd con le sue ultime parole con cui invocava disperatamente aiuto: “Per favore, non riesco a respirare. Mi fa male lo stomaco. Mi fa male il collo. MI fa male tutto. Mi stanno uccidendo”. Altri atleti, a cominciare da Donovan Mitchell di Utah, hanno scelto di ripostare invece le parole dell’attore Will Smith: “Il razzismo in questo paese non sta peggiorando: ora viene solo filmato”.
Minneapolis
¡ªMentre la citt¨¤ di Minneapolis ¨¨ sconvolta dalle proteste, le squadre sportive della citt¨¤ chiedono tutte giustizia per Floyd. L’Universit¨¤ del Minnesota ha fatto sapere che non user¨¤ pi¨´ la polizia locale durante i propri eventi, partite comprese. L’account dei Wolves rilancia il post di Gersson Rosas, il suo presidente delle operazioni legate al basket, che chiede giustizia per Floyd postando una sua foto e queste parole: “Il silenzio mentre accade il male ¨¨ comunque male: Dio non ci considerer¨¤ innocenti. Non dire niente ¨¨ come parlare. Non agire ¨¨ come agire”. Anche i Vikings, istituzione locale, affidano ai social il loro sdegno: “Siamo profondamente rattristati da quello che ¨¨ successo a pochi isolati dal nostro stadio. Tutti nella nostra comunit¨¤ hanno il diritto di sentirsi protetti e al sicuro. Le nostre preghiere sono con la famiglia di George Floyd e con tutti gli individui colpiti da questa tragedia”.
Gasport
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