Intervista a Jochen Zeitz tra presente e futuro della casa di Milwaukee: "Attirare le nuove generazioni non mi preoccupa, ma l'elettrico ¨¨ un tema piuttosto complicato quando si tratta di moto"
I festeggiamenti per il 120¡ã anniversario di Harley-Davidson a Budapest?sono l'occasione per intervistare Jochen Zeitz, presidente e Ceo della gloriosa casa di Milwaukee. Tedesco di nascita, classe '63 (ma dimostra almeno 10 anni di meno), Zeitz ¨¨ entrato nel consiglio di amministrazione di H-D nel 2007 per poi assumere l'attuale ruolo nel 2020. In precedenza, tra le altre cose, ¨¨ stato Ceo di Puma dal 1993, all'et¨¤ di soli 30 anni, al 2011, risollevando le sorti di un brand famosissimo ma che, al momento del suo arrivo, era sull'orlo della bancarotta. La situazione di Harley-Davidson quando ne ha rilevato la guida non era cos¨¬ drammatica, ma l'azienda aveva certamente bisogno di uno scossone dopo i magri risultati ottenuti con Matt Levatich, suo predecessore.
Appena nominato, Zeitz ha lanciato un progetto di rilancio su base quinquennale denominato "The Hardwire", pi¨´ orientato verso i mercati gi¨¤ consolidati e con un inedito programma di motociclette usate. La svolta strategica imposta ha iniziato subito a dare tangibili frutti finanziari e sotto la sua egida, gi¨¤ nel 2021, hanno avuto luogo sia la nascita del marchio Livewire, dedito all'elettrico e battezzato con il nome della prima moto elettrica di casa H-D, che il lancio della Pan America, la prima maxi enduro nella storia del Bar & Shield e spinta dall'allora debuttante V-twin Revolution Max da 1250 cc e 150 Cv. Abbiamo parlato di tutto questo e di altro ancora nel corso dell'intervista con un Jochen Zeitz rilassato e gioviale, oltre che compiaciuto dall'affetto che il popolo di Harley-Davidson gli ha tributato a Budapest.
Questo ¨¨ il primo grande evento Harley-Davidson in Europa da quando ¨¨ stato nominato presidente e Ceo dell'azienda. Lei ¨¨ europeo e questo rende ancora pi¨´ speciale la sua presenza qui a Budapest. Quali sono le sue impressioni fino ad ora??
"Penso che sia un evento fantastico, ci sono tante cose da poter fare, ma la cosa davvero meravigliosa ¨¨ vedere cos¨¬ tanta gente che ¨¨ arrivata qui da tutte le parti d'Europa. Ed ¨¨ bello potergli mostrare in anteprima le nostre nuove Cvo, modelli che presentano tante novit¨¤ sia dal punto di vista tecnico che di design. H-D 120 ¨¨ un bellissimo evento per il marchio e per i motociclisti giunti da ogni dove, ¨¨ un evento multi-culturale che riunisce tutti i rider e penso che questo sia grandioso".
Ci sono stati tanti rumors negli ultimi mesi relativi a nuovi modelli, ma nella nuova line-up 2023 non ce ne sono di davvero nuovi. Avete gi¨¤ in serbo qualche sorpresa a riguardo??
"Non sono d'accordo sul fatto che non ci siano modelli nuovi. Abbiamo da poco introdotto il nuovo motore Rev Max con il quale ci siamo appena addentrati nell'Adventure Touring, un segmento assolutamente nuovo per Harley-Davidson. E credo che la moto in questione, la Pan America, sia entusiasmante per tutti, fans di Harley o meno. ? stato un grosso step considerando l'ottima fasatura delle valvole e le grandi prestazioni del motore ed ¨¨ una piattaforma che pu¨° essere sviluppata e utilizzata anche per Nightster e Sportster, oltre alla Pan America. E poi basta guardare anche alle prestazioni delle nostre nuove Cvo, che in pratica abbiamo rifatto da zero. Per me ¨¨ quasi una rivoluzione".
E cosa ci pu¨° dire di eventuali nuovi modelli LiveWire dopo l'annunciato arrivo della S2 Del Mar??
