Parigi: "Voglio la B col Rimini. Atalanta? Studiavo in convitto, quella volta con Denis..."

Nel girone B di Serie C è capocannoniere di gol e assist. Tifa Arezzo e il suo punto di riferimento è Abbruscato, ma a formarlo è stata la Dea: "Una scuola di vita, ti insegnano come stare a tavola"

Giacomo Parigi è cresciuto ammirando le gesta di Abbruscato e Floro Flores quando suo papà lo portava da bambino in curva sud a tifare Arezzo. Oggi però la squadra della sua città è un nemico del suo Rimini, settimo nel girone B di Serie C. Parigi è capocannoniere di gol (5) e assist (4) e, dopo una carriera da vagabondo cominciata nelle giovanili dell’Atalanta, è pronto a trovare una sua stabilità in campo. Nella vita quella l’ha già trovata, diventando papà e marito.

Cinque gol e quattro assist: un bilancio personale fino adesso??

“Non sono partito bene nelle prime sette-otto partite. Sono un diesel, vengo fuori col tempo. Agli inizi impazzivo quando non mi venivano subito le cose. Ma adesso mi sento bene, i miei gol e assist in questa prima parte di stagione li ho fatti e quindi sono contento”.?

Ha un numero da raggiungere da qui a fine stagione??

“Non sono scaramantico. Punto a fare più gol possibili, l’importante è che siano decisivi per la squadra”.?

Siete settimi, in piena zona playoff. A cosa ambisce il Rimini a fine anno??

“Giocarsi gli spareggi a fine stagione è ciò a cui puntiamo. In spogliatoio ne parliamo. Ma facciamo un passo alla volta, l’annata è ancora lunga. Abbiamo un girone difficile con tante squadre forti che puntano ai vertici”.?

Il girone B è il più competitivo??

“E’ la prima volta che gioco nel girone B, era l’ultimo che mi mancava avendo giocato tanto al sud. Ammetto che è tosto perché le squadre giocano a calcio: non mi aspettavo fosse così. Penso che il girone C se la combatte a livello di difficoltà”.?

Lei ha affrontato l’Arezzo da avversario quest’anno, sua città. Che significato ha avuto??

“Sono cresciuto con mio papà che mi portava allo stadio a tifare e quest’anno ci ho giocato contro da avversario, quindi puoi immaginare. ? stata una grande emozione, in curva c’erano persone che conoscevo”.?

? vero che i suoi idoli sono Abbruscato e Floro Flores? Ride.?

“Più che idoli, sono i primi che mi hanno ispirato. Soprattutto Floro Flores, che era un signor giocatore. Abbruscato è stato un punto di riferimento per l’Arezzo. Mi ricordo che, quando andò via, andammo allo stadio per salutarlo. Erano loro che mi trascinavano in curva ogni domenica”.

? cresciuto nel settore giovanile dell’Atalanta, che cosa le ha lasciato??

“L’Atalanta è una scuola, ti insegna tanto. Anche a livello umano. Vivi in convitto, ti insegnano come stare a tavola, come alzare la sedia. ? una scuola di vita, specie per un ragazzo di 15 anni. Ci sono educatori che ti seguono tutto il giorno per studio e vita privata”.?

Un aneddoto che ricorda??

“Il Tanque Denis. Mi regalò la sua maglia autografata. ? un bel ricordo, German per la Dea è stato un attaccante fenomenale”.?

Il Rimini è la sua dodicesima squadra a 28 anni. Un vagabondo.?

“I primi anni li ho fatti in prestito dall’Atalanta, speri sempre in una conferma definitiva. Poi sì, ammetto che ho girato troppo una volta che il contratto mi è scaduto con i nerazzurri. Ma penso sempre che ogni giocatore faccia il suo percorso. Ci sono tante dinamiche in mezzo. Mi sono dovuto separare dall’Olbia e dalla Vibonese. Al momento l’unica squadra con cui ho fatto un biennio è l’Arzignano”.

E al Rimini quanto pensa di rimanere??

“Spero il più a lungo possibile. Ho firmato per due anni, mi sto trovando bene. Vorrei un po’ di stabilità. Il progetto è ambizioso, faranno anche un nuovo centro sportivo”.?

Un sogno nel cassetto??

“Non mi precludo niente. Mi piacerebbe salire di una categoria almeno e fare la Serie B. Il gap con la Serie C si è assottigliato, vedi Cesena, Juve Stabia e Mantova quanto di buono stanno facendo. Sono diventato anche papà e mi sono sposato. Ci sono tante cose da valutare. Sicuramente voglio confrontarmi con un livello superiore. Non lo chiamerei sogno”.?

Diventare genitore ha cambiato il suo modo di essere??

“Sicuramente. Mi ha responsabilizzato. Non solo nel campo da calcio, ma anche nella vita reale. Quando prima andavo in campo da fidanzato lo facevo più per me stesso. Quando ti sposi e ti nasce una figlia, oltre a essere un esempio, aumentano le priorità. Giochi per loro”.