PADELLE e pistoni
Norbert Niederkofler: ¡°In cucina e in auto felice tra le montagne¡±
La risposta ¨¨ scontata, ma fa sempre sorridere. Chef, ma perch¨¦ nel circuito dell¡¯alta cucina, lei ¨¨ il solo a essere chiamato per nome, ossia Norbert? ¡°? perch¨¦ per un italiano il mio cognome, Niederkofler, ¨¨ troppo difficile. Ancora oggi lo scrivono o lo pronunciano in un sacco di modi, tutti sbagliati. E poi sembra quello di uno di quei campioni della mia regione che sciano e finiscono sul vostro giornale¡±. Ma campione (della cucina) lo ¨¨ pure lui: classe 1961, di Lutago (un villaggio all¡¯ingresso della Val Aurina), Norbert Niederkofler ¨¨ cresciuto nel piccolo hotel di famiglia, trascorrendo molto tempo in cucina. Gira tanto, dalla Germania agli Stati Uniti, e poi torna a casa. Nel ¡¯96 la svolta della carriera: incontra la famiglia Pizzinini che vuole un ristorante importante per portare l¡¯Hotel and Spa Rosa Alpina di San Cassiano, Alta Badia, nel gruppo dei Relais and Chateaux. Lo chef accetta anche se deve condividere lo spazio iniziale con la pizzeria gi¨¤ esistente che scomparir¨¤ non appena arriva la Stella Michelin nel 2000. Nel 2007, ecco la seconda e nel 2017 il tris facendo una cucina personalissima, utilizzando tutto il meglio del suo territorio ma andando anche oltre il km zero. Soprattutto elevando i prodotti della montagna in un panorama culinario dominato sostanzialmente dal pesce di mare e da sapori mediterranei, anche nei grandi locali del Settentrione. Ama lo sport, se fatto nella natura: ¨¨ grande appassionato e bravo praticante di ciclismo e di sci alpino. E guida tanto. Da 15 anni ¨¨ legato ad Audi che ¨¨ vicina alle sue iniziative sul territorio e ne condivide la visione ecosotenibile.
Norbert, prima di farsi conquistare dai quattro anelli, quali auto si porta nel cuore?
¡°La Ritmo Sport comprata con il primo stipendio vero da cuoco e la Porsche 911 Carrera 4S acquistata a 37 anni. E anche se la domanda non lo prevede, ci metto la SQ8 che si ¨¨ rivelata fantastica: grandi prestazioni e consumi limitati¡±.
Parliamo di vetture elettriche.
¡°La e-tron ¨¨ un¡¯auto fuori dal comune, ha aperto una nuova strada. E ho visto la GT RS, che non vedo l¡¯ora di provare. Non si torna indietro, bisogna risolvere per¨° due problemi: occorre dare pi¨´ autonomia alle vetture elettriche di minori dimensioni e trovare il modo di smaltire pi¨´ facilmente le batterie esauste. Ho letto del grande progetto Audi in Germania e penso sia una strada intelligente¡±.
Se abbiamo letto bene in un¡¯intervista, ¨¨ un guidatore da 50 mila km l¡¯anno.
¡°Sono arrivato anche a 80 mila km, da noi prendere un treno ¨¨ impensabile per lunghi viaggi. E poi sono una persona che se da un lato crede nei meeting online o situazioni del genere, dall¡¯altro ritiene indispensabile relazionarsi dal vivo. Quindi prendo l¡¯auto e via. Se sono solo mi piace stare molto concentrato al volante, aiutato dal cambio automatico che amo da almeno dieci auto e a cui non posso rinunciare. Idem per la trazione integrale che mi garantisce la massima sicurezza. Per la guida autonoma ci sar¨¤ tempo, invece, per le prossime generazioni¡±.
Il futuro dell¡¯auto per lei ha dei punti in comune con quello dell¡¯alta cucina?
¡°Nel primo caso, al di l¨¤ della propulsione elettrica, vedo che si va verso la totale flessibilit¨¤ e una maggiore specializzazione delle vetture a seconda dell¡¯utilizzo. Ed ¨¨ giusto perch¨¦ magari noleggi un¡¯auto per il lavoro e un¡¯altra per il fine settimana. Oppure ne fai a meno a citt¨¤ ma vuoi uno sfizio per i viaggi estivi. Nel secondo caso, sono convinto sia molto importante mantenere la nostra cultura, non solo gastronomica e che l¡¯alta cucina del futuro preveda l¡¯abolizione dello scarto. Bisogna pensare a piatti che sfruttino totalmente questo o quel prodotto¡±.
Lei ¨¨ lontano sia dallo stereotipo del cuoco perennemente agitato sia da quello del profeta pauperista
¡°Per anni ho viaggiato, cercato, fatto domande, alla ricerca di un equilibrio (trovato), che sintetizzo in una parola: rispetto. In primis per la natura: non a caso da questo amore sono nati due progetti: uno ¨¨ Cook the mountain, per valorizzare i prodotti e i ritmi della vita di montagna, e l¡¯altro ¨¨ Care¡¯s, un convegno in cui riunisco cuochi che parlano di sostenibilit¨¤, ecologia e solidariet¨¤. Valori etici che ritrovo sempre nei progetti di Audi¡±.
Sta piacendo molto, non solo agli appassionati di cucina, il suo ultimo libro ¡°Cook the Mountain ¨C The nature around you¡±.
¡°Ne sono felice, anche per tutte le persone che mi hanno dato un mano in questa lunga opera, a partire dal mio storico sous chef Michele Lazzarini. Il libro principale di quasi 400 pagine contiene tutte le storie dei produttori e di chi che lavora con noi da anni. Tutte le ricette sono raccolte in un secondo volume di circa 150 pagine con le tecniche e i metodi di lavoro. Ma tenga presente che le star del futuro in cucina saranno i produttori¡±.
Come per la realizzazione di grandi auto, occorrono grandi produttori: ¨¨ corretto?
¡°Esatto. ? stato un impegno durissimo, soprattutto all'inizio. Ci servivano 6-7 anni per costruire una filiera di produttori. Oggi lavoriamo circa con 30-40 produttori, anche 50 tutti del territorio, li conosciamo e non ci sono interlocutori. Andiamo da loro, sentiamo le problematiche direttamente, vediamo i successi direttamente. Lavorano senza serre e con sistemi molto naturali. Questa ¨¨ una cosa molto bella e finisce nel piatto per i clienti¡±.
Dice sempre che si sente nell¡¯ordine cuoco, montanaro e altoatesino. Sostituiamo in questo caso, guidatore a cuoco?
¡°Meglio dire che guido da montanaro, abituato a neve, pioggia e fango. E sono fortunato a percorrere gran parte dei km nel mio Alto Adige, dove le strade sono spesso spettacolari, bellissime e tenute bene¡±.
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