L'arrivo di un nuovo scooter offre lo spunto per andare alla scoperta dei nomi che con maggiore frequenza identificano moto e auto. La maggior parte di questi, da Le Mans a Scrambler, arriva da lontano. E capita che un nome evocativo sia perfetto per una moto, come per un'auto
Il ritorno di nomi nel mondo dei motori non ¨¨ affatto raro, anzi sembra quasi una tendenza che accompagna l¡¯industria motociclistica e automobilistica da decenni. L¡¯ultimo esempio ¨¨ quello del nuovo scooter City-X di Velocifero, che riporta in auge un nome che suona familiare agli appassionati: ¨¨ infatti l'inversione di X-City, un altro scooter a ruote alte, prodotto da Yamaha tra il 2006 e il 2017, nelle cilindrate 125 e 250. Non pu¨° trattarsi di una semplice coincidenza; ¨¨ un segnale di come i nomi, oltre alla tecnologia e al design, si intrecciano con la storia e la cultura dei marchi, creando a volte delle vere e proprie curiosit¨¤ e legami inaspettati.
il nome ribaltato
¡ª ?Il City-X di Velocifero, il marchio italo-cinese che sta puntando sul design per conquistare il mercato europeo, ¨¨ stato progettato per l'Italia, dove gli scooter a ruote alte sono estremamente popolari. L'inversione del nome X-City ha subito richiamato alla memoria il modello Yamaha, anche questo uno scooter urbano a ruote alte, progettato per garantire stabilit¨¤ e comfort sulle strade cittadine. Tuttavia, questa non ¨¨ la prima volta che i nomi vengono riproposti in forme diverse o riutilizzati da altre case produttrici. ? un fenomeno che si ¨¨ verificato pi¨´ volte nella storia delle due e quattro ruote, spesso incrociando i due settori.
le scrambler sono tante?
¡ª ?Basti pensare alla sigla Scrambler. Il nome ¨¨ oggi sinonimo di una tipologia specifica di moto ¡ª caratterizzate da un aspetto vintage, capaci di affrontare terreni misti e particolarmente apprezzate per il loro stile retr¨°. Ducati ha rilanciato questo nome nel 2015, puntando su un¡¯operazione che si ¨¨ rivelata di grande successo commerciale, che ha riportato in vita un mito prodotto a Borgo Panigale tra il 1962 e il 1976. Tuttavia Scrambler deriva dall'inglese "to scramble", traducibile in mescolare, ed ¨¨ un termine coniato? in campo motociclistico negli Stati Uniti dagli anni Cinquanta. Diverse case inglesi, da Triumph e Bsa, producevano moto denominate Scrambler (e Triumph ne ha ancora tre in listino, nelle cilindrate 400, 900 e 1200) destinate all¡¯offroad come all¡¯utilizzo su strada, e in seguito anche Laverda, Moto Morini, Benelli, MV Agusta o Gilera. Perfino Borile,? l'artigiano veneto, ne ha proposta una. Nel 2012 diede vita a una moto artigianale che fece molto parlare di s¨¦, perch¨¦ utilizzava un cilindro desmo Ducati. In tutti questi casi non si tratta di un singolo marchio, ma di un termine che ha finito per rappresentare una categoria specifica di moto, diventando quasi un marchio generico.
gentlemen's agreement
¡ª ?Un altro interessante caso di nomi che ritornano riguarda la sigla C1. ? stata utilizzata inizialmente da Bmw per un progetto particolare, lo scooter 125 e 200 prodotto tra il 2000 e il 2003, dotato di una cellula di sicurezza che permetteva di guidarlo senza casco, ma usando le cinture di sicurezza. Lo scooter non ebbe il successo sperato e fu ritirato dal mercato dopo pochi anni. Tuttavia, quando Citro?n decise di chiamare la sua auto pi¨´ compatta proprio ¡°C1¡±, ottenne il permesso diretto dal quartier generale di Monaco, poich¨¦ lo scooter non era pi¨´ in produzione. Questo ¨¨ un raro esempio di gentlemen¡¯s agreement tra due case costruttrici, che si sono accordate sull¡¯uso del nome senza scontri legali o controversie pubbliche.
il fascino del deserto
¡ª ?Un caso simile riguarda Aprilia e Volkswagen. La casa italiana produceva negli anni Ottanta e Novanta una famiglia di moto da enduro chiamata Tuareg, un nome evocativo che richiamava il deserto e l'avventura. Quando Volkswagen decise di lanciare il suo Suv di lusso, scelse un nome molto simile, ¡°Touareg¡± (con la "o", alla francese), e per farlo chiese il consenso ad Aprilia, che aveva interrotto la produzione. Oggi i due nomi convivono pacificamente sul mercato, dopo che Aprilia ha rilanciato il suo modello ¡ª questa volta chiamato ¡°Tuareg 660¡± ¡ª senza alcun problema di convivenza con il Suv tedesco.
