In pista, nei rally e alla Dakar, Mattias Ekstr?m ¨¨ capace di essere veloce ed efficace su qualsiasi mezzo. Il pilota svedese di Ford ci ha raccontato i suoi segreti
La versatilit¨¤ ¨¨ una qualit¨¤ importante per un pilota, che lo rende competitivo in situazioni differenti. Tra i tanti esempi di piloti versatili, per¨°, Mattias Ekstr?m spicca per la grande quantit¨¤ di esperienze avute in carriera. Partito dalla pista, con due titoli nel campionato turismo tedesco Dtm in bacheca, lo svedese vanta anche un'affermazione alla 24 Ore di Spa-Francorchamps, un titolo mondiale rallycross, uno nella serie turismo elettrica eTcr ed esperienze in Nascar, V8 Supercars australiane, Wrc ed Extreme E. La Dakar ¨¨ solo l'ultimo dei tanti tasselli che compongono la sua variegata carriera: il 2025 ¨¨ la sua quinta partecipazione. Ekstr?m ci ha raccontato i segreti della sua carriera eclettica e come la sua versatilit¨¤ lo pu¨° aiutare in una sfida unica come la Dakar.
La sua vasta esperienza l'ha portata a correre con numerose tipologie di auto. Quali sono i punti di forza che riconosce al Ford Raptor T1+?
Sicuramente le sospensioni sono di ottimo livello, cos¨¬ come la manovrabilit¨¤ del telaio. Il motore ha un suono davvero emozionante, ma ha anche ottime prestazioni. Non abbiamo riscontrato punti deboli dell'auto finora.
In che modo l'aver corso in tante categorie diverse tra loro aiuta ad affrontare la Dakar?
Credo che la lezione principale che mi porto dietro dalle esperienze precedenti sia la capacit¨¤ di capire rapidamente quale tipo di setup ti serve nelle diverse condizioni che andrai ad affrontare. E poi la capacit¨¤ di restare calmo e concentrato anche quando qualcosa va storto. ? una combinazione di molti piccoli fattori che aiutano ad affrontare una gara complessa come la Dakar.
Qual ¨¨ stato un momento difficile di questa Dakar che si ricorder¨¤ sicuramente?
Senz'altro la tappa di 48 ore: ci siamo ritrovati in una tempesta di sabbia e non riuscivo a vedere nulla. Ho guidato a velocit¨¤ dimezzata per molto tempo perch¨¦ a fatica distinguevo quello che avevo intorno. In quel momento mi sono sentito molto piccolo.
Qual ¨¨ la superficie che preferisce tra quelle che si affrontano alla Dakar?
Direi che quella che abbiamo incontrato intorno a Ha'il, con tratti sabbiosi ed erba cammello, sono quelli dove mi sono divertito di pi¨´. In generale, per¨°, credo che ogni superficie sia interessante a modo suo e mi piace poterle affrontare tutte.
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? vero che l'edizione di quest'anno ¨¨ pi¨´ dura delle precedenti?
S¨¬, le tappe sono pi¨´ lunghe e non ci sono tratti rettilinei. Credo sia pi¨´ dura: per noi che guidiamo vetture ufficiali di classe T1+ ¨¨ una bella esperienza, ma per i team pi¨´ piccoli ¨¨ davvero complicato.
Qual ¨¨ la sua giornata tipo durante la Dakar?
? molto semplice: mi alzo al mattino, faccio una piccola colazione, non bevo nulla prima della partenza, salgo in macchina e parto per la prova. Inizio a bere solo dopo almeno un'ora, abbiamo a disposizione tre litri a persona di acqua. Quando finisco la prova c'¨¨ subito un briefing con la squadra, poi abbiamo il tempo di una doccia e della cena prima di rilassarci e andare a dormire. L'obiettivo ¨¨ cercare di avere sempre almeno otto ore di sonno.
Come si descriverebbe come pilota?
Sicuramente versatile, forse un po' pigro e prudente: preferisco andare troppo piano piuttosto che troppo forte. Mi piace che l'auto sia reattiva agli input sul volante, ma non la voglio troppo sovrasterzante. E al comfort preferisco sempre la precisione.
? vero che i piloti non hanno mai paura?
No, io qui alla Dakar ho sempre un po' di paura. Credo che se la affronti senza timore finirai per avere un incidente. Bisogna avere tanto rispetto per la natura e per questi percorsi, che sono molto pericolosi: un po' di paura e di rispetto sono decisamente sani e ti consentono di arrivare al traguardo. La paura ¨¨ quello che mi consente di non commettere errori stupidi.
Quanto ¨¨ importante la preparazione fisica prima della Dakar?
Prima della gara aumento l'allenamento con i pesi, per migliorare la massa muscolare, e diminuisco gli esercizi di cardio. Ho sperimentato negli anni precedenti che sono i muscoli ad essere maggiormente sollecitati, piuttosto che cuore e polmoni. Cambio il regime di allenamento circa una settimana prima di partire, diminuendo le attivit¨¤ come ciclismo e corsa e aumentando quelle con i pesi.
Di tutte le esperienze che ha avuto nella sua carriera di pilota, dove colloca la Dakar?
Quando correvo nel Dtm, quella era la mia vita. Lo stesso con il rallycross. Ho sempre dato la massima priorit¨¤ a ogni serie in cui ho gareggiato. La Dakar appartiene sicuramente al campionato di pi¨´ alto livello a cui ho partecipato ed ¨¨ la gara pi¨´ importante in termini di notoriet¨¤ e difficolt¨¤.
Lei appartiene a una cerchia ristretta di piloti estremamente versatili e capaci di essere veloci con ogni tipo di mezzo con cui hanno gareggiato. Qual ¨¨ il segreto per riuscirci?
Credo che una volta che cominci a variare spesso il mezzo con cui gareggi, impari a comprendere la situazione molto pi¨´ velocemente e questa probabilmente ¨¨ una mia qualit¨¤. In pi¨´, mi piace capire le categorie in cui competo, sia dal punto di vista tecnico che nei regolamenti sportivi. Non c'¨¨ un vero segreto a parte il duro lavoro.
Qual ¨¨ la mentalit¨¤ con cui si prepara a una stagione cos¨¬ particolare come quella del Mondiale rally raid, non sapendo se si competer¨¤ in tutte le gare? Come si affronta questa incertezza?
L'ho imparato nel tempo, nelle mie precedenti esperienze. Ai tempi del Dtm, eravamo otto piloti in squadra. Ogni gara, l'ultimo in classifica diventava il "portaborracce" e doveva sacrificarsi per aiutare gli altri. Cos¨¬, alla fine dell'anno c'erano due o tre piloti che si giocavano il titolo e cinque gregari. Sono cresciuto cos¨¬, sapendo che fa parte del gioco sapersi mettere nella situazione di poter sfruttare le occasioni: essere intelligenti e non prendersi rischi inutili, ottenendo cos¨¬ pi¨´ opportunit¨¤ di test e aumentando la propria velocit¨¤ di anno in anno. Non mi piace prendermi troppi rischi, magari compromettendo la gara per un errore e costando soldi alla squadra. La cosa pi¨´ importante ¨¨ finire la Dakar con il passo migliore possibile. Sono consapevole che piloti come Sainz, Roma, Al-Attiyah hanno 15 anni di esperienza in pi¨´ rispetto a me in questa gara. Perci¨° devo semplicemente essere paziente, lavorare duro fare esperienza, la fortuna prima o poi arriver¨¤.
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