Il pilota Mercedes nonch¨¦ ambasciatore della campagna #Togheterband, ha parlato agli studenti della suo disturbo, come stimolo a lottare contro le avversit¨¤ e combattere per trovare la propria strada
Chiamasi dislessia il disturbo dell¡¯apprendimento che influenza la lettura e alcune aree del cervello in grado di elaborare la lingua, ma anche quello che si manifesta durante la decodifica di un testo. Un impedimento che affligge tantissime persone, anche famose: come Lewis Hamilton ad esempio, che gi¨¤ qualche anno fa ammise di aver lottato contro questa patologia dopo averla scoperta a 17 anni. E per invogliare chi ora ¨¨ meno fortunato di lui, il pilota Mercedes ha portato la sua testimonianza ai ragazzi della Alperton Community School, scuola a nord-ovest di Londra. Il sei volte campione del mondo, infatti, contribuisce come ambasciatore alla campagna di beneficenza #TOGHETERBAND, che vuole fornire ai pi¨´ piccoli un¡¯istruzione di qualit¨¤ indipendentemente dalla provenienza e dal colore della pelle. Un¡¯iniziativa che vuole coinvolgere in futuro un miliardo di persone, puntando anche agli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite: un pianeta sano e green entro il 2030, con la mobilit¨¤ elettrica a farne da padrone.
Dal fallimento alla via del successo
¡ª ?"Di momenti difficili a scuola ne ho avuti molti, ma per fortuna mio padre (Anthony Hamilton, ndr) mi ha inculcato il 'non mollare mai' come tipo di mentalit¨¤". Inizia cos¨¬ Lewis il suo discorso ai ragazzi della Alperton, ripreso in un video apparso sul quotidiano inglese Daily Mail: "Passare attraverso i fallimenti fa parte del viaggio verso il successo e io vi incoraggio a non arrendervi mai - dice ancora il sei volte campione del mondo -. Tutti possiamo essere bravi in qualcosa. Spetta solo a voi e alle vostre famiglie aiutarvi a trovare la strada giusta". Il pilota Mercedes, su domanda di un bimbo, risponde perch¨¦ ¨¨ diventato un campione: "Ho lavorato duramente e un sacco, io volevo essere davvero bravo in qualcosa". E ancora: "Io ho sempre lottato per recuperare il ritardo che ho scoperto a 17 anni, e per me l¡¯istruzione ¨¨ stata importante - continua -. Sto lavorando in questa campagna perch¨¦ ci sono molte persone in giro che non hanno l'opportunit¨¤ che voi ragazzi avete. Quello che trovate, prendetelo e non scartatelo, piuttosto cercate di migliorarvi".
Dalla casa popolare alla Regina Elisabetta
¡ª ?Insomma, un campione dentro e fuori la pista. Se in queste ore Lewis ¨¨ impegnato, dopo la morte di George Floyd, a dare il suo sostegno a #BlacklLivesMatter - il movimento attivista internazionale della comunit¨¤ afroamericana, tanto da avere intenzione di inginocchiarsi nel prossimo GP d¡¯Austria del 5 luglio - quella del pilota britannico ¨¨ una storia molto travagliata. Suo padre Anthony cambi¨° per tre volte casa per permettere di dare a Lewis l¡¯addestramento del quale aveva bisogno per entrare nel difficile mondo della Formula 1: "Mi considero quasi fortunato - ha sempre detto il pilota Mercedes -. Sento che la nostra ¨¨ una storia piuttosto unica nel mondo delle corse, perch¨¦ la maggior parte delle persone con cui gareggio provengono da famiglie pi¨´ ricche". Il tutto nonostante le dure e indelicate parole di qualche suo vecchio professore, "che mi disse che nella mia vita non avrei mai combinato nulla, anche se ora, a distanza di tanti anni, mi sento di perdonarli", racconta Hamilton. Lui, cresciuto in una casa popolare di Stevenage, a meno di 50 chilometri da Londra, e ora pilota ammirato da tutti: "Prima ero in una council house - conclude -, ora mi ¨¨ capitato di pranzare con la Regina Elisabetta o di essere seduto vicino a Nelson Mandela. Sono cose di cui sono eternamente grato". L¡¯obiettivo con #TOGHETERBAND ¨¨ quello "di dare un po¡¯ di ispirazione, che ¨¨ uno strumento difficile da usare, per trovare il giusto equilibrio con il quale mi trovo costantemente a che fare ogni giorno".
? RIPRODUZIONE RISERVATA