sul tetto delle alpi
¡ª ?Un altro esempio curioso di nomi condivisi ¨¨ rappresentato da ¡°Stelvio¡±. Questo nome, che evoca il celebre passo alpino italiano, ¨¨ utilizzato sia da Moto Guzzi per una delle sue adventure bike sia da Alfa Romeo per il suo Suv sportivo. Anche in questo caso, non sembra esserci stato alcun problema di convivenza tra i due modelli. Moto Guzzi Stelvio e Alfa Romeo Stelvio condividono l¡¯immaginario legato alle montagne, ai tornanti e alla guida sportiva, pur appartenendo a due mondi molto diversi.
il mito delle 24 ore
¡ª ?E poi ci sono i nomi storici che ritornano sotto nuove forme o attraverso reinterpretazioni. Il nome ¡°Le Mans¡± ¨¨ stato reso celebre da Moto Guzzi con una serie di moto sportive prodotte dagli anni Settanta fino agli anni Novanta in tre famiglie di 850 cc e una 1.000. Tuttavia, ancor prima di Moto Guzzi, il nome Le Mans era associato alla Ferrari 250 LM, una vettura che deve il suo nome abbreviato proprio alla celebre gara di durata, che quest'auto vinse nell'edizione 1965. Questo dimostra come un singolo nome possa attraversare mondi diversi, dal motociclismo all'automobilismo, mantenendo sempre un¡¯aura di sportivit¨¤ e prestigio.
spiaggia e velocit¨¤
¡ª ?Un altro nome leggendario ¨¨ ¡°Daytona¡±. La leggendaria spiaggia della Florida ¨¨ sinonimo di corse su sabbia e velocit¨¤ fin dai primi anni del XX secolo, e in seguito della serie TV? Miami Vice. Harley-Davidson e Triumph hanno entrambe utilizzato il nome ¡°Daytona¡± per alcuni dei loro modelli pi¨´ iconici. Nel caso di Triumph, ¡°Daytona¡± ¨¨ diventato il nome di una serie di moto sportive, come la Daytona 675, prodotta dal 2006 al 2018 e poi riproposta in una versione 660 aggiornata pi¨´ recentemente. Harley-Davidson ha invece prodotto nel 1992 la FXDB Dyna Glide Daytona. Anche Ferrari ha utilizzato il nome ¡°Daytona¡±, dapprima per la celebre 365 GTB/4, conosciuta comunemente come ¡°Daytona¡±, prodotta tra il 1968 e il 1974, e pi¨´ recentemente per la Daytona SP3, un modello esclusivo lanciato nel 2021.
le moto dei "chips"
¡ª ?Dal passato arriva anche il nome ¡°California¡±, che ha identificato due modelli iconici in due epoche diverse: una Moto Guzzi e, ancora una volta, una vettura di Ferrari. La prima Moto Guzzi California ¨¨ una delle cruiser pi¨´ celebri, prodotta dal 1971 sfruttando il motore bicilindrico a V e battezzata con questo nome per celebrare?la conquista della gara per la fornitura di moto ai "Chips" dell'L.A.P.D. il Los Angeles Police Department. La famiglia pi¨´ recente, sempre bicilindrica, ha una cilindrata di 1.400 cc ed ¨¨ stata lanciata nel 2012 ed ¨¨ rimasta in listino fino al 2020. Anche Ferrari ¨¨ particolarmente affezionata a questo nome. L'ha utilizzato per la prima volta per la 250 GT California, una sportiva a due posti costruita tra il 1957 e il 1963 in due varianti: a passo lungo e passo corto. La California pi¨´ attuale ¨¨ stata lanciata nel 2008, era una cabrio sportiva pensata per il piacere di guida e l¡¯eleganza, costruita fino al 2014.
un nome pu¨° fare la differenza
¡ª ?Questi esempi dimostrano come i nomi dei modelli possano diventare patrimonio culturale condiviso, assumendo significati che vanno oltre il semplice prodotto. La scelta di un nome non ¨¨ quasi mai casuale: pu¨° richiamare emozioni, raccontare una storia o persino evocare un luogo lontano. E quando un nome ¡°ritorna¡±, spesso porta con s¨¦ un bagaglio di significati che arricchiscono ulteriormente il modello che lo porta.
perch¨¦ ci vuole orecchio
¡ª ?Nel caso del Velocifero City-X, il richiamo al modello Yamaha X-City non ¨¨ solo una questione di similitudine fonetica, ma rappresenta anche la volont¨¤ di entrare in un segmento di mercato ben definito, con un nome che gi¨¤ suggerisce una certa familiarit¨¤ agli appassionati. Non ¨¨ solo una questione di numeri o di cilindrate, ma anche di creare un legame emotivo con i potenziali clienti, sfruttando la forza evocativa di un nome che sembra gi¨¤ far parte dell'immaginario collettivo.
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