Topalovic, Cocchi e Zanchetta svelano i segreti dell'annata straordinaria dei nerazzurri Primavera, secondi in campionato e primi in Youth League: "Giocare con questa maglia ¨¨ un privilegio"
I tre ragazzi prendono posto intorno al tavolino della sala riunioni di Interello come se fossero al campetto. L¡¯inconscio di chi vive di tattica e pallone porta Luka Topalovic a piazzarsi sul centro-destra, Matteo Cocchi a mettersi comodo comodo a sinistra e Mattia Zanchetta a posare al centro con le braccia larghe.
la casa dei sogni
¡ª ?L¡¯Inter Primavera, seconda in campionato e prima in Youth League a punteggio pieno - gi¨¤ qualificata ai sedicesimi - ¨¨ in un lungo giro di dettagli. Gli occhi di ghiaccio di Zanchetta junior, il figlio del mister che gioca da mediano, quelli azzurro mare di Cocchi, il terzino mancino che sogna una scalata alla Dimarco, e la timidezza di Topalovic, fantasista di talento che divora i video di De Bruyne da mattina a sera. La casa delle giovanili nerazzurre ¨¨ incastonata tra il rumore delle auto nell¡¯ora di punta, pronte a prendere la tangenziale, e un parco coi colori dell'autunno. Il Konami Youth Development Centre, per tutti Interello, ¨¨ un cassetto di campi, strutture e gigantografie di campioni dove nascondere i sogni. I tre si presentano con la tuta sociale in una sala riunioni tappezzata da paginate dove spiccano i volti di chi ce l¡¯ha fatta: Pinamonti, Zaniolo, Vanheusden.
topalovic e i consigli di inzaghi
¡ª ?Sognano tutti di giocare in Serie A e di vestire la maglia dell¡¯Italia, ma senza perdere di vista il presente. O quel senso di gruppo che ne accomuna speranze e progetti. "Il nostro segreto ¨¨ l¡¯unione", afferma Cocchi guardandoti negli occhi. I tre pesano le parole, non si espongono, si lasciano andare quando parlano dei campetti in cui sono cresciuti e tengono la barra dritta quando c¡¯¨¨ da sottolineare i risultati: l¡¯Inter Primavera ha vinto cinque partite su cinque e ha il miglior attacco della Youth League con 18 gol. Tre di questi li ha siglati Topalovic, lo sloveno che capisce l¡¯italiano ma si esprime in inglese: "Sto studiando la lingua da quando sono arrivato ¨C ammette con un sorriso sincero, mentre gli altri due lo guardano divertiti -, la prossima intervista sar¨¤ in italiano". L¡¯Inter l¡¯ha preso in estate soffiandolo alla concorrenza, lui sta ripagando la fiducia dell¡¯allenatore con gare d¡¯alto livello: "In Slovenia giocavo in prima squadra con il Domzale, mi confrontavo con ragazzi di pi¨´ di trent¡¯anni, ma qui ¨¨ tutto diverso. C¡¯¨¨ molta tattica. Mi volevano diversi club, ¨¨ vero, ma l¡¯Inter ¨¨ stata la prima a muoversi in modo serio. Ho avuto la fortuna di svolgere degli allenamenti in prima squadra, Inzaghi mi ha dato dei consigli". Come Samir Handanovic: "Ci¨° che ci siamo detti resta tra noi ¨C ha ribadito Luka -, ma gli devo molto. Parliamo spesso, sa cosa vuol dire giocare qui".
