Un viaggio alla fine del mondo, in bicicletta, in quei luoghi dell’anima tanto cari a Jovanotti, in quel Sudamerica raccontato dai versi di grandi poeti e dal cielo, anche a 4.800 metri d’altezza, da Santiago del Cile e attraverso le Ande fino in Argentina. Il docutrip “Non voglio cambiare pianeta” in 16 puntate (15+1, il ritorno) di Lorenzo Cherubini, da venerd¨¬ disponibile in esclusiva su RaiPlay, ¨¨ la nuova dimensione scelta dal cantautore dopo i bagni di folla del “Jova Beach Party”: un percorso solitario, al ritmo dei pedali e del respiro, come quelli intrapresi in montagna, lungo terribili tornanti, dai grandi ciclisti, “che mi hanno ispirato in quest’avventura, soprattutto gli scalatori e i gregari”.
L'evento
Jovanotti, viaggio (su due ruote) alla fine del mondo
Da venerd¨¬ su RaiPlay “Non voglio cambiare pianeta”, 16 puntate sul viaggio di 4400 km in Sudamerica: “Una pedalata di evasione, uno sguardo verso il futuro e un abbraccio collettivo a chi amiamo e al nostro pianeta”
Cammino spirituale
¡ªE ora che il Giro d’Italia ¨¨ stato pure rinviato per l’emergenza coronavirus (“Mi mancher¨¤ tantissimo, ne vado pazzo, mi metto in ferie per seguirlo”), quei 4 mila chilometri coperti in 40 giorni dal cantante aiutano in qualche modo a riprendere il cammino in bici, sebbene ancora virtualmente, lungo le strade della fatica, verso la sfida vera e propria di ottobre. “Alcuni amici che parteciperanno al Giro, e con cui ci seguiamo sui social, sono curiosi di vedere dove sono arrivato”. E quanti chilometri ha percorso: “Sono stato anche 12 ore al giorno in bici, viaggiare in bici ¨¨ bellissimo perch¨¦ vedi cose che non troveresti andando in macchina”. Ha visto deserti, coste oceaniche, parchi nazionali, le Ande, le pampas, villaggi sperduti e grandi citt¨¤. Ha attraversato il deserto di Atacama, in Cile, “che tra i ciclisti ¨¨ una leggenda, il pi¨´ estremo di tutti”. Una Roubaix in compagnia solo di una telecamerina e un iPhone, e “sono stati due mesi di felicit¨¤ estrema in cui ho avuto la possibilit¨¤ di pensare alla mia vita, di farla rimbalzare idealmente su pareti, e di rifletterci su”.
Poesia e speranza
¡ªUn desiderio di immersione totale nella natura, “che nasce e rinasce sempre perch¨¦ ¨¨ la parola natura ¨¨ la contrazione di nascitura”, un tour scandito dalle parole dei poeti: le bellissime di Pablo Neruda ne “Il Pigro”, oppure quelle di Jorge Luis Borges e di Luisi Sepulveda, appena scomparso a causa del coronavirus: “Ogni puntata abbiamo deciso di chiuderla con una poesia letta al cellulare, ognuna scelta in modo istintivo, seguendo la logica del viaggio disorganizzato”. Che pu¨° essere pure un tutorial per la Fase 2 di convivenza col Covid-19, “fatto da uno che nel racconto ¨¨ solo , mantiene le distanza ma viaggia, come si pi¨´ viaggiare anche con la fantasia”. E ad ogni nuova strada, ad ogni nuovo paesaggio, “la vita ¨¨ come una pianta che butta nuovi fiori potenti e colorati”. Un sentiero e un flusso dell’anima torrenziale proprio in coincidenza del vicino 25 aprile: liberazione, rinascita, “una pedalata di evasione, uno sguardo verso il futuro e un abbraccio collettivo a chi amiamo e al nostro pianeta”. Firmato Jovanotti.
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