"Per ora la S2 Del Mar non ¨¨ neppure arrivata in Europa, ma quello dell'elettrico ¨¨ un tema piuttosto complicato quando si tratta di moto. Non ci sono quei benefici che si possono avere nel settore auto, dove c'¨¨ un comparto per il motore e un pianale con molto spazio da sfruttare. Sulle moto le cose sono molto pi¨´ difficili per una miriade di ragioni. Mi riferisco ad aspetti quali lo spazio disponibile, l'autonomia che si vuole raggiungere, la velocit¨¤ di ricarica, ma anche alle questioni di sicurezza legate al fatto di avere il motore esposto o alla mancanza di un telaio. Si tratta di uno sviluppo abbastanza complicato, molto complicato a dire il vero, per cui non ci sono precedenti. Noi siamo forse l'unico marchio che ha sviluppato una moto elettrica completa partendo veramente da zero e seguendo direttamente aspetti quali la realizzazione del motore, della batteria e la scrittura del software. Stiamo parlando di un processo incredibilmente innovativo".
Harley-Davidson ¨¨ diventato un brand "premium"?
"Direi che per molti aspetti lo siamo sempre stati. Questo ¨¨ il genere di marchio a cui si arriva "invecchiando", per cos¨¬ dire. Io stesso ho iniziato a guidare a 16 anni e il mio sogno all'epoca era gi¨¤ quello di arrivare un giorno a guidare una Harley, quando avrei potuto permettermela (sorride). Siamo sempre stati un marchio premium anche in termini di lifestyle, ma, detto questo, vale la pena sottolineare come ci sia la possibilit¨¤ di iniziare il proprio percorso con Harley-Davidson anche partendo dall'usato, di cui c'¨¨ sempre grande disponibilit¨¤. Non ¨¨ necessario iniziare comprando subito una moto nuova. Ma ¨¨ chiaro che rimaniamo comunque un marchio premium rispetto, ad esempio, a certi nuovi costruttori asiatici".
Considerando questo status di marchio premium, continuerete a promuovere quell'immagine "ribelle" che ha caratterizzato H-D gi¨¤ dagli Anni 50 e 60??
"Credo che l'essere un marchio premium abbia molto a che vedere con il valore offerto e noi diamo grande importanza al valore dei nostri prodotti. Ci sono pochi marchi, specialmente in ambito motociclistico, che possono vantare prodotti che dopo 100 anni aumentano di valore. Ci sono nostre moto in giro da 20 o 30 anni che non hanno perso nulla del loro valore iniziale e questo ¨¨ un pregio caratteristico del nostro marchio, che ci rende cos¨¬ unici. Se guidi una Harley-Davidson, anche vecchia, questa di solito mantiene o accresce il suo valore. Facciamo anche diverse edizioni speciali e ci sono collezionisti che hanno i loro garage pieni di Harley. Sono molto pochi i marchi che possono vantare una cosa del genere e penso che questo faccia parte di quel lifestyle, di quella tradizione, di quell'autenticit¨¤ che rendono il nostro marchio un qualcosa di unico".
La mia impressione ¨¨ che Harley-Davidson si trovi al momento tra due fuochi. Da una parte ci sono i fans tradizionali che sembrano rigettare qualsiasi novit¨¤ che si allontani dalla formula collaudata del grosso V-twin, con quello stile di design, quel sound particolare e cos¨¬ via. E si tratta generalmente di persone che hanno raggiunto o stanno raggiungendo una certa et¨¤. Dall'altra ci sono le cosiddette nuove generazioni che sembrano pi¨´ interessate a moto pi¨´ pratiche ed economiche, pi¨´ adatte al commuting. In che modo l'azienda sta affrontando la questione e il recente scorporo di LiveWire, diventato un marchio a s¨¦ stante, fa parte di questa strategia??
"Non penso si tratti necessariamente di una questione d'et¨¤. Harley-Davidson esiste da 120 anni e la questione di attirare le nuove generazioni verso il motociclismo c'¨¨ sempre stata. Penso ad esempio al mio stesso caso: ho iniziato a guidare a 16 anni con una piccola Vespa, poi mi sono preso una giapponese, poi una giapponese pi¨´ grande e cos¨¬ via, sempre pensando che un giorno, come dicevo prima, sarei arrivato a guidare una Harley. Il punto in s¨¦ non ¨¨ il fatto che i giovani di oggi vogliano moto pi¨´ piccole o pi¨´ pratiche perch¨¦ ¨¨ sempre stato cos¨¬. Sempre. Ma alla fine si arriva al momento in cui ci si sente pronti per un'Harley. Quindi non sono preoccupato da questo aspetto".
