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Il 26 gennaio di un anno fa, un uomo che era gi¨¤ leggenda quando ancora giocava, un mito per gli appassionati di basket e non solo, un’icona trasversale a mode e costumi per la sua capacit¨¤ di spaziare in ambiti diversi e sempre alla stessa maniera, impeccabilmente professionale, moriva. A 41 anni e insieme a una figlia, in un incidente d’elicottero tanto banale, a causa della nebbia che avvolgeva Los Angeles, quanto inaccettabile.
Dodici mesi dopo, Sportweek ha voluto ricordare Kobe Bryant, l’asso dei Los Angeles Lakers, quarto per numero di punti nella storia della Nba, dedicandogli la copertina e gran parte del giornale. Che aprir¨¤ con un viaggio alle radici di Kobe, l’Italia, dove il Black Mamba ha vissuto dai 6 ai 13 anni seguendo pap¨¤ Joe, a sua volta gran giocatore di pallacanestro. Da Rieti a Reggio Emilia, passando per Reggio Calabria e Pistoia, le tappe italiane della carriera paterna, abbiamo parlato con chi ha visto crescere e giocare Kobe bambino. Episodi, aneddoti, curiosit¨¤ che fanno luce non tanto sul suo talento, quanto sulla sua fortissima personalit¨¤. "Io giocher¨° nella Nba", diceva ai ragazzini compagni di squadra, e quelli ridevano, perch¨¦ quel ragazzino non era pi¨´ alto o pi¨´ grosso di loro. Ma aveva una determinazione fortissima e un modello da seguire.
Rocco Romeo lo allen¨° a Reggio Calabria e racconta come, negli intervalli delle partite casalinghe del padre, il pubblico aspettasse con ansia quel piccoletto che si fiondava in campo, pallone sottobraccio. "E la gente, a ogni canestro di Kobe, esplodeva in un boato". Non la passava mai Kobe e il canestro, un cordone ombelicale mai tagliato. Suo doveva essere l’ultimo tiro, lui la prima opzione d’attacco, a costo di far piangere i compagni ai quali non la passava mai – ¨¨ successo davvero, a 6 anni. Una caratteristica di gioco figlia della sua voglia di essere il primo, il migliore, e che si porter¨¤ dietro da professionista. Celebre la conflittualit¨¤ che ha caratterizzato il rapporto con il compagno Shaquille O’Neal, uno dei 24 grandi personaggi dai quali abbiamo raccolto un ricordo di Kobe.
Ventiquattro come il numero di maglia della guardia-ala dei Lakers. Insieme, Shaq e Kobe hanno vinto 3 titoli Nba di fila, ma ne hanno perso uno, nel 2004, quando la loro squadra sembrava imbattibile, con Payton e Malone ad affiancarli. Troppi galli nel pollaio. Tanto che O’Neal disse: "Chiedete a quei due perch¨¦ sono venuti qua. Per una persona. Non due. Una". E oggi invece dice a SW: "Peccato non poter pi¨´ parlare a Kobe, ci manca". Pi¨´ di un idolo cestistico per tanti. Anche per Massimo Ambrosini, Greg Paltrinieri, Gianmarco Tamberi: "? stato un modello da seguire. Ci ha insegnato a voler migliorare, sempre. A puntare alla vittoria senza scorciatoie".
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