NUOVE TECNOLOGIE
Lo smartphone ¨¨ utile nella prevenzione dell'ictus? Uno studio dice di s¨¬
Oltre che semplificarla, la tecnologia pu¨° anche salvare la vita. Di recente, un gruppo di ricercatori della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma ha testato l¡¯efficacia di alcuni dispositivi collegabili allo smartphone per prevenire l¡¯ictus. Siccome una percentuale considerevole di episodi di ictus dipende da problemi che non causano sintomi, ¨¨ difficile prescrivere una cura che abbassi il rischio di recidive. Perci¨°, la valutazione dell¡¯efficacia di questi strumenti tecnologici ¨¨ importantissima in ottica preventiva.
SPESSO LA FIBRILLAZIONE ATRIALE NON D? SINTOMi
¡ª ?Pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Neurology, la ricerca svolta al Policlinico Campus Bio-Medico di Roma ha valutato l¡¯uso delle nuove tecnologie nella prevenzione secondaria di eventi cerebrovascolari in persone che gi¨¤ avevano avuto un attacco ischemico transitorio (Tia) o un¡¯ischemia cerebrale con sintomi lievi (minor stroke). Per lo studio sono stati reclutati 161 pazienti, che sono stati oggetto di monitoraggio per un mese. A loro ¨¨ stato dato uno smartwatch in grado di registrare l¡¯elettrocardiogramma e di rilevare?la pressione arteriosa e la saturazione dell¡¯ossigeno nel sangue, che trasmetteva i dati via bluetooth a uno smartphone, che li registrava e archiviava. Grazie a questo controllo continuo ¨¨ stato possibile rilevare precocemente i segni della fibrillazione atriale, aritmia cardiaca causa di ictus, e di agire tempestivamente per prevenirlo usando un farmaco anticoagulante. ¡°Il numero di fibrillazioni atriali riscontrate nel gruppo dei pazienti oggetto dello studio ¨¨ notevole. Questa malattia ¨¨ un ¡®killer silenzioso¡¯, perch¨¦ spesso ¨¨ asintomatica e il paziente pu¨° non accorgersi di soffrirne finch¨¦ non si manifestano le sue catastrofiche conseguenze, che possono portare fino a un¡¯embolia cerebrale¡± avverte il professor Vincenzo di Lazzaro, ordinario di Neurologia, direttore dell¡¯Unit¨¤ di Neurologia del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e responsabile dello studio.
LA FASE DELICATA ? SUBITO DOPO IL PRIMO EPISODIO
¡ª ?Il monitoraggio attraverso lo smartphone per prevenire nuovi episodi di ictus ¨¨ molto semplice ed ¨¨ utile anche per una migliore gestione dei giorni successivi alle dimissioni dall¡¯ospedale. Infatti, anche se negli ultimi tempi si sono osservati notevoli miglioramenti nella cura dell¡¯ischemia cerebrale in fase acuta, non ci sono stati invece significativi progressi sulla prevenzione delle recidive. ¡°Secondo la letteratura scientifica dopo un ictus o un Tia, c¡¯¨¨ un rischio non trascurabile che l¡¯evento possa ripetersi nel periodo successivo. Questo rischio ¨¨ quantificabile nel 15-20% dei pazienti a 5 anni dal primo evento, soprattutto nelle fasi immediatamente successive al primo episodio. L¡¯insieme degli interventi finalizzati a ridurre il rischio di recidiva ¨¨ ci¨° che intendiamo con prevenzione secondaria¡± afferma il dottor Fioravante Capone, neurologo del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico e co-autore della ricerca.
I ¡°NUMERI¡± DELL¡¯ICTUS
¡ª ?Le persone che sono state vittima di ictus hanno un rischio di recidiva pi¨´ elevato anche una volta che riprendono la propria vita normale. ¡°L¡¯approccio oggetto del nostro studio non soltanto ¨¨ efficace, ma anche facilmente attuabile da tutti i pazienti, a prescindere da et¨¤, alfabetizzazione digitale o scolarizzazione. Questi strumenti permettono, infatti, di monitorare di continuo e senza sforzo molti parametri fisiologici o misurare un vero e proprio elettrocardiogramma con un dito. I risultati ci confermano che le nuove tecnologie possono rappresentare un valore aggiunto nel seguire questi pazienti anche al di fuori dell¡¯ambiente ospedaliero e per periodi prolungati¡± commenta il dottor Francesco Motolese, altro co-autore dello studio e neurologo del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. Di frequente, l¡¯ictus ¨¨ collegato ad aritmie cardiache spesso asintomatiche o a picchi ipertensivi ricorrenti. In Italia, dove rappresenta la terza causa di morte e la prima di disabilit¨¤ permanente negli adulti, ne sono vittima circa 200mila persone ogni anno.
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