zanchetta e il pap¨¤ allenatore
¡ª ?A centrocampo c¡¯¨¨ Zanchetta. Il figlio del mister ha diciott¡¯anni, vive in Convitto e non ha mai avuto un piano B: "A Cremona giocavo in un oratorio vicino casa. Stavo l¨¬ tutto il giorno, da mattina a sera, ma non ho mai pensato di fare altro. Mio padre non mi ha mai influenzato nella scelta, anzi, essendo il mio allenatore mi tratta come gli altri. Quando c¡¯¨¨ da dirmi 'bravo' lo fa, ma quando deve strigliarmi ¨¨ il primo". Come in occasione del derby perso 3-1: "Una strigliata meritata, aggiungerei. Non giocai una grande partita. Il nostro ¨¨ un rapporto schietto e diretto. Non ¨¨ facile giocare in una squadra dove tuo padre fa l¡¯allenatore, ma l¡¯abbiamo sempre gestita bene". Mattia trasuda personalit¨¤. Ti d¨¤ un pensiero netto, deciso, come quando si finisce a parlare di chi gli d¨¤ del "raccomandato" perch¨¦ ¨¨ il figlio del mister. "Ci convivo da sempre. Le persone, a volte, sono solo invidiose, ma la verit¨¤ ¨¨ che senza la testa e la costanza non vai avanti comunque. Io vivo in Convitto, pap¨¤ a Milano, quando ci vediamo guardiamo qualche partita ma cerchiamo di non parlare di pallone. Almeno l¨¬¡". Mattia ¨¨ il metronomo della squadra. Quest¡¯anno ha giocato 14 partite in tutte le competizioni: "Ho sempre ammirato Busquets e Kroos, ora studio da Rodri e Calhanoglu". E anche da pap¨¤, uno che da queste parti chiamavano "Zanchettino" per il fisico esile e i piedi dorati. "Mi ha raccontato che nelle giovanili dell'Inter rischi¨° di essere scartato. Non cresceva in altezza, poi si infortun¨° due volte al menisco. ? stata dura". Zanchetta, cresciuto a Biella e passato per il settore giovanile della Cremonese, era destinato ad affinare il talento in un ambiente familiare: il primo pallone sul sinistro gliel¡¯ha messo suo nonno, primo coach all¡¯oratorio. "Era destino, s¨¬".
cocchi, il nuovo dimarco?
¡ª ?Cocchi, terzino sinistro di spinta, ¨¨ uno dei pi¨´ piccoli della truppa. Ha diciassette anni, vive con il compagno Leonardo Bovo (centrocampista, classe 2005) e appena pu¨° fila via in stazione: "Sono cresciuto a Molinella, un paese vicino Bologna. Da piccolo andavo con mio nonno a vedere le partite, appena ho un paio di giorni liberi torno". Il suo mancino l¡¯ha portato a svolgere un ritiro con la prima squadra, a sfornare un assist per Salcedo contro la Pergolettese e catturare nomee. L¡¯ultima ¨¨ "il nuovo Dimarco", per via del ruolo e del piede. "So quello che si scrive sui social, ma tendo a non leggere i commenti e a concentrarmi su me stesso. Il mio obiettivo ¨¨ debuttare in Serie A, cos¨¬ come quello di Luka e di Mattia, e Dimarco ¨¨ tra i miei riferimenti". Sul braccio destro ci sono una serie di tatuaggi. La chiave di volta per aprire il suo mondo: "Ho una rosa per mia sorella, i miei due cani, il numero 3, un faro". Quest¡¯ultimo indica la strada a tutta la squadra. "Stiamo vivendo una grande annata ¨C dicono in coro -, l¡¯allenatore ¨¨ bravo a motivarci. Forse ¨¨ questa la sua pi¨´ grande dote. A volte scherza per fare gruppo". E in mezzo non ci sono solo loro: l¡¯Inter Primavera si sta godendo Berenbruch, reduce da qualche panchina in prima squadra, Aidoo, Lavelli, Mosconi, Calligaris, De Pieri, Motta, Spinacc¨¨, Quieto, Alexiou, Zarate e tutti gli altri. Un gruppo che sta bene insieme. Il manifesto di tutto ci¨° ¨¨ alla fine della chiacchierata, quando Topalovic impiega un paio di secondi in pi¨´ a rispondere a una domanda relativa a cos¡¯ha imparato a dire in italiano. "Qualche parolaccia, sicuro¡", gli fanno eco gli altri due. E gi¨´ a ridere, prima di andare a preparare l'ultima partita della Youth League contro il Bayer Leverkusen. La formazione ¨¨ quella sul tavolino.
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