"Quello che per noi ¨¨ importante ¨¨ che la gente sia sempre entusiasta di guidare e l'et¨¤ media degli harleysti ¨¨ effettivamente diminuita un po' negli ultimi anni. La pandemia ci ha aiutato a comprendere quanto sia importante stare all'aria aperta e godersi il motociclismo come un'attivit¨¤ sportiva, come un'avventura, da condividere con la famiglia e gli amici. ? un valore a cui teniamo molto e che vogliamo promuovere sempre di pi¨´ tra la nostra clientela".?
"Tutte le aziende hanno bisogno di rendersi interessanti e appetibili presso le nuove generazioni e noi cerchiamo di farlo tramite i nuovi prodotti. C'¨¨ chi ¨¨ pi¨´ legato alla tradizione e chi presta pi¨´ attenzione alle cose nuove. La fila pi¨´ lunga qui a Budapest ¨¨ quella allo stand dove sono esposte le nuove Cvo, a dimostrazione del grande interesse verso l'innovazione. Ma se qualcuno ha un approccio pi¨´ tradizionalista e pensa: 'Io non voglio cambiare mai', anche questo ¨¨ assolutamente ok. Ci sono moto per tutti l¨¤ fuori, anche usate, sia per chi ama la storia e la tradizione che per chi cerca un'evoluzione. E anche per questo ultimamente ci stiamo impegnando molto nell'innovazione dei prodotti".
Tornando alla questione della separazione di LiveWire: la sua 'promozione' a marchio a s¨¦ stante significa che non vedremo moto elettriche con il marchio Harley-Davidson per anni a venire?
"Abbiamo fatto questa operazione con LiveWire perch¨¦ crediamo che sia un prodotto diverso. Ha un aspetto diverso, un suono diverso e un feel diverso rispetto alle Harley. E anche la sua clientela ¨¨ probabilmente piuttosto diversa. Abbiamo preferito tenerla separata per non creare confusione tra le due entit¨¤, ¨¨ una cosa importante per noi. Stiamo facendo sviluppo e stiamo emergendo in un segmento completamente nuovo, quello dell'elettrico, con un marchio che ¨¨ nato specificatamente per questo scopo. Cosa succeder¨¤ in futuro ce lo dir¨¤ il tempo, ma per ora il nostro focus nell'elettrico riguarda solo LiveWire. Ad ogni modo, tutti sanno che fa parte della famiglia Harley-Davidson. Abbiamo visto che la gente tende a rimanere disorientata dall'idea di una Harley elettrica, per questo preferiamo tenere i due marchi distinti. Qui a Budapest le si possono provare entrambe, a seconda della preferenza: a me piacciono entrambe, ma sono convinto che tenerle separate sia al momento la scelta migliore".
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Ci sono piani relativi ad attivit¨¤ sportive in futuro per uno o entrambi i marchi? Il campionato Kings Of The Baggers sta riscuotendo un buon successo in America, ma ci sono altri progetti?
"Per quanto ci riguarda, il segmento per noi pi¨´ eccitante ¨¨ quello del touring e King Of The Baggers ¨¨ una serie davvero innovativa, oltre che molto spettacolare. Aver visto l'evoluzione di queste moto nell'ultimo paio d'anni ¨¨ stato davvero entusiasmante. Penso che uno spettacolo del genere sia interessante anche per la MotoGP in Europa, potrebbero beneficiarne. D'altro canto non si pu¨° rimanere fermi nel racing, ci vuole sempre qualcosa di nuovo, e noi crediamo che King Of The Baggers possa farsi portatrice di questa novit¨¤. Il nostro auspicio ¨¨ quello di poterla portare presto anche in Europa. ? una domanda che mi fanno molto spesso in realt¨¤: sono appena stato in Cina e in Giappone e anche l¨¬ me l'hanno chiesto. ? fantastico perch¨¦ dimostra che l'interesse per questa competizione ¨¨ arrivato anche in mercati molto importanti."
Ha vissuto in Italia per qualche tempo in giovent¨´: che ricordi ha di quel periodo??
"Sono un grande fan dell'Italia, ci sono arrivato per motivi di studio quando avevo 17 anni e ci sono rimasto fino ai 18. Vivevo a Firenze e avevo una moto con cui sono andato a Siena, sulla costa e ho? esplorato un po' d'Italia in moto. Mi piacerebbe molto poterlo fare di nuovo, con una Harley-Davidson. Sono sempre molto contento quando mi capita di tornare nel vostro Paese."
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